Il blog di Armando

Ecologia e cinghiali, 7 Dicembre 2019

Stamani ho fatto un giretto nel bosco dove ho incontrato una coppia di anziani vicino a un casello. Mentre parlavo con loro è sopraggiunto un uomo sui sessantacinque anni, agghindato da atleta, con in spalla la bicicletta. Ansimava sotto il peso del suo mezzo. Il sentiero, in quella zona, ha una pendenza non indifferente ed è impervio a tal punto da non permettere ai temerari ciclisti di risalirlo in sella alle loro bici.

Uno dei due uomini gli ha chiesto chi glielo faceva fare alla sua età e il perché non si facesse un giro sulla pista ciclabile che costeggia il fiume. Lui ha risposto, gonfiandosi i polmoni e sistemando la cerniera della sua tutina ultra attillata, che lì è più bello. Quando gli ho spiegato che le bici danneggiano i sentieri si è arrabbiato, ci ha detto di farci i c.... nostri e se ne è andato. Non mi stupirei se cento metri più avanti fosse crollato a terra vinto da un infarto.

Sono rimasto un altro po' a parlare con i due anziani. In questo periodo la Regione ha aperto la caccia al cinghiale. Si svolge di notte, con pattuglie di minimo dieci persone per riuscire a stanarli. Qualcuno, in paese, si è di già lamentato, sia per il rumore degli spari che per la caccia in sé. L'altra notte pare che un gruppo di persone, i due anziani non mi hanno saputo dire se sono gli stessi ecologisti che difendono il verde di Dovise, abbia risalito il bosco armato di torce nell'intento di boicottare la suddetta battuta di caccia.

A tal proposito si avvicina anche la data dell'ultimatum imposto dall'ASL per il taglio dei famosi ippocastani. Nel frattempo sono stati eseguiti nuovi raid di protesta. La villetta del sindaco, lo studio del dottor Galletta e un altro paio di edifici in paese sono stati bersagli di un nuovo lancio di uova. Il vetro degli studi medici è rotto e al momento è stato chiuso con cartone e scotch da pacco: qualcuno, invece delle uova, pare abbia lanciato patate distruggendolo.