Capitolo 37

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Pov Axel

Il rumore della portiera che sbatte rimbomba nelle orecchie, la sua figura si allontana man mano sempre di più dalla mia autovettura ma soprattutto da me...

Questa volta, come tutte le altre d'altronde, l'ho fatta grossa.

Il cellulare continua a vibrare ininterrottamente, il display s'illumina e il nome di Victoria lampeggia a caratteri cubitali. La rabbia inizia a crescere sempre di più, affondo sul pedale dell'acceleratore e la lancetta dei contachilometri schizza sui cent'ottanta. Sfreccio per le strade della città accecato dall'ira ma devo stare calmo, non posso perdere la pazienza ora, non posso rischiare di mandare tutto a puttane. Arrivato a destinazione parcheggio in fretta e spengo il motore. Respira Axel, respira. Devi farlo per tuo fratello, pensa ad Aiden, cazzo!

La mano destra riprende a tremare per il nervoso, in questo momento mi servirebbe proprio un bel sacco da boxe o meglio ancora la faccia di quel bastardo di mio nonno.

Messaggio da Victoria

Axel dove cazzo sei?

Se tra cinque minuti non ti vedo entrare da quella cazzo di porta io...

Online

Sta scrivendo...

Rispondo per metterla a tacere una volta per tutte.

Sono fuori

Scendo dall'auto inferocito, nello stesso momento vedo Victoria uscire dalla porta principale di casa sua e correre nella mia direzione. Indossa un vestitino inguinale e dei tacchi vertiginosi, sta quasi per cadere ma per fortuna, mia aggiungerei, si riprende in fretta. In quanto a cadute la tua stellina è la numero uno, mi suggerisce il mio...come volete chiamarlo? Grillo parlante? Voce fuori campo? Il diavolo e l'angelo, insomma avete capito. Mi viene da sorridere perché effettivamente ha ragione, Stella la maggior parte delle volte è molto goffa, ma non so perché trovo tutto ciò molto dolce e attraente.

«Insomma si può sapere dove cazzo sei stato?» la voce strillante di Vic mi riporta alla realtà. Il sorriso che si era creato pochi secondi fa nel pensare a lei, muore all'istante lasciando il posto al mio solito broncio.

«Te l'ho detto un mio amico aveva bisogno di me!» sbotto scocciato.

«Ah si? Siamo sicuri sia stato un amico e non amica?» insiste scettica.

«Victoria smettila, non rompermi il cazzo. Adesso sono qui no? Andiamo dentro» taglio corto in fretta e con passo felpato mi allontano da lei per entrare in casa.

La casa dei Johnson è molto grande, certo non quanto la mia, ma abbastanza rispetto alla norma. Supero il vialetto ricoperto da piccoli sassolini seguito a ruota da Victoria che nel frattempo continua a parlarmi e ricoprirmi d'insulti.

Apro la porta senza bussare e senza chiedere il permesso a nessuno, purtroppo qui sono di casa. Appena metto piede all'interno di questa dimora del cazzo, vengo accolto dalla domestica Evelyn una ragazza più o meno della nostra età, il Signor Johnson ha insistito tanto per assumerla decantando le sue doti in cucina, e che doti! Già... diciamo che io abbia già provato, come dire...insomma avete capito.

«Bentornato Axel, i signori aspettano impazienti nella sala da pranzo.» m'informa con voce mielata, avvicinandosi a me

«Evelyn per te lui è il Signor Davis, non Axel. E torna subito in cucina a dare una mano, vieni pagata per lavorare non per fare la gatta morta con il mio fidanzato e futuro marito!» sbotta inferocita, marchiando come al solito il territorio.

«Io...mi scusi Signore non era mia intenzione...» la poveretta è in difficoltà e decisamente imbarazzata. Le sue gote si tingono di rosso e a stento riesce a mantenere il contatto visivo con me. Il suo imbarazzo e la sua condiscendenza mi riportano con la mente da lei... Chissà cosa starà pensando in questo momento...

Due anime cadute Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora