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Cheryl

<<Signori Blossom, vorrei solo che potessimo parlare civilmente per un momento>> La maestra di geografia cercò di tenere calmi i miei genitori che continuavano a farneticare cose senza senso.

<<Mi dica cosa c'è che non va in Cheryl>> Mio padre ormai spazientito si era alzato dalla sedia andando avanti e indietro per l'aula facendomi venire il mal di testa.

<<Ascoltate, vostra figlia non ha problemi nell'apprendimento, è molto sveglia, crediamo solo che abbia qualche difficoltà a relazionarsi con gli altri>> Disse tranquillamente posando lo sguardo su di me che me ne stavo sulla sedia imbottita con le gambe a penzoloni a guardare il pavimento della classe.

<<Risponde molto male ai suoi coetanei e spesso usa un linguaggio sarcastico, il che non aiuta per niente nel compiere il passo che abbiamo stabilito, ovvero quello di fare amicizia>> La signora Evans si tolse gli occhiali da vista dagli occhi lasciandoli sulla scrivania.

<<Abbiamo perso le speranze con lei>> Intervenì la signora Torres, maestra di matematica e scienze.

<<La prego, cerchi di calmarsi, così fa agitare anche la bambina>> Si spazientì pregandola di stare in silenzio.

Con le mani stringevo il tessuto della sedia e cercavo di prepararmi per ciò che mio padre mi avrebbe fatto da lì a pochi minuti.

Chiusi gli occhi per cercare di non vedere il disprezzo nel volto di mamma.

<<Credo che abbia un disturbo post-traumatico da stress, sarebbe un bene per lei andare da uno psicologo infantile>> Disse con tutta la calma del mondo, avvertivo già Clifford scattare in avanti e sbarrare gli occhi.

<<Questo è ridicolo, che trauma può aver subito per comportarsi in questo modo? Me lo dica>> Mise le mani sulle spalle di mia madre  mantenendo una postura rigida.

Quelle grandi mani mi avrebbero fatto del male.

<<Non saprei, hai qualche problema a casa?>> Domandò a me, alzai gli occhi che sentivo già bruciare e il respiro mi mancava.

Balbettai una frase non completa e che non riuscì a decifrare nessuno.

<<Niente, assolutamente niente, vuole solo attirare l'attenzione>> Rispose mio padre indignato.

<<Suggerisco comunque uno psicologo, può aiutarla davvero molto>> Sorrise lievemente a me per rassicurarmi un minimo.

Tirai su col naso e mi pulii le lacrime con la manica del grembiule.

<<Grazie, arrivederci>> Disse mia  madre che prima di allora non aveva mai parlato alzandosi dalla sedia con la sua borsetta sotto braccio.

Restai dietro di loro camminando il più lenta possibile, non volevo tornare a casa.

<<Disturbo post-traumatico da stress, l'unico stress qui è lei, sono io ad avere questa robaccia, non lei>> Si lamentò l'uomo di fronte a me che camminava ad una velocità disumana.

<<Cher>> Mi corse incontro mio fratello abbracciandomi forte.

Gli sorrisi e lui mi posò un bacio sulla guancia ancora arrossata dal pianto.

<<È andata male eh?>> Intuì notando l'espressione sulle facce di mamma e papà, io annuii semplicemente e lui mi tese la mano aiutandomi a salire in auto.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora