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Cheryl

L'acqua bollente scorreva sulla mia pelle, le goccioline scendevano fino a terra.

Il bagnoschiuma mi era entrato perfino negli occhi facendoli diventare di una sfumatura rossastra abbastanza intensa.

Sfregavo violentemente la spugna per tutto il corpo, macchie rosse si sparpagliavano in qualsiasi punto dove la passassi.

<<Vuoi per caso bollirti viva tesoro?>> L'unica voce che non volevo più sentire riempì la stanza, potevo quasi sentire l'odore di gomme alla cannella arrivarmi al naso.

<<L'acqua calda mi rilassa>> Borbottai seduta sul pavimento liscio della doccia con le gambe strette al petto, volevo solo che se ne andasse senza fare più ritorno.

<<Beh è meglio che tra un po' esci>> Si avvicinò al vetro ma non potevo vederla perfettamente, la doccia era totalmente appannata e ringraziai non so quale santo per questo.

<<Tra un po'>> Ripetei sentendo le lacrime cominciare a scendere velocemente.

Trattenni il fiato finché non la sentii chiudere la porta del bagno lasciando uscire un sospiro di sollievo.

Cercai di concentrarmi sul caldo dell'acqua, mi faceva sentire meno sporca, come se non fosse mai successo niente, come se potessi ripulirmi da tutto quello che mi aveva fatto.

Le macchie rosse continuavano a diffondersi dappertutto, cominciai a grattarmi da ogni parte, sentivo il bruciore in modo smisurato insieme all'acqua che colpiva precisamente i profondi graffi che lasciavo incisi sulla pelle.

Compresi che era il modo più efficace per non pensare.

In quel momento non c'erano le botte di papà , non c'era il disprezzo negli occhi di mamma, non c'era lo psicologo infantile e sopratutto non c'era lei.

Non c'erano le sue mani sul mio corpo esile, le sue unghie che affondavano nella carne, le sue labbra che lasciavano baci prepotenti ovunque, nessuna violenza.

Non dovevo sopportare nessuno,
ora dovevo imparare a sopportare me stessa.

La stanza si riempì di vapore non appena aprii le due ante trasparenti per permettermi di uscire.

Toccai con i piedi il tessuto spugnoso che avevo appositamente messo a terra e mi avvolsi nell'accappatoio.

01.25.
Mi tamponai i capelli con un asciugamano sentendo alcune gocce bagnarmi le spalle non appena li sciolsi.

Passai la mano sullo specchio per riuscire a vedere la mia figura riflessa.

Ero esausta.

Passai accuratamente il phon rastrellando i miei capelli con le dita sentendoli morbidi e privi di nodi.

Non ero andata all'inaugurazione sotto al Pop's, i miei pensieri avevano avuto la meglio anche questa volta.

Restai a casa e completai una serie di otto docce in sole tre ore.

Ti ricordi quando le sue mani...
Una doccia.
E quando la sua bocca...
Seconda doccia.
Quando lei ti prendeva e ti...
Terza doccia.

Un giro infinito, andava sempre così.

Spensi l'asciugacapelli a 1.52, mi piaceva sentire l'aria calda sul cuoio capelluto.

Andai in camera infilando la parte bassa dell'intimo, un pantalone della tuta grigia e una felpa della nike del medesimo colore.

Percepii un rumore da infondo alle scale così girai il pomello e mi addentrai lentamente nel corridoio cercando di non inciampare da qualche parte.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora