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Cheryl

29 novembre
Ancora tutti sconvolti per ciò che è accaduto alla figlia di Clifford Blossom e Penelope Blossom, in città non si fa che parlare di questo abominio, i genitori hanno ritenuto consono estromettere la vittima, Cheryl Blossom, dalle lezioni scolastiche finché non sarà superato il trauma; queste cose non dovrebbero accadere, si attendono aggiornamenti dalla famiglia.

02 dicembre
Megan Parker e Matthew Brooks si trovano presso due centri di psichiatria di massima sicurezza, le famiglie delle vittime sono abbastanza sollevate.

<<Le famiglie non si fidano più a lasciare i propri figli con dei semplici babysitter, quello che è successo ha intimorito tutti i genitori.
Come si può pensare che il proprio figlio venga abusato?
Signore e signora Blossom, volete lasciare un commento per tutti i genitori in ascolto?>>

Malcolm Brown spostò il microfono davanti a mamma e papà che erano ormai esausti per tutte le domande che stavano facendo riguardo quella storia.

<<Ci dispiace, ma il nostro umore non ci permette di parlare di fronte a così tante persone>> Disse mio padre guardando il giornalista e poi la telecamera.

Stavano fingendo spudoratamente.

<<La nostra bambina è una vittima, è così difficile d'affrontare>> Mia madre prese un fazzoletto di seta bianco dalla tasca del cappotto asciugandosi gli occhi.

Scossi la testa mentre mi sentivo umiliata dai miei stessi tutori.

A loro non importava cos'era successo a me, non importava il trauma che avevo subito, non importava quanto mi sentissi male e quante volte avessi cercato di dirglielo.

A loro importava della reputazione ormai sgretolata, importava del cognome che portavamo, importava cosa avrebbe pensato la gente di noi d'ora in avanti, importava solamente l'apparenza della ricca famiglia Blossom.

<<Tra qualche minuto scopriremo da zia Cricket se hanno visto il notiziario di oggi>> Penelope entrò in casa dando i cappotti ad Hanna chiedendole di aprirle dello champagne.

<<Domani avremo un'altra conferenza ma dovrete venire con noi>> Si sedette sulla poltrona accavallando le gambe una sopra l'altra ringraziando col capo la domestica dopo che le aveva servito il calice.

<<Perché dobbiamo esserci?>> Domandò Jason con un cipiglio serio.

<<Tesoro, tua sorella è la fonte e tu come suo fratello devi sostenerla>> Gli sorrise sorseggiando la sua bevanda.

<<Incredibile, non dimostrate un po' di umanità nemmeno in momenti come questo>>
Mormorai guardando dinnanzi a me.

<<Come prego?>> Fece finta di non aver capito mia madre guardandomi indignata per ciò che avevo detto.

<<Io sono la fonte, la star del momento e voi i poveri genitori della cosiddetta vittima, così addolorati da non reggervi in piedi, quando in realtà che vostra figlia sia stata stuprata non ve ne importa un bel niente>> Usai tutta la voce che avevo in corpo, la voce che avevo represso per lunghi anni.

Il mio viso cominciò a scottare per quanto si stesse facendo rosso, l'adrenalina scorreva nelle vene e gli occhi pian piano s'inumidivano.

Scesi dal divano vedendo mio padre attraversare la stanza fermandosi proprio accanto alla poltrona di mia madre, era pronto a scaraventarmi al suolo o addosso ad un muro se necessario.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora