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Jisung pov

Minho: "cosa ci fai qui?" chiese guardando schifato il nuovo arrivato;
X: "devo parlarti figliolo" rispose arrogantemente, guardandolo con sguardo glaciale.

A quelle parole mi bloccai, guardando Minho basito.
Minho: "non osare chiamarmi così e sparisci immediatamente da casa mia" ringhiò guardandolo senza battere ciglio, facendomi spaventare per il suo tono così duro.

Se gli sguardi potessero uccidere, quell'uomo sarebbe già nella tomba.
X: "tratti così tuo padre, Minho? E poi voglio ricordarti che questa casa te l'ho comprata io con i MIEI soldi" protestò evidenziando per bene 'miei';
Io: "il padre di Minho? Non erano morti i suoi genitori?" pensai tra me e me alternando lo sguardo tra i due, spaesato;
Minho: "cosa vuoi?" chiese guardandolo con sguardo vuoto;
X: "se mi fai entrare ti spiego" rispose indicando la casa;
Minho: "e perché dovrei ospitarti in casa mia? Io non ti voglio più vedere, non so se hai capito" sussurrò a denti stretti, puntandogli un dito contro;
X: "non osare parlare in questo modo a un tuo superiore" disse dandogli una sberla alla mano;
Minho: "e tu non osare toccarmi" ringhiò abbassando la mano;
X: "hai paura che succeda ancora ciò che ho fatto quando è morta quella puttana di tua madre?" disse ridacchiando beffardamente;
Minho: "non. osare. nominarla. brutto figlio di puttana" ringhiò scandendo bene le parole e alzando un pugno.

Quando stava per colpire l'uomo, gli presi il braccio e mi misi in mezzo.
Io: "non fare ciò di cui potresti pentirti" dissi stringendogli il pugno.

Lui mi guardò e sembrò calmarsi un po', rilassando la sua mano nella mia, almeno fino a quando quell'uomo non parlò di nuovo.
X: "ti serve anche la badante ora? Patetico" ghignò guardandoci schifato.

Io gli diedi un'ultima stretta di mano, ma poi mi girai verso colui che si considerava suo padre.
Io: "senta non so chi sia lei, ma sicuramente qui non è gradito, perciò al posto di fare la testa di cazzo non può farla finita e andarsene?" dissi guardandolo serio, scazzato.

Sentì Minho stringermi la mano, ma ridacchiò, mentre l'uomo mi guardava stupito.
X: "maleducato di un ragazzino, sai almeno con chi stai parlando?" chiese alzando la voce;
Io: "no e non me ne può fregare di meno" risposi alzando le spalle;
X: "bastar-" sussurrò alzando un pugno;
Minho: "non osare toccarlo o giuro che sarà l'ultima cosa che farai in vita tua" sussurrò spingendomi di nuovo dietro di lui e prendendo tra la mano il pugno di suo padre.

Lui lo guardò male, ma alla fine lasciò perdere e si ricompose.
X: "d'accordo, allora andrò dritto al punto" rinunciò aprendo la sua valigetta nera.

Ne estrasse una bustina trasparente, dalla quale poi tirò fuori un documento.
X: "devi ritirare la tua firma" disse porgendoglielo insieme ad una penna nera;
Minho: "ti ho già detto che non ho intenzione di farlo" protestò incrociando le braccia al petto;
X: "devi invece, così il nostro cognome sarà riconosciuto in tutto il mondo e saremo ancora più ricchi" insistette guardandolo entusiasta;
Minho: "ti sono sempre e solo interessati il potere e i soldi" sussurrò guardando il foglio;
X: "come se per te fosse diverso" disse sbuffando subito dopo;
Minho: "tu non sai niente di me" borbottò guardandolo con sguardo rigido;
X: "no e non mi interessa saperlo, firma solo questo maledetto documento e facciamola finita" rispose porgendogli di nuovo il foglio;
Minho: "ho detto di no e non ho intenzione di cambiare idea" protestò ancora spingendo via il foglio "non farti più vedere" aggiunse prendendo la maniglia della porta, per poi sbattergliela in faccia.

Sospirò pesantemente, per poi girarsi e andare in cucina.

Nello stesso istante suonò il campanello, così controllai dallo spioncino e assicurato che non fosse ancora l'uomo, aprì.
X: "buongiorno signorino, ecco a lei" mi salutò sorridendomi cordialmente e porgendomi il sushi;
Io: "grazie mille, buona giornata" risposi sorridendogli di rimando e prendendo la busta.

Il ragazzo se ne andò, così io richiusi la porta e tornai in cucina da Minho.
Io: "era il sushi tranquillo" dissi entrando, dato che mi stava venendo in contro già incazzato;
Minho: "oh, okay" rispose aprendo le buste che avevo appena poggiato sul tavolo.

Ci mettemmo a mangiare tutto ciò che avevamo ordinato e Minho sembrava essersi un po' tranquillizzato, anche se si vedeva ci stesse ancora pensando.
Io: "non voglio forzarti a dirmi niente, ma posso sapere cos'è appena successo?" chiesi guardandolo esitante.

Minho continuò a mangiare per un po', ma alla fine poggiò le bacchette e alzò la testa verso di me.
Minho: "grazie per avermi calmato, non mi sarei trattenuto se non fosse stato per te" disse guardandomi serio;
Io: "figurati... tu grazie per avermi 'salvato'" risposi mettendo le virgolette a 'salvato';
Minho: "si è meritato tutto ciò che gli hai detto, perciò è stato un piacere" disse alzando le spalle.

Nella stanza regnò ancora il silenzio, tranne le fusa delle tre gattine.
Minho: "mi dispiace per tutta questa situazione" sussurrò giocando con il suo sushi;
Io: "non fa niente, non è colpa tua" lo tranquillizzai sorridendogli leggermente.

Lui alzò lo sguardo e ricambiò il mio sorriso.
Minho: "ti starai chiedendo se era veramente mio padre... e la risposta è sì, purtroppo" disse sbuffando subito dopo;
Io: "mi dispiace... ma tua madre?" chiesi guardandolo curioso;
Minho: "un giorno te lo dirò, ma ora non è importante" rispose guardandomi senza battere ciglio;
Io: "non sei costretto lo sai" risposi sorridendogli leggermente.

Rimasi in silenzio un po', quando mi venne in mente un'altra domanda.
Io: "dici che verrà ancora?" chiesi riprendendo le mie bacchette;
Minho: "sicuro, non si arrenderà finché non avrò ritirato la mia firma" rispose bevendo un sorso di soju;
Io: "posso sapere per cos'è?" chiesi esitante "non sei costretto se non vuoi ovvia-" aggiunsi subito guardandolo preoccupato;
Minho: "nono, tanto prima o poi lo verresti a scoprire comunque dato che sei il mio assistente" mi interruppe alzando le spalle.

Esitò un attimo prima di parlare, ma alla fine prese un respiro profondo e procedette.
Minho: "vuole che ritiro la mia firma dal contratto di divorzio" spiegò guardandomi serio;
Io: "d-divorzio?" balbettai guardandolo confuso;
Minho: "già, io ora sarei sposato, Jisung e mio padre non mi lascia divorziare per via dei soldi" rispose, sospirando subito dopo.

Io lo guardai basito e mi caddero le bacchette sul tavolo con un tonfo.

~
... ops🫣
Ve lo aspettavate?

CEO-MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora