Axel

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Ancora non riesco a crederci, ho i nervi a tremila, quel fottuto bastardo l'ha baciata, davanti ai miei occhi, avrei voluto ucciderlo, per sua fortuna c'erano gli altri, ma adesso non mi scappa.

Dopo aver lasciato Stella, mi dirigo veloce verso la confraternita, prima, seconda, terza, ingrano sempre di più la marcia e la lancetta del contachilometri sfiora i duecento km orari, sfreccio veloce, passando forse due volte con il rosso, ricevendo parecchi insulti da altri automobilisti. Sono accecato dall'ira.

Arrivato a destinazione vedo che all'interno ci sono ancora tante persone, la festa prosegue senza problemi, esco dall'auto e avvicinandomi all'entrata trovo Noah intento nel pomiciare con una biondina, ma appena mi nota sott'occhi, lascia perdere il suo assalto a quella ragazzina e si fionda su di me.

«Ehi amico, cosa fai?», bloccandomi il passaggio e allontanandomi dal cortile.

«Che cazzo vuoi Noah? Lasciami passare.» lo spingo leggermente per poi dargli una spallata passandogli accanto.

«Axel, non puoi entrare lì dentro, forza vieni qui.» mi raggiunge in fretta impedendomi di nuovo di entrare.

«Che cazzo ti prende eh? Non è serata per cui togliti dai coglioni se non vuoi che me la prenda anche con te.» sbotto innervosito dal suo comportamento.

«Liam mi ha ordinato di non farti più entrare, lo sai che comanda lui qui. Per cui Axel va' via. Ne parlerete domani con calma.»

«Sarebbe per caso una minaccia, questa? Ah non ci credo cazzo!» un sorriso nervoso spunta sulle mie labbra, e mentre guardo negli occhi Noah, deciso a dargli una testata per togliermelo dalle palle, sento alcune voci e risate, provenire dagli scalini di fronte a noi. Sposto lo sguardo verso l'entrata, e come una visione, lo vedo. Liam in compagnia della bionda e della rossa.
Lascio perdere Noah, spintonandolo malamente e mi avvicino inferocito verso loro.

«Ma davvero ''amico'' adesso ordini agli altri di non farmi più entrare? Che c'è hai paura che ti rompa l'altr'occhio?» chiedo adirato, sputando a pochi centimetri dalla punta delle sue scarpe, nuove di zecca, e lo sfido con lo sguardo.

«Axel, non sei in te stasera. Insomma mi hai distrutto la faccia solo perché mi sono baciato quella mocciosa del cazzo!» risponde divertito, mentre scende dagli scalini e si avvicina a me, ora lo sovrasto con la mia altezza, osservo i suoi lividi, e cazzo l'ho ridotto davvero male., un po' mi fa pena. Ma nel momento in cui ripenso al bacio di poco fa, ecco che i sensi di colpa svaniscono, e la voglia di prenderlo a pugni, ritorna prepotente.

«Gin, Vic...andate. Ho bisogno di parlare da solo con il mio amico.» ordina ad entrambe e senza obiettare si allontanano da noi.

«Allora? Che cazzo ti è preso? Si può sapere?»

«Ah bella questa, tu che chiedi a me che cazzo mi è preso?»

«Si amico, insomma. Sappiamo benissimo entrambi, che non te ne frega un cazzo di quella insulsa ragazzina, quindi? Mi devi delle spiegazioni, e delle scuse, perché la mia bellissima faccia lo pretende, non potrò più rimorchiare per un bel po', per cazzi tuoi. Guarda come mi hai conciato!»

E mentre osservo il suo volto, e ascolto le sue parole, non riesco a capire che cazzo mi sta succedendo. Lui è il mio migliore amico, l'unico di cui mi sia fidato ciecamente, darebbe la sua vita per me e io per lui. Ma non so per quale motivo non mi pento della mia reazione, anzi tornassi indietro probabilmente lo colpirei più forte. Le labbra di Stella sulle sue, le loro lingue a contatto, la sua mano mentre le sfiorava il fianco destro, ed ecco che ritorno a vedere tutto bianco intorno a me, il respiro ritorna ad essere irregolare, così come il battito del mio cuore, che pulsa freneticamente, sembra quasi voler uscire dal petto.

Due anime cadute Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora