20. Grace

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" Credi che tornerà a darti fastidio?"
mi chiese Andrea cercando di mascherare la nota di preoccupazione nel suo tono di voce.
L'idea che lui fosse preoccupato per la mia incolumità mi destabilizzava.
Temevo che lui potesse avere una reazione simile a quelle che aveva Daniel, infondo se questa situazione si fosse presentata anni fa, Daniel mi avrebbe sbraitato contro e solo se avessi chiesto scusa e mi fossi fatta perdonare in qualche modo, forse non avrei ricevuto un nuovo livido sul mio corpo.
Ma Andrea, sembrava preoccuparsi per come mi sentissi davvero in quel momento.
Mi diedi della stupida da sola per aver pensato che Andrea potesse essere come Daniel, sicuramente la discussione con Marco non mi aveva aiutato, ma non ero giustificabile.
Grace: Andrea, grazie per far parte della mia vita.
Gli dissi non curandomi della sua domanda precedente e mi gettai completamente a lui dandogli un forte abbraccio.
Avevo la testa nell'incavo del suo collo e con il respiro gli feci il solletico, la sua calorosa risata mi provocò di conseguenza un sorriso stampato sul viso.
Andrea era molto più alto di me, io ero solamente un metro e 51 centimetri mentre lui era un metro e 86 centimetri, in quel momento ero sulla punta dei miei piedi per abbracciarlo e lui se ne accorse, così mi prese e mi sollevò da terra.
Strinsi la presa intorno al suo collo ma non sapevo se aggrapparmi a lui anche con le gambe, lui non si era permesso di scendere con le mani quindi mi teneva su con le braccia avvinghiate alla mia vita; sapevo che me ne sarei pentita se avesse creato disagio ma mi feci forza e mi aggrappai a lui anche con le gambe.
Notai la sua espressione sorpresa e per evitare che pensasse male gli dissi che lo avevo fatto solo per non cadere, Andrea scosse il capo
Andrea: Sarei uno stupido se ti lasciassi cadere, l'unico modo dove ti farei cadere sarebbe quello di doverti buttare sul letto o divano.
Disse ma subito dopo notai le sue guance colorarsi di rosso, capii che quella era una frase detta senza pensarci neanche molto su quindi lo aiutai ad uscire da quello stato di imbarazzo e  gli confessai che mi sarei aggrappata a lui anche se non ci fosse stato il rischio di caduta.
Lui mi strinse a se ed inizio' a incamminarsi, normalmente mi sarei sentita in imbarazzo ad essere fissata da tutta quella gente lì presente al parco, ma in quel momento per me c'eravamo solo io e Andrea, come se il resto non contasse proprio come quando c'è l'eclissi, dove poco o quasi nulla è in grado di distoglierti da quell'immagine .
Andrea mi portò vicino al laghetto dei cigni e mi fece scendere.
Andrea: Sai stellina, quel cigno ti somiglia, ha un portamento elegante e sembra dolcissimo, proprio come te.
Disse facendomi colorare il viso di rosso, un po' per il nomignolo e un po' per il complimento.
Ogni volta che Andrea mi diceva cose carine riusciva sempre ad essere originale e la cosa mi stupiva e mii faceva battere il cuore all'impazzata ogni volta di più.
Non riuscii a nascondere l'enorme sorriso che mi si era creato sul volto e lui lo notò, lo vidi sorridere di conseguenza e per concludere quella scena davvero carina affondo' un dito nelle mie fossette.
Non ero sicura che volessi che quella giornata si concludesse, con Andrea mi sentivo al settimo cielo ma soprattutto, mi sentivo come se fossi a casa.
Il mio telefono squillo', ero certa fosse Daniel, ma non avrei mai voluto rispondere davanti ad Andrea.
Andrea: come mai non rispondi?
mi chiese dubbioso, non ebbi il tempo per rispondergli che lui percepì che si trattasse di Daniel.
Andrea: Posso rispondere io?
Mi chiese, non sapevo quanto potesse essere rischiosa quella possibilità, Daniel poteva reagire in due modi; il primo sentendo la voce di un ragazzo forse avrebbe capito che ormai non ero più sola e secondo la sua mente maschilista non sarei  più stata  una bambola ancora in vendita, ma un pezzo sold out, il secondo modo in cui avrebbe potuto reagire sarebbe stato quello di infuriarsi ancora più di quanto non fosse già.
Fortunatamente il telefono smise di squillare e per 10 secondi provai sollievo nel non aver  dovuto prendere nessuna scelta, ma subito dopo il telefono ricomincio' a squillare così Andrea mi prese la mano e accettò la chiamata mettendo il viva voce.

Daniel: Finalmente ti degni di rispondermi! Ancora non trovo la tua auto qua giù casa tua, dove sei che ti vengo a prendere e ti faccio ragionare su quanto tu abbia fatto schifo questa notte amore!

In quel momento chiusi gli occhi, sperando che non stesse accadendo, Daniel aveva ancora il potere di farmi sentire così male nonostante fossero passati anni, la paura verso di lui non mi era mai passata.
Sapevo per esperienza che solo se avessi collaborato con la sua mente malata avrebbe smesso di tormentarmi, sapevo che era in grado di potermi fare del male in qualsiasi momento, sapevo di non essere al sicuro ma non sapevo come proteggere me e le persone a me care.
Andrea mi strinse la mano aspettandosi un cenno da me che non arrivo', ero impietrita nello ascoltare il tono di voce di Daniel così pieno d'odio.
Sentii Andrea tirare un enorme sospiro e incominciare .

Andrea: So chi sei e so anche quanto sei viscido, se ti avessi qui davanti non ne usciresti vivo amico, fidati, quindi lascia in pace Grace!

Sbraito' contro il telefono, ma nel suo tono colmo di rabbia percepivo ancora la dolce persona che era, cosa che non mi era mai capitata prima ne' con Daniel e ne' con mio padre.

Daniel: Tu chi saresti? "Cuoricino" o uno dei tanti poveri illusi che si porta a letto quella sottospecie di donna?

Andrea mi guardò con sguardo confuso sulla prima parte del discorso di Daniel ma poi gli rispose

Andrea: Sinceramente non sono affari tuoi
Daniel: Dai amico, so che corpo ha, non ti biasimo se te la sei voluta fare, quella un altro po' va anche con le scimmie, quindi non hai colpe

Disse ridendo ed io mi sentii pugnalare il cuore ..

Andrea: In realtà quella che ho trovato con delle scimmie nuda del letto sembrava fosse tua madre, che ne dici di farti una vita e lasciare in pace questa ragazza?
Daniel: Grace è una manipolatrice, falsa e bugiarda, fa attenzione, ma mi farò sentire.

Disse e chiuse la chiamata.
Andrea mi abbracciò, e ci tenne a farmi sapere che non credeva a nulla di ciò che aveva appena sentito.
Andrea: È un verme, e tu sei un cigno bellissimo, ma stai tranquilla che ora ci sono io con te stellina.
Disse e poi mi diede un bacio dolce sulla testa, ancora una volta pensai a quanto fossi fortunata ad averlo nella mia vita.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora