Giornata libera

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Jisung pov

Dopo il quasi bacio tra me e Minho, l'aria tra noi si era fatta molto imbarazzante ed entrambi cercavamo di non rimanere mai da soli, anche se a volte era impossibile.

Ora infatti, ci trovavamo insieme nel bar dell'hotel per pranzare.
Io: "dormito bene?" gli chiesi cercando di alleggerire l'atmosfera;
Minho: "sì, tu?" mi chiese di rimando mangiando il suo panino al prosciutto;
Io: "bene" risposi cercando di non guardarlo;
Minho: "com'è andata ieri con Jimin e gli altri?" mi chiese poi alzando lo sguardo sul mio;
Io: "bene, mi hanno fatto vedere come funzionano le macchine che hanno" spiegai sorridendogli un po'.

Il solito silenzio che ormai ci circondava da giorni si ricreò, così, stanco di questa situazione, decisi di chiarire.
Io: "senti non ce la faccio più" mi lamentai appoggiando la mia piadina sul piatto;
Minho: "cosa?" chiese guardandomi confuso;
Io: "questa aria imbarazzante tra di noi, non riesco più a sopportarla" spiegai guardandolo serio;
Minho: "neanch'io" borbottò dopo qualche secondo, poggiando anche lui il suo pranzo sul piatto, per poi darmi tutta la sua attenzione "non volevo caderti addosso e avrei dovuto alzarmi subito, mi dispiace molto" si scusò guardandomi serio;
Io: "anche a me dispiace" sussurrai giocando nervosamente con l'orlo della mia felpa bianca;
Minho: "per cosa? Tu non hai fatto niente" protestò guardandomi confuso;
Io: "beh, in realtà sì" borbottai non guardandolo per il troppo imbarazzo;
Minho: "non capisco" disse cercando il mio sguardo.

Rimasi in silenzio per un po', fino a quando Minho mi si avvicinò e alzò il mio mento con le sue dita.
Minho: "non devi imbarazzarti con me" disse guardandomi dolcemente;
Io: "s-sei il m-mio capo" balbettai sentendo le mie guance andare a fuoco;
Minho: "non pensare a quello, pensa solo che io sia un tuo amico, okay?" sussurrò sorridendomi leggermente, per poi togliere le dita da sotto il mio mento.

Annuì e dopo qualche secondo presi coraggio, cominciando a parlare.
Io: "quando ho poggiato la mia mano sulla tua spalla non era per allontanarti" spiegai guardandolo dritto negli occhi "volevo avvicinarti a me" conclusi guardandolo serio;
Minho: "e perché?" chiese guardandomi confuso;
Io: "è quello il problema, non lo so, è stata come un'azione automatica, io-" cercai di spiegare, ma non sapevo neanche io il motivo delle mie strane azioni;
Minho: "okay tranquillo ho capito, non fa niente" mi tranquillizzò sorridendo dolcemente;
Io: "possiamo far finta che non sia mai successo?" gli chiesi speranzoso;
Minho: "se è quello che vuoi allora va bene" rispose semplicemente riprendendo il suo panino ormai freddo.

Io gli sorrisi e continuammo a mangiare e parlare tranquillamente.
Minho: "ti va di andare a fare un giro per la città oggi? Jimin mi ha detto che deve finire di preparare dei vini e che me li farà provare domani mattina, perciò abbiamo la giornata libera" spiegò alzandosi dalla sedia;
Io: "siiiii" esultai sorridendogli ampiamente, mentre mi alzavo e mi affiancavo a lui.

Lui mi sorrise e uscimmo da quell'enorme hotel.
Io: "dove andiamo?" chiesi camminando accanto a lui, entusiasta;
Minho: "se vuoi c'è un Luna Park qui vicino" propose girandosi verso di me;
Io: "SIIII" urlai sorridendogli ampiamente "dov'è?" chiesi poi saltellandogli accanto per la troppa felicità;
Minho: "prima di tutto ti calmi" sentenziò guardandomi male "comunque, 10 minuti e siamo arrivati, tu seguimi" rispose fermandosi ad un semaforo.

Io annuì e continuammo a camminare tranquillamente.

Dopo esattamente 10 minuti arrivammo a destinazione.
Io: "wow" dissi guardando le numerose attrazioni;
Minho: "quale vuoi fare per prima?" chiese entrando nel Luna Park;
Io: "possiamo andare là?" chiesi indicando le montagne russe poco distanti da noi;
Minho: "non hai paura?" borbottò guardando la giostra;
Io: "no, perché tu sì?" chiesi di rimando guardandolo con un sorrisetto;
Minho: "io? Paura? Nah" rispose facendo una smorfia;
Io: "okay, allora andiamo" dissi prendendogli la mano.

Pendemmo i biglietti e ci mettemmo in coda.
Io: "per fortuna oggi non c'è tanta gente" dissi guardando le 2 famiglie davanti a noi;
Minho: "già" borbottò continuando a guardare l'attrazione;
Io: "sicuro di voler salire?" gli chiesi guardandolo con un sopracciglio alzato;
Minho: "eh? Ah, sisi certo" rispose lanciandomi un'occhiata veloce, per poi tornare a guardare davanti a sé.

Io lo guardai male, ma alla fine decisi di lasciare perdere.

Dopo pochi minuti toccò a noi e salimmo gli scalini, sedendoci nei sedili liberi, uno accanto all'altro.

Ci attaccammo bene all'asta di ferro davanti a noi e mi girai verso Minho.
Io: "tutto bene?" gli chiesi vedendolo tremare leggermente;
Minho: "s-sì perché?" balbettò stringendo la presa sull'asta;
Io: "perché stai tremando forse?" spiegai guardandolo ovvio.

Non fece neanche in tempo a rispondere che si sentì una scossa e il treno parti sulle ferrovie.

All'inizio andava abbastanza lento e Minho sembrava tranquillo, fino a quando iniziarono le curve e aumentò di velocità.

Minho si buttò letteralmente sull'asta e abbassò la testa, chiudendo gli occhi.
Io: "MINHO SICURO DI STARE BENE?" urlai cercando di sovrastare le urla delle altre persone.

Minho si limitò a farmi un pollice in su e non alzò neanche lo sguardo.

Alzai le spalle e prestai attenzione alla giostra, iniziando ad urlare come un disperato.

Dopo qualche giro il treno si fermò.
Io: "Minho è finito" dissi scuotendolo leggermente, dato che non si era mosso di un millimetro per tutta la durata dell'attrazione.

Minho si alzò di scatto e si diresse velocemente verso l'uscita.
Io: "hey Minho, aspettami" dissi correndogli dietro.

Mi affiancai a lui e dato che continuava a camminare verso chissà dove, lo presi per un braccio e lo feci girare verso di me.
Io: "che ti prende?" gli chiese stringendo la presa sul suo braccio;
Minho: "niente" rispose distogliendo lo sguardo dal mio;
Io: "hai paura delle giostre per caso?" chiesi incrociando le braccia al petto.

Minho non rispose, così gli presi il viso con entrambe le mani, obbligandolo a guardarmi negli occhi.
Io: "non ti prendo in giro se mi dici di sì, lo sai vero?" dissi guardandolo serio;
Minho: "lo so" borbottò, così io tolsi le mani dalle sue guance;
Io: "allora?" insistei facendogli un sorriso di rassicurazione;
Minho: "non ho paura delle giostre" rispose abbassando lo sguardo, imbarazzato "ma delle altezze" spiegò sollevando lo sguardo sul mio.

Io lo guardai scioccato, ma poi non riuscì a nascondere una risata.
Minho: "cosa ridi? Avevi detto che non mi prendevi in giro se te lo dicevo" protestò mettendo il broncio;
Io: "infatti non rido per quello, anche perché anch'io ho abbastanza paura delle altezze, ma perché avevi paura di dirmelo" spiegai smettendo di ridere.

Lui mi guardò male, così decisi di cambiare discorso.
Io: "prendiamo lo zucchero filato?" gli chiesi guardandolo con gli occhi dolci;
Minho: "e va bene" cedette dopo qualche secondo, sbuffando;
Io: "evvai" esultai prendendogli un braccio, per poi strattonarlo al chiosco vicino.

~
Il prossimo capitolo sarà ancora al Luna park e chissà cosa succederà🙃

CEO-MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora