16. Grace

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Mi faceva malissimo la testa, probabilmente avevo esagerato con l'acool, aprii gli occhi ed ero rannicchiata vicinissima ad Andrea, lui era in uno stato di dormiveglia, ma era così bello vederlo da quella prospettiva.
Sbadigliai e lui si svegliò.
Andrea: Dormito bene stellina?
Ed io cercai di nascondermi per l'enorme sorriso che mi aveva provocato solo chiamandomi così.
Lo sentii ridacchiare e in quel momento mi domandai cosa gli avessi detto da incosciente, non mi ricordavo nulla, ma non avrei voluto affrontare quel tipo di discorso in quel momento.
Mi misi a sedere e poggiai le mie gambe sulle gambe di Andrea, misi la testa sulla sua spalla e gli presi le mani.
Sentii Andrea tirare un lungo sospiro col sorriso.
Andrea: Posso?
mi chiese e gli diedi il consenso, così lui incomincio ad accarezzarmi l'interno coscia.
Era un qualcosa di davvero strano. Dopo Daniel odiavo qualsiasi forma di contatto fisico da parte di un ragazzo, ma con Andrea sembravo quasi averne il bisogno. Non ero ancora sobria del tutto, in quel momento avrei voluto baciarlo e forse anche qualcosa in più, alzai lo sguardo e gli diedi un bacio a mezza luna.
Lui rimase sorpreso, percepivo che stava lottando anche lui con la voglia di baciarmi, ma non lo fece.
Si erano fatte le 5 quindi decidemmo che era il caso di tornare a casa, così lui mi accompagnò a casa, mi abbracciò e disse che non vedeva l'ora che arrivasse la sera solo per potermi vedere di nuovo.
Presi l'ascensore, ero scalza perché non sopportavo più i tacchi, aprii la porta e cercai di fare silenzio.
Andai in bagno, mi struccai e mi misi il pigiama. Scrissi ad Andrea che ero stata davvero bene con lui e lo ringraziavo di avermi sopportata in quelle condizioni.
Feci un'attimo mente locale e capii quanto sarebbe stato difficile passare la serata con Andrea senza saltargli addosso e baciarlo.
Mi misi a letto e mi addormentai.
-
Mi svegliai verso le 11 e andai in cucina per prendere una aspirina.
Genevieve: Come è andata ieri sera? non vi ho sentite rientrare.
Disse mia madre abbracciandomi.
Non ricordavo molto della serata, ma ovviamente non le avrei potuto dire della quantità di alcool che avevo bevuto, perciò mi inventai qualche scusa banale.
Mia madre mi guardò in modo strano e mi disse
Genevieve : Grace, ma ti piace quel tipo? Andrea?
Spalancai gli occhi, non pensavo si vedesse così tanto , la guardai e mi morsi il labbro cercando di evitare il suo sguardo.
Genevieve: Sono tua madre, certe cose le capisco.
Jasmine si svegliò in quel preciso istante, sembrava stesse sulle nuvole. Ero felice che si fosse goduta la serata con Dario, si  meritava della felicità dopo Niccolò .
Mangiammo un po' di torta che aveva preparato nostra madre e chiacchierammo per tutta la mattinata.
Dopo pranzo andai in camera mia per studiare un po', saremmo dovute andare al bunker verso le 20, quindi avevo 3-4 ore libere, mia sorella entro' in camera mia e si sedette sul mio letto.
La guardai e cercai di capire cosa volesse.
Jasmine: Vi siete baciati?
La fulminai con lo sguardo e le feci cenno di no, poi chiesi se lei e Dario invece lo avessero fatto.
Jasmine: In realtà si, non so cosa siamo, è stato diverso, era un bacio dolce.
Ero felicissima per lei, mi alzai e l'abbracciai quasi soffocandola, ridemmo e ci abbracciammo di nuovo.
Decisi di rimandare lo  studio e aiutare mia sorella col scegliere cosa mettersi.
Provo' varie combinazioni anche perché non sapeva per quale temperatura vestirsi.
Alla fine scelse di mettersi dei tacchetti, una maglietta a maniche lunghe e una minigonna in jeans. Le sarebbe stato bene anche un sacchetto della spazzatura col fisico che aveva.
Deciso cosa mettersi andò a prepararsi.
Io non avevo intenzione di mettermi i tacchi, ma non volevo sembrare uno sgorbio paragonato a lei, optai per una mini pantagonna nera, stava meglio con le scarpe basse, per il sopra ero indecisa fra un body blu navy o una maglietta a bretelline rossa con una stella.
Scelsi la seconda solo per il nomignolo che mi aveva dato Andrea.
Il vero problema era scegliere la giacca da abbinarci, ironia della sorte la giacca che mi aveva dato Andrea ci sarebbe stata perfettamente, ma ormai gliela avevo restituita, mi recai in camera di mia madre e frugai un po' nel suo armadio e trovai una giacca in pelle abbastanza carina.
Ero in ritardo e mi sbrigai a prepararmi.
Il solito numero sconosciuto mi chiamava ma rifiutavo la chiamata ogni volta, mi ero ripromessa che il giorno seguente ne avrei parlato con mia madre, se glielo avessi detto in quel momento non avrebbe fatto uscire ne me e ne mia sorella.
Leonardo si affacciò alla porta e mi chiese come stessi e io gli sorrisi.
Leonardo: Per che ora tornate?
Alla fine avevamo scelto di non dormire da loro per non recare fastidio..
Grace: penso non prima dell'una
Leonardo: Fai attenzione alla strada
Disse dandomi un bacio sulla fronte, iniziavo a vederlo come un elemento fondamentale della mia vita. Ne ero davvero felice.
Erano le 19.30 e incitai mia sorella a muoversi perché non conoscevo bene la strada.
Salimmo in macchina e al posto di farmi compagnia alzo' il volume e fece partire la sua playlist, io le diedi una dolce spinta e ridemmo.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora