21. Andrea

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Dopo essersi lasciata andare a un pianto frettoloso, Grace mi lascio' li nel salotto con Dario e accompagno' la sorella e la madre a disinfettare le ferite di Jasmine.
Dario era paralizzato dalla paura;
Dario: E se dovesse succederle qualcosa?
continuava a ripetere in preda al panico, mi avvicinai a lui e lo abbracciai, ero più che sicuro che non erano ferite mortali o troppo profonde da esser saturate, quindi non era il caso di andare in paranoia.
Feci accomodare Dario sull'ampio divano e cercai di aiutarlo a respirare in un modo corretto, non ero mai stato bravo ad aiutare, e in questo caso mi sentivo come un pesciolino fuor d'acqua.
Andrea: Da' stai tranquillo
Gli dissi mentre lui era quasi in affanno con le braccia poggiate sulle sue ginocchia e con la testa tendente verso il basso, io ero in piedi di fronte a lui mangiandomi l'unghia del pollice cercando di capire come aiutarlo.
Grace in quel preciso istante uscì dal bagno e si avviò verso un mobiletto della cucina, più che salotto la casa aveva un ampio living, dopo il corridoio, ricoperto di foto e ricordi, a sinistra dalla porta d'ingresso si trovava una grande cucina e a destra l'enorme divano con televisore e altri mobili, infine all'esterno il terrazzo.
Mentre Grace prendeva un qualcosa che somigliava a del cotone si accorse di ciò che stava succedendo, chiese al patrigno di portare lui le cose che aveva preso alla madre e si avvicinò a Dario.
Si inginocchiò davanti a Dario e gli prese le mani strette nelle sue.
Grace: Dario guardami.
Gli disse con un tono dolce ma allo stesso tempo autoritario, lui con il respiro affaticato spostò lo sguardo dal pavimento al suo viso.
Grace: Jasmine sta bene, solo qualche taglio sulle gambe, nulla di rotto.
Disse e poi riprese il suo discorso
Grace: Respira insieme a me; inspira tutta l'aria che riesci, trattienila per 6 secondi , e buttala fuori con la bocca, ti aiuto io a seguire il ritmo stai sereno.
E cominciarono a fare questo esercizio, non capivo come Grace avesse capito come dover agire in quella situazione. Dopo circa 20 volte che lo avevano fatto, Dario sembrava essersi calmato un po', Grace prese la sua mano e gliela posizionò sul petto.
Grace: continua e ascolta il ritmo del tuo cuore nel frattempo ti preparo una camomilla.
Dario le fece un caldo sorriso, trovavo quella situazione ingiusta, avrei voluto esser io al posto di Dario e aver Grace che mi tranquillizzava fra le mie gambe, seguii Grace in cucina e le chiesi come avesse capito cosa fare e come fare.
Grace mi guardò con un sorriso che tutto sembrava tranne un sorriso e poi inizio'
Grace: Stava avendo un attacco di panico, a scuola ne soffrivo davvero spesso, quindi me la cavo in situazioni di questo genere..
L'avrei voluta abbracciare ma non volevo sembrare ripetitivo o banale, così le strinsi la spalla e le chiesi cosa fosse successo a Jasmine.
Grace pareva delusa da se stessa ma raccontò che mentre Jasmine stava aspettando Dario accanto a un bar, Daniel era arrivato dalle spalle e l'aveva spinta giù per l'enorme scalinata che portava alla parte opposta, e ciò le aveva provocato i tagli sulle gambe, poi Daniel le era saltato addosso e le si era attaccato al collo con le sue viscide mani e l'aveva stretta..
Non continuò il suo discorso perché le scese una lacrima, così cedetti e l'abbracciai, aveva la testa sul mio petto e mi piangeva sulla maglietta, le accarezzai i capelli.
Grace: Mentre cercava di strozzarla ha detto di dirmi che era solo colpa mia e di dover passare più tempo a casa che in giro per locali notturni, ribadendo il suo pensiero del mio essere una poco di buono..
E continuo' a piangere, avrei davvero voluto trovarmelo davanti senza Grace accanto e massacrarlo.
Infine Grace raccontò che poco dopo era  arrivato Dario che aveva allontanato via dalla sorella il suo ex ragazzo e gli aveva dato qualche calcio allo stomaco e lo aveva lasciato andar via per concentrarsi sulla sorella.

Poco dopo Jasmine uscì dalla stanza in cui si trovava e andò a tranquillizzare Dario, i due stavano abbracciati sul divano mentre lui disegnava dei cuori immaginari con le dita sulle gambe della ragazza, non avevo mai visto il mio amico così preso da una ragazza. Grace era sconvolta, sembrava volesse passare del tempo da sola, ma io tutto sarei riuscito a fare tranne starle lontano, avevo bisogno di consigli, avevo bisogno di una persona che mi spiegasse quale strada sarebbe stata meglio prendere, se lasciare a Grace i suoi spazi, malgrado la mia necessità di stare in sua presenza, o starle il più accanto possibile.
Stavo per chiamare Duccio, quando Genevieve mi chiese come stessi, non avevo idea di come risponderle.
Genevieve: Grace non lo fa per farti del male, non è più abituata ad avere accanto qualcuno a cui importi di lei ma sono sicura che gradirebbe la tua compagnia in questo momento.
Disse rivolgendomi un caloroso sorriso, non avevo idea di come fosse riuscita a capire cosa mi stesse passando per la testa, ma lasciai stare pensando che erano cose che le madri sentano nella pancia e dopo averla ringraziata andai verso la camera di Grace.

Fui titubante ma bussai e la trovai sul suo letto con il viso nascosto sotto il cuscino . Mi prese un attimo il panico ma sapevo di doverla sostenere, così mi feci forza e mi avvicinai a lei sedendomi accanto a lei , l' alzai di peso e lei prima poggiò la testa sulla mia spalla ma poi mi spinse facendomi sdraiare sul suo letto e lei di conseguenza si trovava sdraiata su di me.
Grace: Non mi guardare, ho gli occhi tutti rossi e gonfi. Non voglio che tu mi veda brutta.
Disse coprendo il volto sul mio petto.
Ero sicuro che avrei trovato Grace attraente in qualsiasi modo, quella ragazza mi aveva ormai stregato, ma avevo anche capito quanto bassa fosse la sua autostima, così le afferrai il viso fra le mani e le spostai i capelli che le coprivano le sue belle guance piene, lei mi guardò negli occhi e notai che era arrossita.
Non riuscivo a capire a cosa fosse dovuta quella reazione, ma dentro di me stavo esplodendo per quanto fosse perfetta in quel preciso istante.
Andrea: Sembri dipinta da Monet..
Le sussurrai perdendomi nei suoi occhi profondi, nella stanza regnava il silenzio, l'unico suono che spezzava quel silenzio erano i nostri sospiri, eravamo l'uno perso negli occhi dell'altra.
Ero certo che quello fosse stato il momento in cui la desideravo di più, il momento in cui avrei pagato oro per poter scoprire di cosa davano le sue rosee labbra.
Grace mi si avvicinò molto al viso, senza neanche accorgermene avevo le mie mani strette sui suoi fianchi, Grace si teneva su poggiandosi su i suoi gomiti e con una mano mi accarezzava il viso.
Quando eravamo abbastanza vicini che i nostri nasi si toccavano cercavano in ogni modo di sfiorarceli il più possibile, sembrava che sia io che lei stessimo morendo dal desiderio.
Grace: Non dovremmo, non è il momento giusto..
Disse in un sospiro a qualche millimetro dalla mia bocca.
Spostai una mia mano dal suo fianco al suo collo e iniziai ad accarezzala.
Andrea: Lo sai che non faccio niente senza il tuo consenso stellina.
Le dissi con la stessa distanza di prima dalle nostre bocche ma spostando lo sguardo nei suoi occhi, lei sorrise e si bagnò le labbra con la lingua, sembrava quasi che lei si stesse divertendo in quella situazione vedendo me morire dalla voglia del suo contatto.
Sfiorò le sue labbra con le mie e mi sentii a un passo dalla luna, ma poi crollai non appena si alzo' da sopra di me e raggiunse la sorella nell'altra stanza.

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Spazio autrice
Ciao belli, ditemi che ne pensate del capitolo e lasciate la stellina⭐️, come ho già scritto aggiornerò ogni lunedì e giovedì, se riesco anche la domenica ma essendo sommersa dallo studio x gli esami non vi prometto nulla.
Al prossimo capitolooo

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora