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Cheryl

<<Ma ti rendi conto di cos'hai fatto o no? ti entra qualcosa in quella testa?>> Mia madre batteva forte i tacchi contro il pavimento guardandomi indignata.

Ero seduta sul divano difronte a lei, Toni si trovava esattamente di fianco a me con un gomito appoggiato sul bracciolo, Jason aveva la testa tra le mani seduto sulla poltrona e James cercava di seguire il ritmo repentino di Penelope stando in piedi dietro di lei.

<<Mi vuoi rispondere?>> Alzò ancora di più la voce venendo verso di me facendo balzare in piedi mio fratello che si mise tra noi.

Toni senza pensarci in quel momento mi aveva messo una mano sul ginocchio, fissai il suo palmo e poi i suoi occhi scuri.

<<Mamma ti prego non urlare, peggiori soltanto le cose>> Jason contrasse la mascella mettendo le mani avanti mentre mia madre cercava di scavalcarlo.

<<È quella ipocrita di tua sorella che non vuole degnarci di una sola spiegazione logica>> Mi puntò un dito contro venendo però nuovamente respinta indietro.

<<Sai bene che urlarle contro non è la soluzione, non ti risponderà se tu fai così>> Cercò di farla ragionare.

<<Cher, puoi dire cos'è successo al ballo?>> Si girò verso di me pregandomi con lo sguardo di dare una risposta concreta e priva di sarcasmo, poiché in quel momento non c'era assolutamente niente di divertente.

<<Mi pare di averlo già detto>> Sospirai fissandolo negli occhi azzurri.

<<Dio, non la sopporto>> Mormorò Penelope alzando le mani al cielo girando intorno.

In un momento in cui la donna parlava col suo compagno, Toni mi diede un colpetto sul fianco facendomi girare nella sua direzione.

Mimò un "ti prego" con le labbra, sollevai gli occhi al cielo e decisi di ripetere per quella che sembrava ormai la quarta volta da quella mattina.

<<C'era un ragazzo che stava troppo attaccato a Toni, lei cercava di allontanarlo ma lui non sentiva ragioni così l'ho allontanato io>> Scrollai le spalle facendo girare tutti i presenti verso di me come se non avessero mai sentito quella storia prima d'ora.

<<Ti-ti ha toccato?>> Si rivolse alla ragazza di fianco a me grattandosi nervosamente il retro della nuca.

<<No James, Cheryl l'ha impedito>> Rispose, l'uomo aveva uno sguardo riconoscente verso di me, ma prima che potesse intraprendere un discorso pieno di gratitudine venne interrotto bruscamente.

<<Rompendo il naso ad un ragazzo pensavi di risolvere la questione? ma cosa c'è di così sbagliato in te?>> Non aveva capito il fatto di non urlarmi contro.

<<Me lo vuoi dire? ti diamo le medicine, ti abbiamo portato da uno psicologo che poi tu stessa hai deciso di non frequentare più, dicevi che era tutto sotto controllo e poi?>> Rise ironicamente.

<<E poi fai rissa ad un ballo di raccolta fondi...Clifford aveva ragione, sei un caso perso>>

Quello sguardo schifato, il modo in cui le rughe del suo viso l'assalivano quando mi fissava con totale disprezzo, le labbra corrucciate e i denti stretti.

Mi odiava.

<<Stai esagerando, okay, forse procurare quel danno a Moose non era il metodo più efficace, però era solo a fin di bene, voleva aiutare Toni e basta>> Mio fratello prese le mie difese.

<<Non puoi essere sempre così dura con lei, non puoi trattarla come se fosse sempre lei il problema>>
<<Il punto, Jason, è che è così, è sempre lei il problema>> Non aveva il minimo riguardo del fatto che io fossi presente nella loro conversazione.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora