Busta

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Jisung pov

Ormai era passato qualche giorno dall'arrivo del padre di Minho, ma la mia faccia era sempre la stessa: scioccata e triste.

La prima per la notizia che mi aveva dato, la seconda perché beh, non me l'aveva mai detto.

Ora mi stavo dirigendo proprio a casa sua per un'altra lunghissima giornata di lavoro.

Suonai e come al solito Minho venne ad aprirmi.
Io: "buongiorno Minho" lo salutai inchinandomi;
Minho: "buongiorno Jisung, se vuoi fare colazione falla pure" disse facendomi entrare;
Io: "oh, no tranquillo l'ho già fatta, grazie comunque" risposi sorpassandolo.

Lui annuì e mise una giacca marroncina.
Minho: "io vado, penso ci vedremo oggi" annunciò uscendo "non aprire la porta a nessuno, è chiaro?" mi ordinò girandosi verso di me;
Io: "sì Minho, stai tranquillo" lo rassicurai sorridendogli.

Appena conclusi la frase, il blu annuì e uscì definitivamente dalla casa.

Suo padre stranamente non si era più presentato, ma lui era ancora preoccupato e continuava a ripetere che sarebbe venuto da un momento all'altro.

Mi dedicai un po' alle 3 amorevoli gattine, facendogli i grattini e giocando.

Dopo una buona mezz'ora però, dovetti lasciarle e salire al piano di sopra per iniziare a lavorare.

Mi sistemai sulla sedia e presi dei fogli da firmare, per poi accatastarli accanto al computer.
Io: "okay, devo leggere questi documenti, richiamare qualche cliente e mandare le solite email" riepilogai accendendo il computer.

Mentre leggevo il mio settimo foglio, suonò il campanello.
Io: "chi è a quest'ora?" borbottai alzandomi e scendendo le scale.

Controllai dallo spioncino, ma non vidi nessuno, così aprì la porta.

Mi guardai in giro e quando abbassai lo sguardo vidi un'enorme busta marrone.
Io: "Wooyoung?" lo chiamai notando la macchina all'ingresso "cosa fai qui?" gli chiesi guardandolo confuso mentre si avvicinava a me;
Wooyoung: "Minho mi ha chiesto di rimanere qui per un po' in caso dovesse presentarsi ancora suo padre" spiegò accostandosi davanti a me;
Io: "ah" sussurrai diventando leggermente rosso "comunque, hai visto per caso qualcuno passare a consegnare questo?" chiesi prendendo la scatola;
Wooyoung: "no, stavo messaggiando con San" si giustificò alzando le spalle "magari ha ordinato qualcosa Minho" ipotizzò guardando la busta;
Io: "bo entro ad aprirla, tu vai pure da San se vuoi" dissi indietreggiando;
Wooyoung: "posso?" chiese facendomi gli occhioni dolci;
Io: "certo che puoi" risposi ridacchiando leggermente "vai a conquistarlo" aggiunsi facendogli l'occhiolino;
Wooyoung: "m-ma no" balbettò diventando leggermente rosso;
Io: "ah già, è vero che è già tuo" mi corressi facendogli un'altro occhiolino tattico.

Lui diventò ancora più rosso e scappò via, mentre io continuavo a ridere.

Quando fui sicuro che se n'era andato, chiusi la porta a chiave e andai in soggiorno.

Mi sedetti sul divano e aprì la busta.

Le tre gattine si raggomitolarono subito accanto a me, così con una mano iniziai ad accarezzare la testolina morbidosa di Doogie.

Tolsi i numerosi fogli e ne lessi il contenuto.
Io: "documento di-" mi bloccai appena i miei occhi incontrarono quella parola "di nuovo" sussurrai riappoggiando seccamente il documento, per poi guardare gli altri "cazzo ma sono tutti uguali" mi lamentai leggendo il titolo di ognuno.

Sbuffai e innervosito li lasciai lì e risalì nel mio studio.

Quando mi brontolò la pancia, non scesi nemmeno a mangiare e continuai a lavorare senza sosta.

Il motivo? Se distoglievo i pensieri dal lavoro poi mi sarei ritrovato sicuramente a pensare a quei maledetti documenti e non potevo permetterlo.

Così passai il pomeriggio sui fogli e sul computer, non pensando a nient'altro, fino a quando...
Minho: "Jisung sono a casa" urlò dal piano di sotto;
Io: "sì" risposi semplicemente cercando di non sconcentrarmi.

Inutile dire che appena mi chiamò, dovetti alzarmi e scendere.
Io: "cosa?" risposi abbastanza seccato;
Minho: "tutto bene?" chiese alzando lo sguardo dal telefono;
Io: "sì certo, perché?" mentì cercando di essere credibile;
Minho: "mi sembri infastidito da qualcosa" rispose alzando le spalle;
Io: "no" sussurrai mordicchiandomi il labbro inferiore.

Il blu mi guardò scettico, ma lasciò perdere e andò a salutare le sue 3 gattine.

Quando stavo per ritornare in studio però, mi chiamò ancora.
Minho: "hai dato da mangiare a Dori, Soonie e Doogie?" chiese notando le ciotole vuote.

Io spalancai la bocca e corsi subito in cucina.
Io: "scusa, ero concentrato sul lavoro e mi sono completamente dimenticato" mi giustificai versando le crocchette nelle ciotole colorate;
Minho: "oggi sei strano, non è che è venuto ancora mio padre?" chiese guardandomi preoccupato;
Io: "oh, no" negai rimettendo via il sacchetto "ma è arrivato qualcos'altro" borbottai chiudendo l'armadietto;
Minho: "cosa?" chiese da dietro di me.

Io sobbalzai, portandomi una mano al cuore.
Io: "stai calmo" sussurrai ancora spaventato;
Minho: "scusa" rispose facendomi un piccolo sorrisetto divertito;
Io: "guarda sul tavolo in soggiorno, io torno su" dissi allontanandomi da lui e salendo velocemente le scale.

Minho mi guardò confuso e lo vidi dirigersi verso il soggiorno.

Chiusi la porta alle mie spalle, ma non feci nemmeno in tempo a sedermi che subito essa venne di nuovo spalancata.
Minho: "quando è arrivata?" chiese entrando;
Io: "stamattina" risposi prendendo dei fogli che non avevo ancora letto e firmato;
Minho: "hai visto qualcuno?" chiese appostandosi davanti alla mia scrivania;
Io: "no, era davanti alla porta" risposi non alzando neanche lo sguardo;
Minho: "e Wooyoung?" chiese poggiando le mani sulla scrivania;
Io: "gli ho detto io di andare da San" risposi firmando il foglio, mentre sentivo lo sguardo del maggiore perforarmi la testa;
Minho: "perché? E se fosse arrivato? Poteva entrare e alzare le mani su di te, magari anche-" si lamentò preoccupato;
Io: "Minho smettila di preoccuparti per me, so badare a me stesso e poi mi sembra che ora hai ben altro a cui pensare" lo interruppi alzando leggermente la voce e sollevando finalmente lo sguardo;
Minho: "lo so che ho ben altro a cui pensare, ma tu sei la mia priorità okay? E questo non posso cambiarlo" protestò guardandomi dritto negli occhi.

Il mio cervello a quelle parole si spense e il mio cuore invece fece l'opposto, cominciando a battere a più non posso, mentre ogni centimetro della mia pelle si accaldò, arrossando.
Minho: "senti" sussurrò sedendosi su una delle sedie davanti a me "mi dispiace molto per questa situazione e soprattutto per non avertene parlato prima, ma pensavo di non avere più problemi dato che era da più di 2 anni che non lo vedevo...pensavo si fosse arreso ecco" spiegò guardandomi serio;
Io: "non fa niente, non devi darmi spiegazioni, d'altronde sono solo il tuo assistente" risposi pinzando insieme alcuni fogli;
Minho: "davvero ti definisci ancora solamente un mio semplice assistente?" sussurrò con tono triste;
Io: "beh, allora amico, va bene?" chiesi alzando la testa e inchiodando i miei occhi con i suoi;
Minho: "se è quello che vuoi" borbottò distogliendo lo sguardo dal mio e abbassandolo sulle sue mani;
Io: "sai già quello che voglio Minho" risposi portando la mia attenzione sul computer;
Minho: "cosa?" chiese alzando la testa, confuso;
Io: "non fare il finto tonto, te l'ho letteralmente urlato" risposi guardandolo serio.

Minho rimase in silenzio, non sapendo cosa dire.
Io: "ora puoi andare che devo finire qui?" chiesi continuando a scrivere un'email che avevo lasciato in sospeso quando era tornato;
Minho: "okay" sussurrò alzandosi e andando verso la porta "sappi solo che mi dispiace e sto provando di tutto per convincere la mia presunta moglie a firmare il documento" disse girato di schiena, per poi uscire definitivamente dalla stanza e chiudere la porta.

Io sospirai e mi asciugai subito le lacrime che non mi ero manco accorto stessero scendendo sulle mie guance paffute, per poi concentrare la mia mente di nuovo sul lavoro.

~
Chi mi aiuta ad uccidere il padre?

CEO-MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora