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Toni

Stesa sul letto pensando ai suoi occhi.

Gli occhi, sono così particolari, attraverso ad essi puoi leggere dentro una persona come una poesia in un libro, puoi decifrare tutto ciò che tiene nascosto senza che lei se ne accorga;
Ma i suoi occhi erano più particolari degli altri, nascondevano qualcosa, qualcosa di oscuro e che proteggeva e forse per questo volevo scoprire cosa si celasse dietro quei suoi occhi scuri e penetranti, volevo vedere la sua anima tormentata e scoprire cosa l'aveva ridotta in quello stato per poi prendermene cura, ma non sapevo se me l'avrebbe permesso, non si fidava di nessuno.

I suoi occhi a volte erano vuoti, privi di qualsiasi emozione, lei si costringeva a questo, si costringeva a non provare assolutamente niente perché riteneva tutto ciò una cosa per deboli e disperati, non voleva sembrare debole agli occhi di qualcuno.

Qualche volta però, erano luminosi, radiosi, una scintilla ci passava attraverso rendendoli pieni di vita, io volevo essere uno dei motivi per la quale quella scintilla raramente passava, volevo farne parte e forse suonerà da egoisti lo ammetto ma è così brutto sperare di essere il motivo per cui le brillano gli occhi?

Come ci si sente quando vedi la persona che ami appena sveglia e noti le sue pupille ingrandirsi non appena i vostri occhi s'incontrano?

Come dev'essere quando vi guardate a fondo per la prima volta?

Come dev'essere quando cercate di scavare nei punti più remoti e sconosciuti della vostra anima a vicenda?

Come dev'essere sentire addosso lo sguardo di un dannato innamorato?

I suoi occhi, benché normalissimi occhi marroni erano i primi in cui mai mi fossi persa, i primi che avrei guardato all'infinito senza mai stancarmi, così scuri ma in realtà trasparenti.

Li chiamavano "banali occhi scuri" ma per me erano di più, erano i "banali occhi scuri" di cui mi ero innamorata.

<<Ti sei ripresa dalla sbronza?>> La sua voce mi rimbombò in testa, avevo ancora un forte mal di testa dalla serata precedente.

<<Potrebbe andare meglio, ma grazie>> Mormorai massaggiandomi le tempie vedendo poi una pastiglia e un bicchiere d'acqua apparirmi sotto il naso.

La guardai inarcando un sopracciglio mentre lei appoggiò le mani sul bancone inclinando il capo.

<<Ti farà stare meglio>>
<<Allora t'importa un po' di me>> Le dissi non riuscendo a nascondere un sorrisetto vedendola scuotere la testa.

Le si assottigliavano leggermente gli occhi quando sorrideva, quelle rare volte in cui l'aveva fatto notavo solo due piccole fessure scure, erano così belli.

<<Cerca di non strozzarti con quella>>
Abbandonò la cucina lasciandomi in balia dei miei mille pensieri.

Penelope e James sarebbero dovuti tornare questa sera ed io ero ancora tremendamente stanca.

Probabilmente sarei salita prima che potessero arrivare così da non doverci avere una conversazione a lungo termine.

<<A che pensi?>> Si sedette sullo sgabello accanto al mio appoggiando i gomiti sul bancone.

<<Niente di importante>> Mormorai mandando giù una grande quantità d'acqua per riuscire ad inghiottire la pastiglia.

<<D'accordo>> Allungò il braccio per afferrare il pacco mezzo aperto di biscotti che Jason aveva lascialo sopra il ripiano.

<<Le mollette esistono, perché non le usa mai?>> Chiese più a se stessa che a me, dopo aver chiuso come più aggradava a lei il sacchetto si alzò per metterlo al suo posto.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora