29. Andrea

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Ormai passavo le mie intere mattinate sul divano a mangiar gelato alla nocciola o patatine confezionate, mentre i pomeriggi li passavo in studio cercando disperatamente di creare un qualcosa per dar vita ai pensieri presenti nella mia testa  e le sere le passavo in palestra... mi allenavo più di quanto io fossi abituato, non era una novità che io mi ritirassi a casa con un muscolo strappato o dei dolori allucinanti per tutto il corpo.
Tornavo a casa molto  tardi, così tardi che in palestra avevano iniziato da poco le persone che si allenavano all'alba o alle 6 del mattino. Mi svegliavo comunque presto poiché non riuscivo a chiudere occhio,mi facevo si e no 3 ore di sonno totali poiché la mia mente era offuscata dal mio ricordarmi ossessivamente di aver perso la stella che illuminava l'universo intorno a me.

Erano le 10 di sera e stavo lottando con la mia ragione che mi ripeteva di prendermi un giorno di riposo da tutto quel movimento, mi ero fatto davvero male al braccio e se mi fossi sforzato ancora di più sarei dovuto andare da un medico, ma l'altra parte di me, quella un po' meno razionale, mi urlava di alzarmi dal divano e andar in palestra per scacciare l'idea di Grace avvinghiata a quello scemo di Federico, con cui ormai mi aveva sostituito.
Pietro: La vuoi smettere?
Sentii il biondo dire con tono abbastanza innervosito  dalla parte opposta del divano, in cerca di qualche bel film da vedere.
Ero confuso.
Andrea: Eh?
Pietro alzo' gli occhi a cielo e incomincio'
Pietro: Stavi pensando a voce alta, Grace e Federico sono solo amici, e non ti ha sostituito!
Disse marcando il timbro della sua voce sull'ultima parte della frase.
Non avevo molta voglia di parlare con lui, ero certo fosse dalla parte di Grace, dato che ero pienamente sicuro che lei impiegasse il suo tempo sparlando di me, quindi dissi un semplice " ah" per poi fiondare la mia testa sul mio cellulare.
Pietro: Guarda che io Grace la sento quotidianamente. Tu sei l'argomento che è sempre meglio evitare se no lei finirebbe ogni volta sommersa dalle sue stesse lacrime. Svegliati Andrea.
Rimasi di sasso.
Andrea: Perché dovrebbe piangere ?
Dissi cercando di dimostrarmi disinteressato, nonostante la visione di Grace con gli occhi rossi per colpa mia mi mandava fuori di me e soprattutto alimentava la mia voglia di andare in palestra sia per farmi del male serio sia per distrarmi.
Pietro: Non so..fai due più due..
Disse sarcasticamente, ma io davvero non capivo.
Ero arrivato addirittura a pensare che fosse stato meglio non esistere e non aver mai infierito nella vita di Grace, e lei nella mia. Aveva scombussolato il mio equilibrio e ciò che avrei voluto fare ogni mattina sarebbe stata quella di non poter aprir gli occhi.

Sentii il citofono squillare, non avevamo visite in programma , ma non avevo intenzione di spostarmi dal divano almeno fino a mezzanotte quando sarei andato in palestra.
Fu Pietro, ad alzarsi e controllare chi fosse.
Pietro: Ciaoo, non mi aspettavo venissi, come stai? ah Buon compleanno !
Lo sentii dire in lontananza, avevo il timore che fosse la sorella di Grace e Dario, e i mie dubbi si consolidarono in realtà non appena vidi la figura di Jasmine davanti a me.
Indossava un vestito nero, lungo ma allo stesso tempo provocante, era messa in tiro e mi chiedevo cosa ci facesse lì, davanti a me con le sopracciglia aggrottate.
Aveva uno sguardo autoritario e dietro di lei c'era il suo ragazzo, anche lui elegante per quanto riuscisse.
Cercai di capire cosa volessero, senza far trasparire le mie emozioni che erano un mix da cui sarei voluto scappare, ero preoccupato, e se loro fossero lì per dirmi che fosse successo qualcosa di brutto a Grace?
Ma provavo anche un  enorme senso di disinteresse per i due che avevo davanti.
Andrea: Buon compleanno.
Dissi spezzando il ghiaccio, ricordandomi che era il diciottesimo di Jasmine.
Cercai di tirarmi un po' più su dalla mia posizione spiaggiata sul divano, ma feci pressione sul braccio dove avevo il muscolo tirato dimenticandomi del dolore che mi provocava e inconsciamente il mio volto mostro' il dolore che avevo provato in quel preciso istante con una smorfia  .
Jasmine: Grazie
Disse abbastanza confusa.
Notai Dario provare ad incominciare un discorso basato sui punti forti e solidi cercando in qualche modo di smuovermi qualcosa dentro ma non fece in tempo ad incominciare che Jasmine riprese il fiato e comincio' grintosa.
Jasmine: Smettila di parlare da uomo orgoglioso ferito del cazzo!
Dario provo' a fermarla notando la mia espressione spiazzata ma Jasmine continuò
Jasmine: Grace tiene ancora molto  a te... Spesso ha in mano e usa quel portachiavi che si trovava nella tasca della tua giacca la prima volta che vi eravate incontrati. Lo guarda e i suoi occhi si riempiono di lacrime!
Andrea: Quello con il 44?
Chiesi incerto
Jasmine: Quello con il 44!!
Disse lei marcando il tono della sua voce.
Jasmine: Poi non fa altro che indossare sempre i tuoi vestiti, S E M P R E.
Disse esausta di quella situazione.
Andrea: Anche con Federico?
Chiesi guardando il pavimento e lei si mise la mano sulla fronte.
Jasmine: Andrea, Federico, per Grace, non vale neanche la metà  di una tua unghia.
Le parole di Jasmine mi fecero incominciare a far riflettere davvero, ma ormai mi ero auto convinto di cose così brutte che mi sembrava surreale.
Dario: Come sabbia e neve.
Disse il mio amico interrompendo i miei pensieri, lo guardai e Dario ripete quella frase.
In quel momento le parole di Grace rimbombarono della mia testa..

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora