Capitolo 47

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Eccomi stelline, il capitolo è pronto. Riempite la stellina in basso mi raccomando, è molto importante per me e per la storia. ✨🫶🏻






Mi butto sul letto sfinita, priva di forze, l'impronta del rossetto sul collo di Axel è stampata ormai anche nei miei pensieri

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Mi butto sul letto sfinita, priva di forze, l'impronta del rossetto sul collo di Axel è stampata ormai anche nei miei pensieri.

Tu eri qui a prepararti, a farti bella, a rendere speciale la serata per lui, e invece lui era a farsi sbaciucchiare e chissà cos'altro si sarà fatto fare da...

Mi premo forte le orecchie nella speranza di poter far tacere la voce dentro di me che mi urla quanto sono stupida e infantile. Ma niente da fare, non vuole andarsene, non vuole assolutamente lasciarmi in pace.

Forse perché ho ragione? Quel ragazzo ti ha resa ridicola in tutti i modi possibili e tu gliel'hai lasciato fare...

Si è maledettamente vero tutto ciò, ma ora basta. Axel Davis non riuscirà mai più a prendersi gioco di me, non glielo permetterò, non più.

Ripeto a me stessa, cercando di autoconvincermi a non mollare, a non essere più così stupida, osservo la mia immagine riflessa allo specchio, di fronte a me, e mi vergogno tantissimo, a stento riesco a riconoscermi.

Il suono del campanello mi riporta indietro alla realtà, guardo l'orologio al mio fianco, segna le quattro e trenta, mi chiedo chi possa mai essere a quest'ora.

Mentre percorro la scalinata che mi conduce all'ingresso inizio a percepire il baccano fuori dalla porta di casa.

Apro di colpo e per poco Axel non scivola sbattendo di nuovo di testa contro l'asfalto. Questa volta però a tenerlo su per non farlo cadere ci pensa Henry, aspetta un attimo Henry?

«E tu cosa ci fai qui? E inoltre la smettete di suonare e di fare baccano fuori casa mia?»

«Ciao anche a te Stella. Credimi non era nei miei piani svegliarmi nel bel mezzo del sonno per venire qui fuori in pigiama e svegliarti ma il coglione qui ha deciso di venire a rompermi il cazzo. Si è attaccato al campanello di casa mia, svegliando mia madre e chiedendo di poter entrare e dormire perché tu l'hai sbattuto fuori di casa e tu lo sai com'è mia madre, ha iniziato ad impietosirsi di...»

«Cristo che mal di testa. Quanto cazzo parli amico?» borbotta l'ubriacone Axel al suo fianco, sorretto dalle braccia del mio amico.

«Ehi ringrazia che ti sto aiutando altrimenti...»

«Okay basta, non ho voglia di ascoltare ora i vostri battibecchi. Allontanatevi da casa mia e non provate più a cercarmi.»

Sto per chiudere la porta ma Henry la blocca. «Stella aspetta, ti prego. Non andare.» m'implora Henry.

E così per mettere fine a tutto ciò apro nuovamente la porta e con lo sguardo cerco di minacciare entrambi «Cosa vuoi Henry?»

«Ascolta non so cosa abbia combinato e perché si trova in queste condizioni ma a casa mia non lo voglio. Quindi o metti da parte la tua rabbia e lo fai entrare in casa tu oppure non esiterò a lasciarlo qui sugli scalini di casa tua.»

Due anime cadute Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora