Spaghetti di soia e robot (parte 3), 19 aprile 2020

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Potrei dirvi che è stato imbarazzante, perché all'inizio lo è stato, ritrovarmi rinchiuso completamente nudo in quella che all'esterno sembrava una sauna insieme ad altri tre uomini, tre ragazze e una donna anziana, tutti di etnia cinese, e il Marchino.

Potrei dirvi che ho avuto paura, perché ne ho avuta, nel momento in cui l'uomo grosso e tozzo ha chiuso la porta alle mie spalle e vi si è messo di guardia mentre il mio corpo nudo riluceva di quel bagliore violaceo. Potrei anche dirvi che ho litigato con il Marchino, che abbiamo tentato la fuga due volte, che mi sono scolato almeno cinque litri di un liquido denso e insapore di colore rosa, ma come al solito, per raccontarvi tutto questo, è meglio procedere con ordine.

Innanzitutto, è bene sapere che quella in cui io e il Marchino eravamo stati rinchiusi non era una sauna, anche se probabilmente quella stanza di legno di circa 5 metri x 5 doveva esserlo in origine. In realtà era nulla più che un gigantesco sterilizzatore, i parrucchieri ne hanno una versione in miniatura dove infilano rasoi e forbici.

Va anche aggiunto un altro piccolo dettaglio che mi ha fatto tornare alla chat CoronaVirus_OnlyTheTruth: le tre ragazze cinesi. Erano tutte uguali, identiche a Wang-shi, il Marchino sosteneva fossero cloni. Ho pensato alla Wang-shi che in abito da geisha mi aveva provato la febbre, quella vestita in abito formale che mi aveva accompagnato nel sottosuolo e l'infermiera che mi aveva lasciato con il tampone infilato nel naso.

Gli uomini invece erano tutti diversi uno dall'altro. A parte la guardia tozza, c'era un tipo sui 35-40, allampanato e zoppicante, con una benda su un occhio. Il terzo era su di età, ma non tanto quanto la donna anziana, e per tutto il tempo che sono rimasto rinchiuso lì dentro non hanno mai aperto bocca.

La bocca l'aveva invece aperta il Marchino che appena mi aveva visto entrare mi aveva tirato in un angolo lontano da tutti e, abusando della mia pazienza e dei miei timpani, mi aveva sussurrato una serie di teorie complottistiche da fantascienza, prima fra tutti la clonazione delle ragazze cinesi, convinto che la vera Wang-shi fosse morta qualche mese prima proprio di Coronavirus e le sue spoglie bruciate nella caldaia a forma di lavatrice che alimentava la cucina e il forno della pizza al piano di sopra.

Ma quello, francamente, era ancora il meno perché il Marchino, nella sua missione di spionaggio, cercava altro, un qualcosa che avevo letto anche io qualche settimana or sono in chat, nel dettaglio, un piano segreto del popolo cinese per sostituire la popolazione occidentale della terra con androidi umanoidi.

E lì, non ce l'ho più fatta.

Ho raccontato al Marchino della chat, di Caronte e Minerva, dello scherzo di Aberto la sera in cui siamo arrivati a casa sua dopo che per due settimane si era rinchiuso in garage, e tutta la faccenda di Pinetti.

Per due giorni non mi ha più parlato.

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