8. Grace

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Mi svegliai poco prima di mezzogiorno, mia sorella era nel salotto e sentiva un po' di musica ad alto volume, Leonardo e mamma stavano preparando il pranzo insieme, sembravano una coppia felice.
Mi stiracchiai e mi resi conto di essermi addormentata con la giacca di Andrea abbracciata.
Mi alzai e cercai di sistemarmi i capelli, erano orrendi, nel pomeriggio avrei sicuramente dovuto lavarli. Restai in pigiama, non aveva senso cambiarsi per restare a casa, così mi diressi nel salotto e abbracciai mia sorella.
Jasmine: Buongiorno, come va il 1 giorno da reclusa?
La guardai e risi, anche in queste situazioni era capace di farmi sorridere, poi continuò
Jasmine: Scherzi a parte menomale che domani inizia la scuola e potremmo stare fuori casa almeno per 5 ore.
Lei poteva, io no. Io potevo solamente accompagnarla e studiare alla piccola biblioteca per qualche ora, ma avrei dovuto studiare con l'ansia che succedesse qualcosa.. Non ero tutelata da quel punto di vista.
Sentimmo il rumore di un tuono, io e mia sorella amavamo osservare la pioggia, ci guardammo e pensammo la stessa cosa.
Anche lei indossava ancora il pigiama, anche se il suo era molto diverso dal mio, era in stile leopardato con il sopra a maniche lunghe e dei bottoni sul davanti. Le piaceva "osare" e le stava divinamente.
Sentimmo il rumore di un altro tuono e ci sbrigammo a dirigerci in terrazzo.
Vivevamo all'ultimo piano di uno stabile di 4 piani, ed era l'unico ad avere il terrazzo, gli altri appartamenti avevano solo 2 balconi, uno interno e piccino e uno esterno e molto grande, noi invece 2 bei ampi terrazzi.
Leonardo era ancora alla ricerca delle piante migliori da coltivare ad Empoli, lui aveva il pollice verde, mentre per mia madre, bastava che toccasse una pianta ed essa sarebbe morta in meno di una settimana.
Il terrazzo era ancora molto vuoto, ma ero sicura che col tempo si sarebbe riempito.
Iniziò a piovere, in una maniera delicata, il tutto era molto rilassante, vivevamo in un quartiere "vivo" con un piccolo supermercato sotto casa, un cartolaio, un fioraio e un panificio.
Jasmine: E se domani non dovesse venire Dario e non avessi l'opportunità di spiegargli?
Mi chiese preoccupata, era strano che a mia sorella interessasse seriamente un ragazzo, non volevo illuderla ma non volevo neanche farla stare male, nessuna delle due era certa che si sarebbe presentato, anche perché non glielo aveva chiesto, era solo un suo desiderio così l' abbracciai.
Jasmine: Aspetta un attimo
disse alzandosi
Jasmine: Quello assomiglia a Dario
disse indicandolo,così mi alzai e cercai di capire se fosse o meno lui, ma notai dei capelli corvini, erano i suoi.
Andrea e Dario erano sotto la tettoia del panificio.
Io e mia sorella ci guardammo andammo entrambe a metterci delle scarpe.
Grace: Mamma, Leonardo io e Jasmine scendiamo un attimo, Jasmine si è appena resa conto di non avere gli evidenziatori per la scuola
Dissi mentre prendevo l'ombrello, era la prima scusa che mi venne in mente.
Jasmine mi guardò come per dire che lei avrebbe fatto di meglio anzi addirittura Simba, il nostro gatto ci sarebbe riuscito.
Scendemmo facendo le scale e cercammo di essere veloci, non sapevamo quanto tempo sarebbero rimasti lì.
Aprii il portone e Jasmine attraversò la strada senza neanche guardare, e corse da Dario, io feci lo stesso ma con più prudenza e meno entusiasmo, ero più ansiosa. Non avevo la più minima idea di cosa Andrea potesse pensare di me.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora