Pedane, 24 gennaio 2020

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In attesa di sapere del mio futuro lavorativo, ma soprattutto felice per essermi liberato dai nefasti tormenti di un'incriminazione per omicidio, oggi ho abbandonato Dovise per qualche ora e, come un eremita, ho percorso in solitaria quella che da queste parti viene chiamata il Sentiero della Gioia.

Si tratta di una sorta di Via Crucis in mezzo al bosco, una mulattiera dalle pendenze impossibili con stazioni nelle quali fermarsi a riflettere su ciò che di bello c'è nella propria vita. A ogni fermata un cartello decanta scene di letizia. Al termine, in cima alla montagna, un albero centenario (una quercia nel dettaglio), secondo la leggenda, assorbe timori e paure regalandoti pace e serenità. Se dovesse interessarvi vi basta raggiungere Pinetti, un paese a una quindicina di chilometri da Dovise, e seguire le indicazioni.

Prima o poi mi piacerebbe anche intraprendere il cammino di Santiago, magari insieme alla Penti. Per ora accontentiamoci dell'appuntamento di domani sera.

Mentre rientravo alla macchina che avevo lasciato posteggiata in un'area sterrata adibita a parcheggio, tre uomini stavano montando, in un prato poco distante, una specie di tappeto elastico. Erano circa le cinque del pomeriggio, il sole iniziava a tramontare.

Uno dei tre, vedendomi arrivare con zaino e scarponi, mi ha fatto un cenno.

― Ti interessa provare qualcosa di divertente? ― mi ha domandato. E notando il mio scetticismo ha aggiunto: ― Devi solo salire sopra la pedana, al resto pensiamo noi.

― Preferirei evitare, sono in ritardo ― ho risposto.

― Suvvia, si tratta solo di cinque minuti, non te ne pentirai.

Secondo voi? Posato lo zaino, un paio di minuti dopo ero sopra. Ma non si trattava di un tappeto elastico, il fondo era rigido. A un certo punto mi sono sentito sollevare, una forza tentava di vincere il mio peso. I tre mi guardavano seriosi.

― Un altro po' ― ha aggiunto l'uomo che qualche minuto prima mi aveva arruolato. Gli altri due hanno fatto un cenno di assenso e la forza è aumentata all'improvviso in modo esponenziale. Ho sentito le viscere spingere verso l'alto. Poi mi sono staccato dalla pedana di una spanna.

Incredibile: stavo fluttuando.

― Eccezionale ― ho detto loro.

― Aspetta a dire eccezionale ― ha ribattuto l'uomo ― si tratta di un tappeto antidroga a levitazione magnetica. Rileva se nelle ultime ventiquattr'ore sono state assunte sostanze stupefacenti. Maggiore è la quantità, più ci si alza dalla pedana. Ti sei fumato un paio di canne sul Sentiero della Gioia, vero?

― Ma io... ― ho accennato.

I tre si sono guardati, l'uomo ha sorriso divertito. Poi ha detto sogghignando: ― Sto scherzando, stiamo solo facendo dei test, ma a breve aggeggi come questo saranno sul ciglio di ogni strada.

― Bene ― ho risposto titubante, e anche un po' scocciato se devo essere sincero mentre i miei piedi tornavano a contatto con la pedana.

Mi sono congedato in fretta e furia, alle sette avevo appuntamento con i miei colleghi della Medi Orobica. Prima di mettere in moto la mia Fiesta ho però controllato su internet. Esiste davvero questo tipo di tecnologia. Se non ci credete controllate pure.

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