Cicatrice

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Minho pov

Wooyoung: "ti fa niente se vado da San?" mi chiese prima che potessi scendere dall'auto;
Io: "vai tranquillo" affermai aprendo la portiera;
Wooyoung: "grazieeee" esultò entusiasta.

Sorrisi e lo salutai, chiudendo la macchina.

Aprì il cancello e percorsi velocemente il piccolo sentierino.

Salì le scale e con mia grande sorpresa, trovai la porta già aperta.

Quante cazzo di volte gli avevo detto di chiudere.

I miei pensieri vennero subito cacciati via alla vista di ciò che mi trovai davanti.

Jisung sdraiato a terra, con quel schifoso verme sopra che lo tirava dal colletto della felpa.

Scattai in avanti e presi il pugno di mio padre prima che potesse andare a segno, tirandolo bruscamente via dal moro.

Me lo posizionai davanti, mentre l'ira mi trasformava pezzo per pezzo.
Jihoon: "ti stavo aspettando" ghignò facendo una risatina divertita;
Io: "che cazzo vuoi?" sibilai stringendo i pugni, tanto che mi si ficcarono le unghie nella carne;
Jihoon: "ero venuto solo a salutare il tuo fidanzatino" si giustificò alzando le mani in segno di resa;
Io: "è inutile che ci provi, ormai sono divorziato e non puoi farci più niente" dissi mantenendo lo sguardo fisso sul suo, pronto a qualsiasi evenienza;
Jihoon: "ma puoi rimandare il documento" protestò sistemandosi la cravatta blu;
Io: "dovrai passare sul mio corpo" sussurrai fissandolo con occhi di fuoco;
Jihoon: "l'ho fatto una volta, posso farlo ancora" rispose collegando le dita delle sue mani;
Io: "non oseresti" proferì puntandogli un dito contro.

L'uomo rise ancora, lanciando una veloce occhiata al minore, che ormai era già in piedi ad osservare tutto.
Jihoon: "mi ha detto che non gli hai ancora rivelato niente sulla cicatrice" commentò mantenendo lo stesso identico sorriso da maniaco;
Jisung: "sta mentendo, io non gli ho detto niente" prese la parola avvicinandosi leggermente a me;
Jihoon: "ma tu non te ne stai mai zitto brutto frocetto?" si lamentò girandosi verso di lui.

A quelle parole, non riuscì più a trattenermi e scattai in avanti, prendendogli il collo tra le dita.

Lo spinsi contro il muro, stringendo sempre di più la presa.
Io: "non.osare.rivolgergli.la.parola" ringhiai scandendo bene ogni singola parola;
Jihoon: "dai Minho stringi, vendica Yujin avanti" esortò cercando di fare una frase di senso compiuto, dato che l'ossigeno scarseggiava sempre di più;
Io: "quel nome non merita di uscire dalla tua disgustosa bocca" sbottai ficcandogli le unghie nella pelle.

La vittima provò a parlare, ma dalla gola non gli uscì nessun suono.

Pian piano la sua faccia si colorò di un freddo bianco cadaverico, segno che ormai era al limite.

Ci fissammo e continuai a stringere, peccato che i miei polsi vennero circondati delicatamente da due dita.
Jisung: "fermati o diventerai come lui" mormorò alzando lo sguardo sul mio;
Io: "tu non sai quello che ha fatto" giudicai tenendo lo sguardo fisso su mio padre;
Jisung: "lo so, ma so che non vuoi rifare il suo stesso errore" definì continuando a guardarmi, supplicante.

Aveva ragione, se lo uccidevo, diventavo come lui.

Sbuffai e lo liberai, facendolo tossire più volte.
Io: "farò in modo di mandarti in prigione, fosse l'ultima cosa che faccio in vita mia" giurai spingendogli l'indice sul petto;
Jihoon: "e come pensi di fare?" chiese portandosi una mano sul collo sfumato tra il viola e il rosso;
Io: "lo scoprirai" risposi allontanandomi "ora esci" esigei indicandogli l'uscita;
Jihoon: "non finisce qui" avvisò riaprendo la porta che nel mente si era richiusa automaticamente.

La sbatté e io andai subito a chiudere a chiave, controllando anche dallo spioncino che se ne andasse definitivamente.

Mi spostai solo quando ne fui sicuro, per poi sospirare e girarmi.
Io: "stai bene?" domandai andando dal minore e prendendogli le guance paffute tra le mani "vuoi una crema o qualcosa? Non so se ci sono qui, vado in farmacia a pren-" mi impanicai continuando a parlucchiare a raffica;
Jisung: "stop" mi bloccò posandomi una mano sul petto "sto bene, mi pulsa ancora un po' la testa, ma per il resto sto bene, guarirà" mi tranquillizzò sorridendomi;
Io: "sicuro? Guarda che non mi costa niente andare in farmacia, è qui vicino" insistetti ancora preoccupato;
Jisung: "sicuro, te lo dico se mi fa male, va bene?" assentì accarezzandomi il petto da sopra la camicia;
Io: "mmmh, va bene" cedetti abbassando le mani.

Mi si avvicinò, dandomi un leggero bacio a stampo.
Io: "scusa per tutto questo casino" bofonchiai abbassando la testa;
Jisung: "non è colpa tua" mi contraddisse poggiando le mani sulle mie spalle.

Gli sorrisi e mi staccai, guidandolo sul divano.
Jisung: "oh, spengo" disse afferrando il telecomando e spegnendo l'anime, da cui ormai scorrevano solo sottotitoli bianchi e neri "ci sono" affermò dandomi la sua completa attenzione;
Io: "voglio raccontarti di mia madre, Yujin, quella che ha nominato prima Jihoon e quindi, anche di questa" spiegai indicando il mio busto;
Jisung: "ne sei sicuro? Non voglio obbligarti" ribadì guardandomi serio;
Io: "tranquillo, voglio farlo" affermai sorridendogli.

Ricambiò e mi prese le mani, stringendole.
Io: "si chiamava Choi Yujin ed era una donna fantastica, dolce, gentile, altruista, ma allo stesso tempo non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, tranne dalle persone che amava... sai tu mi ricordi lei in un certo senso" cominciai accarezzando la testolina di Dori, che naturalmente non aveva perso l'occasione per farsi coccolare "non era ricca, era semplice, viveva in una casetta nella campagna, almeno fino a quando ha incontrato mio padre" ripresi guardandomi in giro, ripescando nel mio turbolento passato "si erano incontrati per caso in un bar e da lì avevano iniziato ad uscire insieme, si erano sposati e vivevano felici, nonostante il brutto caratteraccio di mio padre, lei riusciva sempre a controllarlo... poi sono nato io e tutto è degenerato" sussurrai sospirando.

La stretta sulle mie mani aumentò ancora di più e incontrai il volto sorridente del minore.
Io: "ha 17 anni feci coming out e come mi aspettavo, mio padre non mi accettò" dichiarai distogliendo ancora lo sguardo dal suo, non riuscendo a sostenerlo "mia madre invece, si era subito schierata dalla mia parte, peccato che questo portò alla sua morte" aggiunsi con gli occhi lucidi "12 agosto, il giorno del suo compleanno e del suo decesso" definì non riuscendo a trattenere una piccola lacrima solitaria, che il castano non esitò a cacciare via dalla mia guancia "quel giorno, avevo detto a mio padre che ero fidanzato con un ragazzo, Park Sunghoon e si era incazzato a tal punto da attaccarmi con un coltello da cucina. Nello stesso istante era entrata mia madre e aveva preso le mie difese, mettendomisi davanti e proteggendomi, nonostante suo marito continuava a minacciarci con quel coltello" continuai cercando di trattenere le lacrime di tristezza miste a rabbia, che minacciavano di sgorgare dagli angoli dei miei occhi "alla fine, mio padre venne accecato dalla rabbia e accoltellò entrambi o meglio, provò con me, ma Yujin mi spostò in tempo per non uccidermi, ma non tanto per non farmi questo" precisai indicando la mia famosa cicatrice "dato che non era riuscito a colpire me, passò a sua moglie, solo che lei la prese in pieno, facendola cadere a terra in una pozza di sangue e io non provai neanche a chiamare l'ambulanza, sapevo già che era morta. Tuttavia, la cosa che mi ha fatto soffrire di più in tutto questo, è che mio padre non è dispiaciuto, dai suoi occhi non è scesa neanche una singola lacrima, ma se n'è fregato completamente, sia in passato che ora" conclusi accarezzando il musino di Soonie.

Il silenzio regnò nella stanza e io portai finalmente lo sguardo sul minore, il quale era pieno di lacrime.
Io: "hey" sussurrai avvicinandomi a lui.

Gli presi il viso e lo poggiai sul mio petto, abbracciandolo.
Jisung: "ti amo" biascicò tirando su col naso;
Io: "anche io ti amo Ji, ma non piangere, ora sto bene, davvero" risposi accarezzandogli i capelli;
Jisung: "e così sei venuto a vivere qui?" ipotizzò staccandosi quanto bastava per guardarmi;
Io: "già" affermai spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio;
Jisung: "grazie per esserti aperto" mi ringraziò stringendomi la vita.

Al posto di rispondere a parole, gli presi il mento tra le dita e poggiai le mie labbra sulle sue, muovendole teneramente e lentamente.

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Classica storia lo so :)
Comunque preparatevi perché non manca molto alla fineee<33

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