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Cheryl

<<Allora Cheryl, come sono andati questi ultimi giorni?>> Lo psicologo, il Dottor. Wright si mise gli occhiali da vista sul ponte del naso aprendo la sua penna nera per scrivere qualcosa sul taccuino che riguardava me.

Io ero seduta di fronte a lui sulla sedia imbottita che continuavo a stringere tra i palmi sudati delle mie mani.

<<Ehm...bene>> Dissi senza guardarlo in faccia, lui sospirò.

<<Cheryl, tu hai bisogno di parlare con qualcuno, nessuno verrà a sapere cosa ci diciamo qui okay? è una cosa tra noi due e rimarrà tale>> Mi sorrise gentilmente, aveva qualche ruga in viso ma era un uomo apparentemente giovane.

Gli occhi azzurri contornati da delle ciglia lunghe e scure, i capelli neri erano spesso messi all'indietro fermati dal gel, la pelle chiara e le labbra fini.

Edward Wright era un brav'uomo.

Io annuii soltanto provando ad alzare il viso timorosa.

<<Mamma e papà non lo sapranno?>> Avevo così paura che potessero ascoltare la conversazione, anche se tutte le volte mi accompagnava Hanna e poi qualche volta venivano loro a prendermi una volta finita la seduta.

<<Assolutamente no, puoi starne certa>> Si sistemò le maniche del camice bianco.

<<La notte non riesco mai a dormire, ogni volta che chiudo gli occhi la vedo, e se mi addormento faccio degli incubi orribili>>
Cominciai a parlare mentre il mio corpo fremeva dalla paura.

<<Ho visto i disegni che mi hai dato l'ultima volta, erano riguardanti questi tuoi incubi?>>

<<Si, ho provato a farli vedere anche a mamma ma non le importa>>

<<Ce la fai a raccontami uno degli incubi più ricorrenti?>> Scrisse qualcos'altro sotto al mio nome.

<<L-lei, uhm, non...non so cosa dire>> Cominciai a sudare freddo, lei mi diceva che era un nostro piccolo segreto e che non avrei mai dovuto rivelarlo.

Il panico mi assalii completamente, il dottore mi si avvicinò aiutandomi a regolare il respiro.

<<Non ti preoccupare, ti faccio un'altra domanda, d'accordo?>> Mi domandò con calma dopo che mi ero tranquillizzata.

<<Riesci a fare le cose più semplici?>>
<<In che senso?>> Mormorai.

<<Ad esempio, mangiare, farti la doccia, giocare con tuo fratello...>> Elencò una serie di cose che tutti compievano nella propria quotidianità.

<<Ho nausee continue, non ho molte forze e delle volte non mi alzo per tutto il giorno dal letto, papà mi dice che sono pigra ma io sono solo stanca>> Borbottai giocando pigramente con l'orlo del mio vestito a fiori.

<<Non sei pigra, a volte anche le cose più semplici diventano quelle più impegnative>> Strinsi le labbra in una linea retta annuendo.

<<Con i tuoi genitori parlerò dopo, tu hai bisogno di dormire, avere Jason accanto come ti farebbe sentire? so che lui per te è come un punto di riferimento>>

<<Quelle volte che ha dormito con me mi svegliavo nel sonno ma poi lui mi faceva riaddormentare, averlo vicino mi fa stare un pochino meglio>>

<<Va bene, parlerò anche con Jason>> Chiuse il libretto mettendo le mani sul suo bancone.

<<Starò mai bene?>> Domandai con gli occhi lucidi.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora