Tribunale

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Jisung pov
Un mese dopo*

Minho: "agitato?" chiese circondandomi le spalle con un braccio;
Io: "abbastanza" sussurrai picchiettando nervosamente i piedi sul pavimento;
Chan: "Minho, vieni" lo chiamò dal posto poco più avanti;
Minho: "andrà bene vedrai, io sarò lì ad aiutarti" mi tranquillizzò dandomi un bacio sulla guancia.

Io annuì, sorridendogli lievemente e il blu andò da Chan.

In poco tempo, entrò Jihoon, seguito da numerose guardie del corpo e il suo avvocato personale.

Lo fissai, mentre l'ansia mi divorava da testa a piedi.

Già, dopo molti ripensamenti, alla fine avevo deciso di denunciarlo, anche se in realtà era stato Minho a spingermi a farlo... ma come biasimarlo.

Pochi minuti dopo, fece il suo ingresso anche il giudice e si accomodò nel grande tavolo in mezzo al padre e il figlio.

Così, iniziò il dibattito.

Minho aveva moltissime prove schiaccianti contro l'uomo e il suo avvocato compiva in modo eccellente il suo lavoro.

Purtroppo però, Jihoon faceva di tutto per dissipare le sue colpe, aiutato naturalmente dal suo avvocato, che screditava tutto ciò che diceva il blu.

Nessuno dei due sembrava arrendersi, tanto che ormai si stavano urlando contro a vicenda.

Per quanto riguardava il giudice invece, sembrava abbastanza tranquillo, come se sapesse già chi avrebbe mandato all'ergastolo.

Sospirai e ricominciai a tremare.
Changbin: "dai Jis, andrà bene, tu dì quello che ha fatto, semplice" disse stringendomi la coscia;
Io: "più facile a dirsi che a farsi" borbottai continuando a guardare Minho;
Minho: "mi hai minacciato con un coltello da cucina" ripetè per la milionesima volta battendo i pugni sul tavolino davanti a lui, innervosito;
Jihoon: "stavo cucinando, non ti ho minacciato con niente" ribatté facendo una smorfia schifata;
Minho: "non hai mai cucinato in tutta la tua vita" insistette guardandolo fisso negli occhi.

Prima che l'altro potesse rispondere, il giudice batté il piccolo martello, mettendo fine una volta per tutte alla discussione.
Giudice: "direi che è abbastanza, signorino Lee, può scambiarsi con Han Jisung" impose facendo un cenno della mano verso le sedie ricolme di persone.

Lui annuì e si girò verso di me, sorridendomi.
Felix: "vai Jis" mi incitò facendomi i pollici in su.

Ricevetti dei grandi sorrisi anche da tutti gli altri e io li ricambiai, cercando di tranquillizzarmi.

Mi alzai e, dopo aver ingoiato un grosso groppo di saliva, mi avvicinai al gattaro.
Minho: "sono qui vicino a te" sussurrò appena gli fui abbastanza vicino;
Io: "lo so" risposi sorridendogli.

Rivolsi un piccolo sorriso anche all'avvocato, che avrebbe aiutato anche me in questi (speravo) pochi minuti d'inferno.

Sistemai i miei appunti sul banco davanti a me e mi girai verso l'uomo, il quale mi rivolse un sorrisetto inquietante.
Minho: "non pensare a lui" disse poggiandomi una mano sulla spalla.

Annuì e il giudice ci diede il via.

Sospirai e con un ultimo respiro profondo, iniziai a parlare.

Raccontai tutto ciò che mi aveva fatto, di come mi aveva parlato e aveva preteso di entrare in casa, per poi arrivare al sodo e dirgli che aveva usato le maniere forti, precisando anche che voleva lasciassi Minho.

Finito il mio discorso, toccò al nemico, il quale cercò di addossare tutte le colpe su Minho e inventarsi qualche scusa banale.

Sbuffai e lo lasciai parlare, mentre al giudice si disegnava un sorrisetto compiaciuto a fior di labbra.
Io: "secondo te che pensa?" chiesi al maggiore allungandomi verso di lui e facendogli un cenno verso l'uomo con la toga;
Minho: "probabilmente lo odia pure lui" intuì alzando le spalle.

Io ridacchiai e riportai l'attenzione sul turbolento processo.

Riprendemmo e in poco tempo si trasformò di nuovo in una discussione, a cui Minho tentò più volte di prendere parte, ma che il giudice gli proibì, dicendogli che aveva già fatto il suo discorso.

Continuammo a battibeccare per 10 minuti buoni, fino a quando l'uomo non ci interruppe.
Giudice: "basta così, datemi qualche minuto per decidere e poi vi dirò" concluse interrompendoci con il suo martelletto.

Ci inchinammo e io mi girai subito verso il blu.
Minho: "sei stato grande" si congratulò abbracciandomi.

Ricambiai e notai i nostri amici sorriderci ampiamente, aggiungendo anche dei minuscoli applausi.

Mi staccai e il maggiore mi diede un bacio sulla fronte.
Io: "andiamo dagli altri" imposi prendendogli la mano.

Lo strattonai senza nemmeno aspettare risposta e ci posizionammo davanti a loro.
Jeongin: "l'avete asfaltato ragazzi" esultò battendoci il cinque;
Seungmin: "avevi un sacco di prove contro di lui Minho, non potevi denunciarlo prima?" domandò richiamando la sua attenzione;
Minho: "non ne avrei avuto motivo dato che non mi infastidiva" spiegò alzando le spalle;
Hyunjin: "ultime parole famose" sussurrò stringendo il suo ragazzo sul suo petto.

La forte voce del giudice sovrastò il brusio generale e io e Minho ritornammo da lui, che non si era mosso dalla sua posizione.
Giudice: "sono arrivato ad una conclusione che per una delle due parti, non sarà per niente buona" iniziò spostando lo sguardo tra me, Minho e Jihoon.

Ci fissò per qualche secondo, portandomi a stringere ansiosamente la mano del maggiore.

Il giudice però, ci fece un piccolo sorriso rassicurante, per poi spostare lo sguardo al lato apposto.
Giudice: "Lee Jihoon, sei condannato all'ergastolo" dichiarò freddamente, colpendo con il martelletto il legno per la terza e ultima volta, segnando la decisione finale.

A quelle parole, saltai sul posto, portandomi una mano alla bocca e dalla sala si innalzarono diversi borbottii, la maggior parte di approvazione.
Jihoon: "come osate, è lui il colpevole, io non ho fatto niente" sbottò cercando di dimenarsi dai due uomini che l'avevano preso per le braccia;
Giudice: "purtroppo non posso usare le maniere forti" sussurrò alzandosi;
Jihoon: "ti farò licenziare, idiota" ringhiò fissando in cagnesco il giudice.

Quest'ultimo sospirò e si posizionò davanti a noi.
Giudice: "è stato un piacere ragazzi" disse allungando una mano verso di noi;
Minho: "anche per noi signor giudice, grazie mille" rispose stringendogli ciò che aveva offerto;
Io: "grazie" interloquì imitando le gesta del blu.

Ci sorrise e, dopo aver rivolto un piccolo cenno anche al nostro avvocato, se ne andò dalla sala.
Felix: "complimenti" disse subito saltandomi addosso;
Changbin: "non avevo mai incontrato un giudice così gentile, siete stati fortunati" commentò dando una pacca sulla spalla al CEO;
Seungmin: "odiava anche lui Jihoon, si vedeva lontano un miglio" notò dandomi un piccolo abbraccio.

Ringraziai il nostro avvocato e salutai alcune persone, per poi uscire da quell'aula soffocante.

Mi girai verso il blu e lui mi afferrò la mano, sorridendomi, entrambi al settimo cielo.

Finalmente eravamo liberi.

~
Non so un cazzo su queste cose, quindi al massimo avrò inventato qualcosina :)

CEO-MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora