Personaggi, 17 marzo 2020

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Ieri sera non ho scritto, non ne avevo la forza.

Nel bel mezzo della notte tra domenica e lunedì sono stato svegliato dalla sirena di un'ambulanza ferma in strada. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto uscire dal palazzo di fronte una barella con sopra una persona scortata da una coppia di operatori del 118 agghindati da alieni: mi ha scosso a tal punto che non sono più riuscito a prendere sonno.

Negli ultimi giorni mi sento giù di tono, e nulla c'entra la stanchezza fisica. Passo molte ore da solo in auto. Le trasmissioni radiofoniche sono un susseguirsi di cifre con toni che non rendono per nulla l'idea della catastrofe che stiamo vivendo da queste parti. Talvolta persino infastidiscono ostentando una positività che nulla c'entra con il panorama di angoscia che aleggia qui intorno. Così spengo la radio, e il pensare con il solo ronzio del motore della Fiesta in sottofondo mi deprime ancora di più.

Per fortuna, a rendere meno grigia la giornata, c'è Lisetta e il suo caffè accompagnato da un paio di biscottini di pasta frolla che non mi fa mai mancare quando rientro in negozio a metà mattina. E questo anche se c'è gente che attende di essere servita. Mi fa un sorriso indicando il retrobottega, e pochi secondi dopo mi raggiunge.

Una menzione va anche a Girolamo che, nonostante si dica che il Coronavirus mieta più vittime fra i fumatori, non rinuncia mai a una sigaretta e un mezzo bicchierino di amaro Braulio condividendo il momento con il sottoscritto appena fuori dal negozio nel dopopranzo.

E anche Laura, dai. Sebbene tra di noi non si sia ancora scoccata la scintilla di quella complicità tra colleghi, un saluto affettuoso quando esco per la prima consegna della mattina non lo lesina mai.

Per il resto potrei scrivere per ore descrivendo i singolari personaggi che mi capita d'incontrare durante il mio giro di consegne. Mi limiterò a tre, ma solo perché rileggendo quello che ho appena scritto non voglio deprimere ulteriormente anche voi, e spero, come al solito, di strapparvi un sorriso.

Ma facciamo pure una classifica.

3° posto per una coppia di trentenni. Vivono a Villette, una frazione di Aneti, al secondo piano di un condominio. Lei non risponde mai al citofono, quando suono si sporge alla finestra e mi chiede di scaricare la spesa fuori dall'androne, in sottofondo si sente sempre un neonato piangere. Quindi, con voce insofferente, chiama il marito (o compagno che sia) dandogli del bradipo buonannulla.

Poco dopo, l'uomo esce sul terrazzino dove sono sempre stese delle lenzuola che scendono fino al piano sottostante, si toglie i vestiti restando in mutande, questo nonostante stamani il termometro della Fiesta segnasse 6° centigradi, e indossa una tutina blu scuro di un materiale sintetico con tanto di cappuccio: sembra un incrocio tra Diabolik e un maniaco. Agghindato in quel modo mi raggiunge con i soldi già belle che pronti chiusi in una di quelle buste trasparenti che si usano in ufficio, aspetta che li controlli e confermi la cifra prima di portare la spesa in casa. Qualche minuto ed eccolo rispuntare sul terrazzino dove si cambia nuovamente. In sottofondo, nuovi epiteti più o meno offensivi della consorte, che sembra si scordi di proposito la finestra aperta sul cortile, riecheggiano nel quartiere sopra il penoso piagnisteo del poppante.

2° posto per la loro vicina, quella che abita al piano di sotto. Quando il siparietto di cui sopra si concluse esce sul terrazzino e sbuffa alzando gli occhi. È una donna sui cinquanta, irritata a tal punto da apparire più vecchia di quello che è. Accanto alla portafinestra tiene una scaletta con non più di tre gradini, tanto le basta per raggiungere le lenzuola dei vicini ed utilizzarle come strofinaccio. Ieri l'ho vista persino pulirci dentro lo scopino del water.

1° posto per una vecchina con tanto di binocolo e cellulare che si scorge oltre la finestra di un appartamento ubicato al quarto piano nel palazzo di fronte. Guarda e digita, digita e guarda. Quando si accorge che il sottoscritto la sta osservando mi saluta con la mano ammiccando divertita verso il terrazzo dei vicini.

Ci sarebbe anche un ulteriore concorrente fuori concorso, ma l'ho visto all'opera solo oggi, troppo poco per metterlo in classifica. È un ragazzino, così ad occhio e croce di una decina d'anni. Vive nell'appartamento sopra i due trentenni, al quarto piano dirimpetto la vecchina.

Stamani, appena il consorte maltrattato è rientrato in casa con la spesa, è uscito sul terrazzo e, armato di scopa, ha tirato un colpo secco al pluviale di metallo. Un rumore assordante ha riempito la via. La trentenne al secondo piano si è affacciata di nuovo sbraitando. Ha cercato nel cortile e guardato verso l'alto prima di rientrare inviperita. Poco dopo il ragazzetto ha dato un'altra legnata e la situazione si è ripetuta, ma a questo punto la donna ha chiamato a rapporto lo sfortunato compagno che denudatosi una volta ancora sul balcone e indossata la tuta in lattice è uscito in cortile e ha preso a scandagliare dal basso verso l'alto l'intero palazzo alla ricerca del colpevole.

E la vecchina, dall'altra parte, che se la rideva.

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