Neve e pandemia, 2 Febbraio 2020

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Fine settimana a sciare in Val di Fassa in cui, naturalmente, è successo di tutto. Ma come al solito facciamo un passo indietro.

Venerdì sera la Penti ha messaggiato tutti noi chiedendoci se ci andava di trascorrere il weekend in mezzo alla neve. Detto fatto, il sabato mattina, dopo la consueta levataccia, eravamo tutti e sette sulle piste pronti a goderci una splendida giornata sulla neve.

Sole, cielo terso, cinque gradi: probabilmente quest'anno la Merla è andata in menopausa.

Le ragazze hanno subito preso il largo. Quella che scia meglio è certamente la Penti che fa coppia fissa con Barbara, l'unica che riesce, o vuole, starle dietro. Nunzia fatica un po' di più tanto che un paio di anni fa era rimasta indietro e si era persa in mezzo alla nebbia con grande spavento da parte di tutti. Così Pentesilea e Barbara hanno preso l'abitudine di fermarsi ad aspettarla.

In merito ai maschietti la situazione è alquanto variegata. Vige comunque la legge che nessuno aspetta nessuno, se non in fondo alla pista. Nel caso ci si messaggia.

Alberto sulle piste pare un lord inglese. Ha una sciata elegante e controllata e non eccede mai con la velocità. Il Marchino ha degli sci lunghissimi e indossa sempre il casco. Io me la cavicchio. Cerco di tenere il passo e godermi il panorama senza rischi. Il vero pericolo è Gianni. Non scia male, ma è di uno scoordinato da paura e pare che debba stramazzare a terra da un momento all'altro.

Giornata stupenda tra panorami che tolgono il fiato conclusasi in hotel in una vasca termale a rilassarci. Risatine e battutine idiote fino a quando è uscito il discorso del Coronavirus e la Penti ha fatto presente che Wǎng-shì, la cameriera del ristorante vegano che sabato scorso ha fatto da sfondo al goliardico divertimento dei miei amici, è stata ricoverata e messa in quarantena proprio perché positiva al suddetto virus.

Da lì, tutti si sono zittiti e hanno assunto un'aria seriosa.

Questo, dalle nostre parti, è il primo caso accertato ma probabilmente i media non hanno detto nulla per evitare isterismi di massa. La Penti, due giorni fa, ha mangiato vegano con un paio di colleghi e ne è venuta a conoscenza dalla madre della ragazza cinese. A sua detta c'è però un'informazione che non è ancora trapelata in televisione. Uno dei sintomi principali per accertarne il possibile contagio è la presenza di uno strano batterio di nome Èzuòjù che colora le urine di un verde elettrico tanto che la comunità cinese ha ribattezzato il Coronavirus, Lǜsè liúgǎn, tradotto: influenza verde.

Comunque, se non si presentano i sintomi tipicamente influenzali quali febbre e spossatezza, o il colore dell'urina resta sulle classiche tonalità del giallo, non c'è da preoccuparsi.

A quel punto Gianni, storcendo il naso, ha chiesto se qualcuno volesse andare insieme a lui a farsi una sauna nella zona "Totally Naked". Abbiamo tutti rifiutato l'invito. Lui ci ha dato dei timidoni e se ne è andato.

Si è rifatto vivo giusto per cena, consumata in una tipica trattoria tirolese.

Canederli con chili di burro preceduti da un antipasto pro-colesterolo. Filetto in salsa tirolese e patate al forno. Strudel, torta Sacher, caffè e amaro. Come omaggio della casa zuccherini lasciati a bagno nella grappa di una potenza alcolica micidiale ma che sono andati a ruba e hanno contribuito ulteriormente al clima di festa. Siamo usciti a far due passi per smaltire l'immane quantitativo calorico e verso le undici siamo rientrati in hotel.

Le tre ragazze erano in camera insieme. Alberto divideva la sua col Marchino, io con Gianni il quale appena vi ha messo piede mi ha salutato dicendomi che nel pomeriggio, nella sauna, aveva rimorchiato una quarantenne tedesca di nome Ingrid che le aveva dato appuntamento in tarda serata. Sono rimasto solo soletto, ma ero talmente stanco che cinque minuti dopo ero già nel mondo dei sogni.


Neve e pandemia (parte seconda)

Neve e pandemia (parte seconda)

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Ah, ah, ah. Non smetto di ridere. La mia Penti...

Se è vero che la vendetta è un piatto che va servito freddo, beh, aprite le porte, stendete i tappeti, perché abbiamo tra di noi una professionista.

Già, perché Pentesilea, stanca di sentire continuamente dello scherzo di sabato scorso, è passata all'azione. Stamani, quando sono andato in bagno a evacuare, la mia urina era di un bel verde smeraldo. Ho sorriso, la Penti mi aveva preallertato dicendomi di non preoccuparmi. Da astuta e diabolica qual è, la sera prima aveva alterato il vino con un colorante del tutto naturale.

Ma della stessa reazione non sono stati gli altri che ignari dello scherzetto, temendo di aver contratto il Coronavirus di cui tanto si parla in questi giorni, si sono fatti prendere dal panico, Nunzia è scoppiata addirittura a piangere disperata.

Dopo lo spavento grasse risate che non vi dico. Soprattutto da parte mia e della Penti. Naturalmente vendetta chiama vendetta. Ma scherzi a parte ci si diverte un mondo.

L'unico che mancava a colazione era Gianni che ci ha raggiunto solo dopo le dieci sulle piste da sci. Aveva una faccia da notte insonne che non vi dico. Pare che la notte scorsa, con la tedescona in déshabillé sul letto pronta a darsi con lui alla pazza gioia, abbia avuto l'improvvisa necessità di svuotare la vescica. Ma quando è andato in bagno e ha visto l'acqua del water colorarsi di verde gli sono tornate in mente le parole della Penti e gli è quasi venuto un colpo. È uscito sconvolto dal bagno e ha tentato di spiegare al donnone germanico nel suo inglese gestuale che c'era la possibilità che avesse contratto il Coronavirus in un ristorante cinese. In piena notte i due sono andati all'ospedale (che per la cronaca dista un bel 30km dall'hotel) rientrando solo in mattinata.

Nessuno ha osato dirgli dello scherzo, ma giuro che non riuscivo a trattenere le risate.

PS: Nel pomeriggio, mentre rientravamo alla macchina, abbiamo incrociato la tedescona. Mamma mia: un armadio bello grosso quanto incazzato.

― Una così Gianni lo fa a pezzi ― ha commentato il Marchino. E noi giù altre grasse risate a suon di allusioni per tutto il viaggio di ritorno.

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