Capitolo 36

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Auguri stellina? Non si fa vivo da tre settimane, m'ignora completamente e adesso se ne esce con AUGURI STELLINA?

Nemmeno il tempo di realizzare, di trovare le parole adatte da esprimere che lui si allontana da me e con nonchalance esce fuori dalla cucina.

No, adesso basta! Non può venire qui, il giorno del mio compleanno, rivolgermi delle misere parole, rovinarmi l'umore e poi scappare via.

Nervosa, amareggiata e aggiungerei incazzata nera, mi appresto a raggiungerlo fuori.

L'aria fredda colpisce in pieno il mio corpo caldo, coperto solo da un misero pezzo di stoffa. Dalla fretta non sono tornata in camera per prendere il cappotto. Mi volto da una parte e l'altra per cercarlo, ma di lui non si vede nemmeno l'ombra. Alla mia destra ci sono coppie che ridono e scherzano tra di loro, mentre alla mia sinistra un gruppo di ragazzi intenti a parlare di sport.
Con le mani cerco di riscaldarmi le braccia ormai ghiacciate.

Mi allontano un po' e come una cretina mi metto a cercarlo.

Dopo aver perlustrato l'intero giardino di Nat, mi ritrovo sul retro della villa, dove con mia sorpresa trovo una piscina dalle grandi dimensioni. E poi lo vedo...è lì, seduto comodamente su una chaise lounge, avvolto dal buio della notte mentre fuma una sigaretta in completa tranquillità.

Cerco di avvicinarmi silenziosamente e a piccoli passi, ma il ticchettio delle décolleté mi tradisce...

«Lo so che sei tu» la sua voce rauca e calda per via del fumo, squarcia il silenzio che ci circonda.


«In realtà speravo mi seguissi...» aggiunge dopo un attimo di silenzio. Imbambolata nell'ascoltare la sua voce e incapace di rispondergli, resto dietro di lui, immobile, senza fiatare, quasi come fossi un palo.

La forza, il coraggio e la rabbia di pochi secondi fa, svaniscono all'improvviso. Così per evitare di commettere sempre lo stesso errore, decido di andare via senza dire nulla. Devo assolutamente allontanarmi da lui, ora!


«Perché stai andando via?» chiede, voltandosi.

Mi fermo all'istante, bloccata dalla sua domanda senza dargli una risposta. Non mi giro, continuo a dargli le spalle, non sapendo più cosa fare. D'un tratto percepisco dietro di me la sua presenza, che lentamente si avvicina sempre di più al mio corpo.


Il freddo avvertito fino a pochi secondi fa, viene spazzato via da un calore improvviso. Com'è possibile che solo la sua vicinanza mi faccia quest'effetto?

«Sei stupenda con questo vestitino...Lo sai?» chiede tra i miei capelli, mentre mi cinge la vita.


«Ax-el va-va via» balbetto insicura della mia risposta. Mi ha appena detto che sono stupenda... Il freddo deve averti congelato il cervello e la lingua, o a farti questo effetto è il bastardo che ti ha ignorato per tutti questi giorni? Già, stupida vocina ficcanaso. Ma ha ragione, non devo dargliela vinta, può adularmi quanto vuole, con me non attacca più Mr. Davis!


«Vuoi che me ne vada? Sei sicura?» sollecita con la sua voce calda e profonda


Tentenno nel rispondere e così lui insiste «Non ti vedo così convinta...»


Stanca del suo modo di giocare e di prendermi in giro, ritorno in me e mi allontano completamente dal suo corpo. Immediatamente risento l'aria fredda di dicembre, entrare nelle mie ossa. Mi volto per guardarlo in viso, la sua espressione è sorpresa ma divertita allo stesso tempo.


Due anime cadute Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora