11. Grace e Daniel 2 parte

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Trascorsi l'estate senza parlare dell'accaduto con nessuno, Daniel non si senti' minimamente in colpa, forse non aveva ancora capito di aver sbagliato, forse era questo il suo problema.
Durante tutta l'estate Daniel mi scrisse tanti messaggi dove si scusava delle sue azioni precedenti, diceva che era disposto a cambiare per me e che non mi avrebbe mai fatto del male di proposito.
Lasciando Daniel anche Miriam si distacco' da me, fu questa la cosa a lacerarmi il cuore, come se, senza di lui io non fossi nessuna.
Non avevo la minima voglia di tornare a scuola, avrei dovuto frequentare il secondo anno e mi sarei ritrovata Daniel ogni giorno , pronto a chiedermi scusa.. non sapevo quanto fossi forte per potergli dire di no ancora per molto.
Il primo giorno di scuola indossai dei jeans e una maglietta a maniche corte, corsi verso Miriam per salutarla ma si dimostrò fredda e le sue amiche non mi rivolsero una parola e andò cosi per tutto settembre e ottobre.
Ormai mi ero isolata, mi sentivo davvero sola.
Daniele mi mandava rose in continuazione e tutta la scuola mi invidiava, ma soprattutto non riusciva a capirmi, perché una ragazza banale come me stava rifiutando un ragazzo come Daniel? Col passare del tempo iniziai a domandarmelo anche io così decisi di parlarci seriamente.
Daniel non smetteva di dirmi che mi amava, che ero la donna che voleva portarsi all'altare, la sola e unica.
Ma la cosa che mi fece tornare da lui fu la sensazione che avevo provato fra le sue braccia. Mi sentivo al sicuro. Mi sentivo a casa.
Ottobre e novembre furono dei mesi spettacolari, lui era presente e mi amava davvero, sembrava fosse cambiato nel vero senso della parola, e aveva fatto tutto questo per me.
Non mi meritavo di essere trattata così bene, mi trattava come una vera principessa, ma soprattutto diceva che mi avrebbe portato la luna se fosse stato possibile.
Mi sentivo amata davvero.
Nel mese di dicembre avemmo una discussione per colpa di alcuni messaggi spinti che aveva mandato alla sua migliore amica Elena.
Nego' l'evidenza e disse che lei era la sua migliore amica e che non avrebbe cambiato il suo modo di porsi con lei, la conosceva da anni e a me solo da uno.
A gennaio ci fu il suo 18esimo.
Ero entusiasta di tutto ciò, sarei dovuta essere impeccabile. Così scelsi di mettermi dei tacchi a spillo brillantinati e un tubino con una scollatura particolare.
Al suo arrivo in sala, appena mi vide fece una strana espressione ma non ci diedi tanto peso, poi dopo aver salutato tutti i suoi parenti e amici giunse finalmente da me.
Mi prese e porto' in disparte dicendomi che gli facevo schifo per come ero conciata.
Mi si spezzò il cuore, volevo solo essere abbastanza per lui, ma a quanto pare avevo fallito un'altra volta.
Cercai di non creare polemica e gli chiesi semplicemente scusa, lui festeggio' con i suoi amici e parenti.
Ad un certo punto della festa, precisamente nel momento della seconda portata del cibo, lui iniziò a fare battute esplicite su di me, e sul mio corpo, al tavolo ero con lui e molti suoi amici maschi e inizialmente volevo fare una buona impressione. Mi sentii in imbarazzo ma lui continuò parlando del quanto fosse grande il mio seno.
Dopo un po' calò il silenzio e per non rendere la serata noiosa feci una battuta innocua, ma a Daniel non piacque, mi prese il viso fra le mani e mi sputo' dritto nell'occhio sinistro.
A serata conclusa lui mi disse che ero un maledetto problema, non sapevo cosa fare, gli chiesi scusa mille volte, ma non era abbastanza, dopo una settimana mi contattò e disse che mi aveva perdonata e che ero l'amore della sua vita.
Da quel giorno le cose iniziarono a peggiorare, qualsiasi cosa dicevo o facevo era motivo per lasciarmi un livido in più sul mio corpo..
Se dicevo no, livido sulle gambe, se non gli rispondevo alle chiamate era uno schiaffo, se parlavo a sproposito era un livido enorme sul braccio e così via.
Dopo ogni livido lui diceva di amarmi e di non averlo fatto apposta, che gli avevo migliorato la vita al punto di non poter vivere più senza di me.
Una volta provai a chiedergli di andare in terapia per provare a gestire la sua rabbia, ma lui si arrabbiò ancora di più e mi rispose dicendo che non aveva bisogno di queste sciocchezze, che a massimo poteva sfogare la sua rabbia in palestra andandoci più spesso ma secondo lui ero io quella a cui serviva una terapia per capire cosa evitare di fare per farlo arrabbiare.
Continuai a vivere in questa situazione fino a giugno, dove cedetti e lo lasciai, mi procuro' un livido talmente grande dal farmi piangere dal dolore, ero al limite.
Lui mi contattava e mi insultava, chiamava con lo sconosciuto e mi insultava, mi trovava in giro e mi insultava.
Iniziai ad avere paura di lui.
Era così brutto che le braccia della persona che mi facevano sentire a casa si erano trasformate in un qualcosa di pericoloso.
Non smise di minacciare me e la mia famiglia.
Un giorno fece del male anche a mia sorella, spezzandole una caviglia, in quel momento ebbi la conferma di non volerlo più nella mia vita.
Lo denunciai per stalking e per un po' smise.
Passai il terzo superiore isolata e bullizzata, Miriam mi dava della poco di buono e aveva convinto la classe. Nessuno mi parlava, tutti mi denigravano e sparlavano di me .
Daniel mi scriveva ogni mese dicendomi che un giorno me ne sarei pentita amaramente.
Miriam faceva di tutto per togliermi dai progetti extra scolastici e rovinarmi la vita.
Mi sentii così sola, avevo perso colui che reputavo l'amore della mia vita e colei che reputavo la mia migliore amica.
Passai il quarto e quinto anno in disparte, legando ancora di più con mia mamma e mia sorella Jasmine.
L'esame di stato andò benissimo e mi diplomai con la lode, a 14 anni non avrei mai creduto di potercela fare e di potermi iscrivere e superare i test d'ammissione all'Universita'.
Della mia storia con Daniel non ne parlai con nessuno, mia madre e mia sorella sapevano molti dettagli ma in pochi conoscevano ciò che mi fece in quel maledetto posto isolato. Solo la mia terapeuta ne era a conoscenza.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora