Jisung pov
Mi svegliai di soprassalto a causa di uno strano incubo su degli zombie.
Io: "ci mancava" borbottai stropicciandomi gli occhi;
Changbin: "cosa hai sognato?" chiese cercando di focalizzarsi sulla mia immagine;
Io: "zombie" risposi prendendo il telefono dal comodino;
Changbin: "che problemi" sussurrò stiracchiandosi;
Io: "ma tu stai zitto che ieri hai sognato una melanzana che faceva sollevamento pesi" ribattei cercando di leggere l'orario;
Changbin: "faceva anche acqua gym" aggiunse alzandosi dal letto e spalancando le finestre.Io mi lamentai per la troppa luce e mi buttai sotto le coperte.
Changbin: "dai Jis, dobbiamo andare al lavoro" disse scuotendomi le spalle o almeno, quella era l'intenzione;
Io: "AYO" urlai portandomi una mano sulla faccia;
Changbin: "cosa ti ho preso?" chiese togliendomi le coperte bianche dalla faccia;
Io: "mi hai messo due dita negli occhi" borbottai con la bocca schiacciata ancora dai miei palmi "ma come cazzo hai fatto a scambiare la mia faccia per le spalle" aggiunsi cercando di aprire gli occhi;
Changbin: "non rompere e alza il culo" rispose dandomi un leggero pugno sulla pancia, leggero per lui però;
Io: "ma la smetti di maltrattarmi" mi lamentai alzandomi di scatto dal letto;
Changbin: "almeno ti sei alzato suino" disse alzando gli occhi al cielo, per poi uscire dalla stanza;
Io: "PARLA IL MAIALE" ribattei urlando, in modo tale da farmi sentire dal ragazzo ormai al piano di sotto.Mi stiracchiai e presi il telefono, per poi scendere in cucina.
Changbin: "mangia velocemente questi maledetti toasts alla marmellata e cambiati, che mancano 20 minuti" mi ordinò mettendone in bocca uno, per poi ritornare nella mia camera.Io feci quello che mi disse e mangiai due toasts, per poi dirigermi in bagno.
Dopo pochi minuti eravamo già pronti e truccati per il lavoro, così salimmo nell' auto di Changbin e ci dirigemmo all'azienda.
Appena arrivati a destinazione, ci dividemmo e, come ogni mattina, andammo alle nostre postazioni.
Iniziai a sistemare alcune carte datemi da Hyunjin il giorno prima, rispondendo anche ai soliti clienti.
Alle 9 portai a Minho il suo caffè, ma stranamente quando entrai lo trovai al telefono.
Minho: "ho già detto di no" disse abbastanza incazzato facendomi un cenno con la mano di sedermi sulla sedia davanti alla scrivania "glielo ha detto anche il mio assistente, non. ho. intenzione. di. incontrarla." continuò scandendo bene l'ultima frase, mentre io mi andavo a sedere e poggiavo la bevanda sulla scrivania "se viene qui non la farò entrare, quindi è inutile che ci prova" ribattè iniziando ad alzare sempre di più il volume della voce "senta, può anche evitare di rompermi i coglioni tutto il giorno chiamandomi con 200 numeri diversi e dica semplicemente al suo capo che se vuole parlarmi deve tirare fuori le palle e venire di persona" rispose picchiando un pugno sulla scrivania, con la rabbia a mille.Io sussultai, portandomi una mano al cuore.
Dopo molti altri insulti, Minho riattaccò la chiamata, spaccando quasi la cornetta del telefono.
Io: "hey calma, cos'è successo?" chiesi poggiando una mano sulla sua, posta ancora sul telefono e stringendola leggermente;
Minho: "è sempre lo stesso che ti ha chiamato ieri, Norman Choe di merda" borbottò fissando le nostre mani ancora intrecciate;
Io: "senti non pensarci, vedrai che prima o poi si arrenderà" lo rassicurai sorridendogli "ora bevi questo che ormai sarà anche freddo" aggiunsi passandogli il caffè.Lui annuì e staccò le nostre mani per prendersi la bevanda.
Io: "vuoi una mano per sfogarti?" gli chiesi un po' esitante dopo qualche minuto, torturandomi il labbro inferiore con i denti;
Minho: "che intendi?" chiese prendendo un sorso del liquido marroncino;
Io: "beh... sai magari il mio c-corpo può aiutarti non lo so" borbottai tenendo lo sguardo sulle mie dita ormai insanguinate per la troppa tortura;
Minho: "non voglio farti fare ciò che non vuoi" rispose serio;
Io: "se è per farti stare meglio va bene... e poi non ho mai detto che non lo voglio" sussurrai alzando lo sguardo e inchiodandolo al suo;
Minho: "se sei sicuro va bene, ma ti avviso che non sarò per niente gentile" disse guardandomi serio.Io annuì e gli feci un piccolo sorriso, per poi prendere il suo caffè vuoto e andare a buttarlo nel cestino vicino.
Io: "chiudo?" chiesi indicando la porta;
Minho: "sì" rispose aprendo uno dei tanti cassetti della scrivania.Feci quello che mi disse e chiusi la porta a chiave.
Nel mentre Minho estrasse degli strani oggetti dal cassetto, per poi posizionarli sulla scrivania.
Io: "cosa sono?" chiesi avvicinandomi a lui;
Minho: "lo scoprirai" rispose prendendo quella che sembrava una corda.Io deglutì, ma mi avvicinai comunque a lui, posizionandomi davanti alla scrivania.
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Penso abbiate già capito cosa succederà nel prossimo capitolo😉
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CEO-Minsung
FanfictionLee Minho è un CEO molto famoso, conosciuto per il suo carattere freddo e pretenzioso e si dice che non abbia mai avuto un assistente personale per più di 3 ore. Ma sarà veramente così? Oppure sarà esattamente il contrario? Dal testo: Io: "vuoi una...