6. Grace

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Trovai Jasmine ad aspettarmi vicino l'auto chiusa, odiava dover aspettare ma non mi ero resa conto del tempo che fosse passato, mi ero sentita così a mio agio con Andrea che non ci feci neanche caso. Era così strano per me tutto ciò, sentirmi in sicurezza con un essere maschile dopo la mia prima e unica relazione.
Jasmine mi guardò e notò il mio sorriso, io e mia sorella ci conoscevamo troppo bene ed era scontato che capisse che fossi stata con un ragazzo; mi guardò, mi comunicò con lo sguardo ciò che pensava e le feci cenno di sì, neanche il tempo di sorriderle che iniziò ad urlare per la felicità e ad abbracciarmi. Era sempre stata anafettiva che quell'abbraccio me lo volli godere, amavo la piega che aveva preso quella giornata.
Parlammo per tutto il tragitto di come fossero andate le cose ad entrambe e fui grata di avere Jasmine come sorella.
Tornate a casa abbracciammo insieme nostra mamma come al solito e andammo e metterci qualcosa di più comodo per restare a casa, Leonardo era andato a lavoro, era un elettricista e stranamente ma anche fortunatamente ad Empoli in quel periodo le persone ne erano alla ricerca disperata.
Andai in camera mia, avrei dovuto studiare almeno un altro po', quindi guardai il telefono e mi accorsi di una notifica da un numero sconosciuto, sorrisi istintivamente pensando fosse Andrea e aprii la notifica; era la foto di un biglietto di solo andata da Bari a Empoli. Riconobbi la mano. Il mio cuore mancò un battito e iniziai a respirare più velocemente per colpa del panico. Un'altra notifica da quel numero sconosciuto
" Ops..."
Solamente 3 lettere. Urlai. Non era una persona qualunque, non era Andrea, Non era mio padre per una sorpresa, non era uno sconosciuto.
Mia madre e Jasmine corsero nella mia stanza, mi trovarono nel mezzo di un attacco di panico. Mia madre corse ad abbracciarmi e mia sorella cercò  di capire cosa fosse successo e prese il mio telefono ma rimase anche lei in stato di shock.
Jasmine: C-c-come ha fatto?
Non le risposi, mi sentivo in apnea e non riuscivo a smettere di piangere.
Arrivò un altro messaggio e la mia paura aumentò. Mia sorella la lesse e spalancò gli occhi. Diede il telefono a mia madre e lei ebbe la stessa reazione.
" Questa volta le cose andranno in modo diverso e no, non puoi denunciarmi perché questi messaggi e questo numero sarà inesistente tra meno di 30 miniti, ci vediamo in giro Amore"
Daniel. Era tornato. Ne avevo, anzi ne avevamo la conferma, iniziai a piangere per la disperazione. Credevo che cambiando città e non denunciandolo ci avrebbe messo una pietra sopra e io potessi iniziare una nuova vita, invece doveva continuare a girarmi intorno, facendo leva sui miei punti deboli.
Mia madre restò con me finché non mi addormentai.
Era più o meno l'una di notte quando mi svegliai, accesi la luce e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, mi addormentai piangendo senza essermi struccata, quindi avevo ancora tutti i residui del trucco in viso.
Leonardo era ancora sveglio, probabilmente preoccupato per la situazione perché mia madre gli avrà già spiegato tutto, mi guardò , mi sorrise e mi abbracciò
Leonardo: Andrà tutto bene, Io non ti lascio da sola.
Ero felice di averlo nella mia vita, mio padre non mi aveva mai detto delle cose del genere e sentirle dal mio quasi patrigno mi servì molto.
Presi l'acqua, gli augurai la buonanotte e tornai in camera.
Accesi il computer per studiare un po' e presi il cellulare . Due notifica da due diversi sconosciuti.
La prima era di Daniel
" Ti amo tanto, ricordatelo "
No. Non mi amava. Credeva di amarmi ma non lo faceva.
" Spero tu sia tornata a casa sana e salva"
Sorrisi e capii che era Andrea, mi aveva scritto quel messaggio circa 6 ore fa, ma decisi di rispondergli lo stesso .
" Ehy si, sana e salva, tu? Sappi che l'incontro di oggi è stata l'unica cosa positiva della giornata"
Non sapevo neanche io il perché glielo avessi scritto ma volevo che lo sapesse.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora