27. Andrea

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Non riuscivo ancora a capire se mi desse più fastidio il comportamento del mio amico Marco nei confronti di Grace, l'esistenza di Daniel oppure questo nuovo tipo sbucato a caso. Guardavo Federico con uno sguardo abbastanza critico, non mi piaceva per niente il fatto che avesse chiamato la mia stellina "tata", ma ormai lo stavo seguendo per poter discutere un po' di quell'altro verme, anche conosciuto come Daniel il sociopatico.
Avevo organizzato l'intera mattinata per far sì che Grace si dimenticasse di lui... non avrei mai pensato che il figlio del maresciallo che si stava occupando del caso lavorasse in quel resort.
Aveva uno stile strano, completamente opposto al mio. Indossava dei pantaloni a sigaretta, pantaloni che io avrei indossato solo in una occasione importante o per qualche serata, delle scarpe che sembravano stivaletti, avevano addirittura un tacchetto e una camicia stile hawaiano con qualche bottone non abbottonato sul petto mettendo in evidenza il suo fisico e alcuni dei suoi tatuaggi...come già detto uno stile opposto al mio.
Aveva le braccia ricoperte di tatuaggi, capelli biondi tinto portati alla Leonardo Dicaprio in titanic ed occhi azzurri.
Nonostante il suo stile non fosse poi così bello sembrava che tutte le ragazze li presenti gli ronzassero attorno.
Mi porto' nella sala bar riservata al personale, era abbastanza carina e graziosa, notai dei fiori su ogni tavolo per abbellimento e pensai a quanto Grace avrebbe adorato quell'immagine.
Andrea: Senti emh
Feci per chiedergli ma non ricordavo più il suo nome, lui sembrò notare la mia dimenticanza e si presentò nuovamente.
Andrea: Giusto Federico, come mai lavori qua, pensavo seguissi le orme di tuo padre dato il tuo esagerato interesse verso, insomma Daniel, Grace, la situazione...
Cercai di dirgli nel modo più simpatico possibile, senza poter rovinare un qualcosa che Grace era riuscita ad ottenere con l'aiuto del biondo.
Federico non sembrò sentirsi offeso e mi rispose.
Federico: In realtà tutto questo posto è di mio zio, spesso vengo qui a dargli una mano..non ho ancora idea di cosa fare nella vita, do una mano un po' qui, un po' a mio padre e così via ...tu di cosa ti occupi?
Federico non mi ispirava tranquillità, ma per Grace iniziai a conversare con lui, parlammo inizialmente un po' della mia musica e successivamente gli raccontai delle minacce subite da Daniel, così per poterlo aiutare.
Chiamò il padre che gli diede il via libera per potersene occupare da solo.
Ci salutammo con una stretta di mano e incominciai ad avviarmi alla macchina dove avrei trovato Grace.

Nel tragitto trovai delle rose rosse sparse, sperai davvero con tutto me stesso che Grace non le avesse viste, sapevo quanto quel fiore la turbasse e il quanto fosse in grado di ricordarle il male che aveva vissuto. Una volta mi aveva raccontato di quando era stata in una situazione un po' critica con il suo ormai ex ragazzo,  poco prima che lei lo lasciasse... Mi aveva raccontò addirittura che aveva svolto un tema d'italiano sul come si sentisse quasi in trappola in quella relazione, di come lui la trattasse, come se lei non fosse più nulla dopo una sua giornata no, di come lei si sentisse umiliata e insignificante per lui.
"Spero che il tempo riesca a farmi dimenticare, che forse tu, non sia così tanto diverso" Fu la frase con cui aveva concluso quel tema, Grace glielo aveva fatto leggere e Daniel, il giorno dopo, lui le regalo' altri fiori per chiederle di ricominciare promettendo che sarebbe stato finalmente diverso. Lei gli credette e quella sera uscirono insieme, la stessa sera lui le lasciò un enorme ematoma sul braccio destro.
Il livido che la fece piangere dal dolore, il livido che la portò allo sfinimento, il livido che le diede la forza di lasciarlo.
Pensai al quanto Grace fosse stata forte nell'affrontare tutto ciò alla tenera età di quindici anni ma ero anche sollevato perché , ora che io ero lì, nessuno le avrebbe fatto del male.
Vedevo la macchina ma non vedevo Grace seduta dentro o li vicino, mi insospettii in un po'.
" Oh ora piangi?"
Sentii una voce maschile quasi urlare esasperata non troppo lontana da dove mi trovavo, accelerai il passo, poco più avanti dalla mia auto trovai Grace impaurita e chiusa in se stessa con davanti una figura  maschile.

Ti sei sempre lamentata di esser stata usata da qualsiasi ragazzo con cui ti frequentavi, ma ti sei mai chiesta il perché? Non ti sei mai resa conto che tu andresti con chiunque proprio come una puttana?
Almeno lo sai di esserlo, vero? Grace tu sei una pessima persona, ma sappi che il male che mi hai fatto ti tornerà indietro ed io in quel momento sarò più che felice! Spero che distruggere me almeno ti abbia fatto del bene. Sei una narcisista e una manipolatrice del cazzo! Sei riuscita a togliermi la capacità di amare e di fidarmi, se solo mi avessi dato ascolto non avresti fatto questa fine. Mi fai schifo Grace... nel vero senso della parola.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora