Viola

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Jisung pov

Io: "ma quindi è già in cella tuo padre?" chiesi mettendomi l'accappatoio;
Minho: "sì e mi hanno anche chiesto di andare a trovarlo, ma naturalmente ho rifiutato" rispose pettinandosi i ciuffi blu scuro;
Io: "mmmh, più avanti andrai?" domandai prendendo un asciugamano;
Minho: "tra 40 anni magari, quando non riuscirò neanche ad alzarmi dal divano" ironizzò prendendomi lo straccio e iniziando a passarmelo sui capelli bagnati;
Io: "non ti biasimo sai" lo appoggiai chiudendo gli occhi;
Minho: "ti piace proprio quando ti toccano i capelli" commentò massaggiandomi lentamente la cute;
Io: "solo se sei tu o Changbin quando mi deve fare un favore" precisai rialzando le palpebre;
Minho: "quel ragazzo lo maltratti sempre" borbottò mettendo da parte l'asciugamano e infilando direttamente le dita tra i miei capelli, iniziando a lisciarmeli.

Sorrisi e mi lasciai cullare dai suoi movimenti delicati.
Minho: "non addormentarti che dobbiamo uscire" ordinò dandomi una leggera sberlina sulla nuca;
Io: "per forza?" domandai facendogli le labbrucce dallo specchio;
Minho: "sì e devi vestirti anche bene perché è un appuntamento" mi incalzò staccandosi da me.

A quelle parole, spalancai gli occhi e mi girai di scatto verso di lui.
Io: "un a-appuntamento? Cioè appuntamento, a-appuntamento?" balbettai ansioso;
Minho: "esattamente, il nostro primo vero appuntamento" affermò sorridendomi;
Io: "ma-" borbottai iniziando ad andare in panico;
Minho: "vado a cambiarmi, tu finisci di sistemarti e poi raggiungimi" disse dandomi un bacio in fronte e uscendo dal bagno.

Io rimasi a fissare la parete di fronte a me, non riuscendo a metabolizzare ancora ciò che mi era appena stato detto.
Io: "appuntamento... appuntamento" ripetei in trans.

CAZZO.

Saltai in aria da solo e iniziai a fare tutto in fretta e furia, pettinandomi i ciuffi e infilandomi i boxer.

Mi asciugai ancora un po' i capelli, per poi sistemare tutto al proprio posto e andare in camera.

Spalancai la porta e, senza neanche prestare attenzione al ragazzo mezzo nudo nella stanza, aprì l'anta dell'armadio.
Io: "COSA CAZZO MI METTO" urlai fissando la cabina;
Minho: "ho detto a Wooyoung di portare qui tutti i tuoi vestiti" mi informò dalle mie spalle;
Io: "e ti sembra abbastanza? Dovrei essere conciato al meglio per una cosa del genere e mi rifiuto di vestirmi come al solito" ribattei portandomi le mani tra i capelli "poi non dovresti vedermi prima, porta sfortuna e-" continuai parlucchiando a vanvera;
Minho: "hey, Ji fermo" mi interruppe prendendomi per le spalle e girandomi verso di lui "respira" impose guardandomi serio.

Annuì e feci un respiro profondo, poi un altro e un altro ancora, riuscendo a calmarmi pian piano.
Minho: "va meglio?" domandò accarezzandomi i fianchi;
Io: "mmmh" bofonchiai svogliatamente;
Minho: "non dobbiamo andare a spose, stai tranquillo e poi sai che non me ne può fregare di meno di ciò che indossi" mi tranquillizzò sorridendo;
Io: "lo so, però..." borbottai sconsolato;
Minho: "ti amo così come sei, per quanto mi riguarda potresti venire pure così" proferì buttando uno sguardo veloce sul mio corpo;
Io: "sono nudo Minho" precisai guardandolo male;
Minho: "appunto, ancora meglio" rispose facendomi l'occhiolino;
Io: "sei un pervertito Lee Minho" lo incolpai spingendolo via;
Minho: "sei tu che mi fai questo effetto" si giustificò ridacchiando;
Io: "sempre colpa mia" mi lamentai facendogli la linguaccia.

Lui rise ancora più forte, ma dovette bloccarsi a causa del campanello.
Minho: "sarà Wooyoung" ipotizzò uscendo dalla stanza.

Sospirai e mi sedetti sul letto, aspettando il blu con i miei vestiti, che fortunatamente non tardarono ad arrivare.
Minho: "dovrebbe aver preso tutto, sennò puoi sempre usare i miei" indicò poggiando la borsa accanto a me sul materasso.

Aprì subito la cerniera ed estrassi tutto ciò che conteneva, dal primo all'ultimo accessorio.
Io: "ha preso pure il mio set di trucchi, lo amo" espressi afferrando il mio borsellino;
Minho: "gliel'ho detto io" controbatté sedendosi dal lato opposto rispetto al mio;
Io: "allora amo te" risposi prendendo un paio di jeans di cui non ricordavo nemmeno l'esistenza;
Minho: "io no" negò aiutandomi a togliere tutto;
Io: "zitto ed esci" lo snobbai dandogli un calcio sulle gambe;
Minho: "perché?" chiese guardandomi male;
Io: "perché devo scegliere e tu mi sconcentri" spiegai semplicemente indicando la porta;
Minho: "ma questa è la mia camera" definì incrociando le braccia al petto;
Io: "quando dovevamo scopare però era anche mia" ribattei guardandolo con un sopracciglio alzato.

Lui mi guardò offeso, ma alla fine sbuffò e se ne andò.

Sorrisi, soddisfatto del mio operato e potei fare un breve check di ciò che c'era da indossare.

Scartai subito le cose semplici, quindi felpe, pantaloni di tuta e maglie, lasciando jeans, camice, pantaloni in pelle e qualche gonna.
Io: "MINHO VUOI CHE METTO LA GONNA?" urlai cercando di farmi sentire dall'altro, che probabilmente si trovava in soggiorno ad infastidire i suoi poveri gatti;
Minho: "SIII" assentì entusiasta.

Ridacchiai e alla fine optai per la gonna viola scuro con delle catenelle, dei collant color carne, una camicia nera bucata e in fine, una semplice giacca del medesimo colore.

Soddisfatto della mia scelta, presi tutto e mi chiusi in bagno.

Appena sbattei la porta però, essa si riaprì, così mi schiacciai direttamente contro essa.
Minho: "voglio vedereeee" si lagnò dall'altro lato;
Io: "no, dopo" negai buttandolo fuori.

Quando stava per ribattere di nuovo, girai la chiave, in modo tale che non poteva più disturbarmi.
Minho: "stronzo" mi insultò battendo i pugni sulla porta;
Io: "lo so, grazie mille" risposi ridendo.

Lo sentì sbuffare, ma dopo qualche minuto dei passi echeggiarono nella casa, segno che se ne fosse andato.

Così, potei iniziare a cambiarmi senza nessuna interruzione.

Misi la mia playlist su Spotify e mi sistemai sul ritmo delle mie canzoni preferite, canticchiando e ballando quando avevo le mani libere.

Finito di cambiarmi e mettermi gli accessori, passai al trucco, addobbandomi con l'eyeliner, un po' di mascara e del leggero ombretto viola, abbinato alla gonna.

Mi sistemai il meglio possibile le ciocche ribelli e, dopo essermi dato un'ultima occhiata veloce allo specchio, uscì.

Entrai ancora in camera, con l'intento di sistemare tutti i vestiti, ma un rumore improvviso dietro di me, mi fece girare di scatto.

Sorrisi a ciò che mi ritrovai davanti: un Minho con la bocca spalancata, intento a squadrarmi da testa a piedi.
Io: "ti piaccio?" domandai facendo una giravolta;
Minho: "wow" sussurrò continuando a fissarmi, allibito.

Gli angoli della mia bocca si alzarono ancora di più e mi avvicinai a lui, poggiando le braccia sulle sue spalle e allacciandole attorno al suo collo.
Io: "non sbavare è" lo presi in giro ridacchiando.

In risposta, sbatté più volte le palpebre e finalmente sembrò ripigliarsi.
Minho: "sei stupendo" si complimentò stringendomi i fianchi poco coperti;
Io: "anche tu" risposi avvicinandomi a lui.

Mi sorrise e unì le nostre labbra, muovendosi con calma e dolcemente.

Ricambiai senza esitazione, approfondendolo leggermente.

Ci staccammo per mancanza di fiato dopo qualche minuto.
Minho: "andiamo?" chiese offrendomi una mano;
Io: "andiamo" affermai prendendola e intrecciando le nostre dita.

Ci sorridemmo di nuovo e ci infilammo le scarpe, per poi uscire di casa mano nella mano.

~
Vorrei parlare del fatto che i Minsung (quelli veri) stanno uscendo un po' troppo spesso in questo periodo e la mia poca sanità mentale sta andando sempre più a puttane :))

CEO-MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora