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Cheryl

<<Scarsa attenzione, scarsa motivazione, scarsa produttività, vostra figlia oltre ad avere il DPTS (disturbo post traumatico da stress), ha anche una grave forma di depressione>> Lo psicologo infantile gettò le carte sulla sua scrivania furente con i miei genitori per il poco interesse che mi riservavano.

Lui conosceva la mia situazione familiare e gli avevo confidato cose che avrei detto solamente a mio fratello.

<<Quanti soldi verranno a costare i medicinali e tutto il resto?>> Si preoccupò mio padre seduto sulla sedia già pronto a tirare fuori il portafogli.

<<Io spero lei stia scherzando, sua figlia ha dieci anni e ha cominciato ad assumere farmaci da quando ne aveva sette, l'unica cosa di cui si dovrebbe preoccupare è di lei, non delle spese mediche in questo momento>> Picchiettò il tavolo con due dita cercando di mantenere la calma, gli occhi gli stavano per uscire dalle orbite.

<<Cosa dobbiamo fare?>> Domandò mia madre dopo che un sospiro frustrato uscì dalle sue labbra fini.

Io e Jason nel frattempo eravamo nell'area giochi presente nello studio, non era nulla di che ma andava bene per me.

Mi sedevo sulla piccola sedia azzurra e disegnavo, disegnavo principalmente i miei traumi, nessuno riusciva mai ad interpretarli.

<<Cher, tutto bene?>> Jason mi posò una mano sul braccio facendomi girare verso di lui.

Lo guardai nei suoi occhioni azzurri, era l'unico ad interessarsi.

<<No JJ>> Sforzai un sorriso e ripresi a dipingere il foglio bianco.

Lui rimase accanto a me appoggiando le ginocchia contro il pavimento per tenersi su e facendomi delle lievi carezze sui capelli.

<<Sono qui con te>> Mi sussurrò baciandomi la gota, cercai di sentire solo le sue dolci carezze e il suono del pennarello che sfregava sulla carta e non il rumore delle urla dei miei o dei miei pensieri.

<<Dovete farla vivere in un'ambiente sereno, niente urla, niente insulti, deve stare tranquilla, riposare, qualche volta se vi dirà che non riesce ad andare a scuola dovrete avvisare la preside che non è mentalmente stabile per affrontare quella giornata, dovete assicurarvi che prenda gli antidepressivi, i calmanti e il litio, non perdetela mai di vista>> Fece una lunga lista che normalmente dei bravi genitori avrebbero accolto senza alcun tipo di ripensamento.

Dei bravi genitori avrebbero fatto tutto ciò che avrebbe ordinato il dottore.

Loro però non erano dei bravi genitori, erano Clifford e Penelope Blossom, quel titolo non si addiceva a loro.

Infatti non ascoltarono, affidarono a Jason il compito di controllarmi per i farmaci, quanto all'ambiente tranquillo potevo fantasticarci sopra quanto mi pareva perché non sarebbe mai successo.

Avevo alti e bassi, continuavo a prendere regolarmente le mie medicine o abbastanza.

Quella mattina era una di quelle in cui non avevo voglia di fare nulla.

Volevo starmene a letto da sola senza nessuno che venisse a chiedermi ogni secondo come stessi.

10.34

Mi girai dall'altra parte coprendomi meglio col piumone, volevo starmene in pace.

Parlai troppo presto.

<<Posso entrare?>> Vidi una chioma rossa sbucare dalla fessura della porta.

<<Presumo tu l'abbia già fatto>> Mormorai a voce roca sentendolo richiudere la porta.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora