Un nuovo lavoro, 7-13 Ottobre 2019

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Ottobre 7, lunedì

Mi chiamo Armando, Armando Lupini, che cosa posso raccontarvi di me?

Potrei dirvi che ho ventott'anni e che vivo con mia madre in un modesto appartamento a Dovise, ridente e genuino paesino del bergamasco. O che nel 2011, in piena crisi economica, mi sono diplomato in elettrotecnica e che nonostante la buona volontà, a oggi, non sono ancora riuscito a trovare uno straccio di occupazione stabile e decente.

Oppure potrei intrattenervi con un lungo post descrivendo minuziosamente le abitudini e i bizzarri atteggiamenti della mia cerchia di disillusi amici, o ancora spiattellarvi qualche pettegolezzo sulla mia psicanalista, la dott.sa Giulia, che in concomitanza con la mia ennesima assunzione a tempo determinato mi ha consigliato di tenere un blog per conoscere meglio me stesso e accrescere la mia autostima.

Sì, possiamo iniziare proprio da qui, da un nuovo lavoro come autista presso un'azienda che opera nella distribuzione di prodotti farmaceutici e da questo blog che mi e vi terrà compagnia fino a quando avrò la fortuna, e la bravura, di essere un suo dipendente.

Dunque partiamo.

La Medi Orobica, l'azienda per cui lavorerò spero a lungo e con proficuità, è ubicata in un seminterrato senza finestre, un'area di circa 100 mq di cui la metà occupata da scaffalature colme di scatole di cartone. Ci sono due tavoloni con sgabelli tra i quali spicca una bilancia industriale. Nell'angolo più interno è stata ricava una modesta zona ufficio con datate pareti in vetro e alluminio accanto a un bagno unisex di piccole dimensioni.

La pulizia lascia parecchio a desiderare, e questo dà un poco a pensare se si considera che la Medi Orobica opera nel settore farmaceutico. Per darvi un'idea: le piastrelle sono ammantate da una sudicia patina nera da officina meccanica, nell'aria si respira odore stantio di polvere. Inoltre, la lampada al neon sopra il portone d'ingresso sfarfalla e il compressore è rumoroso oltremisura.

Sebbene sia stato assunto come addetto alle consegne, ho trascorso la giornata a confezionare blister insieme a una donna di nome Anna. Abbiamo scambiato giusto un paio di parole qualche minuto prima di riprendere il lavoro dopo la pausa pranzo, e forse è stato un bene visto che è davvero facile perdere il conto di blister e scatole. In ogni caso, prima di uscire, la signora Perniciotti, la mia nuova datrice di lavoro, mi ha confermato il mio ruolo di autista chiedendomi di portar pazienza per qualche giorno perché, a quanto pare, il camion che dovrò guidare è ancora dal meccanico.

Ottobre 8, martedì

Oggi ho trascorso tutta la giornata insieme ad Anna a impacchettare scatole di un farmaco di nome Nolade

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Oggi ho trascorso tutta la giornata insieme ad Anna a impacchettare scatole di un farmaco di nome Nolade. Ogni confezione contiene sedici compresse di un giallo smorto divise in due blister da otto. Più naturalmente il foglio delle istruzioni.

Odio quel foglio! Bisogna piegarlo con precisione millimetrica per tre volte in orizzontale e una in verticale: c'è da impazzire.

Milena (la figlia della signora Perniciotti), una smilza tutta nervo e "simpatia", li controlla a campione. Si avvicina di soppiatto, apre a caso una confezione di Nolade, estrae sotto i nostri occhi il foglio delle istruzioni e anche se è stato ripiegato correttamente, almeno secondo il mio metro di giudizio, arriccia le labbra e ti mostra comunque di nuovo come espletare questa noiosa incombenza. Quindi rientra nel suo ufficio e sparisce dietro al monitor del computer.

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