14. Andrea

314 21 7
                                    

Grace era davvero splendida, non l'avevo mai vista con indosso una maglietta oversize e i capelli raccolti, non credevo che potesse essere ancora più bella di quanto la trovassi prima ma, cavolo invece era possibilissimo !
Non mi aspettavo neanche che poggiasse la testa sul mio petto, invece lo fece, e riuscii a trovarla ancora più adorabile, era così piccola, mi scaturiva la stessa emozione che si prova quando un amante dei gatti trova un cucciolata di gattini. Nessuna persona era mai riuscita a farmi provare tutto ciò, era la prima volta che mi sentivo così, non riuscivo a capire quanto fosse positiva come cosa, se già in quel momento aveva tutto quel potere su di me chissà cosa sarebbe successo col passare dei giorni.
Andrea: Comunque sei bellissima oggi stellina.
Le dissi sussurrandole all'orecchio, sul terrazzo c'erano anche Jasmine e Dario che parlavano di come fosse andata la giornata sul divanetto dalla parte opposta.
Notai che sorrise ed alzo' la testa per guardarmi dritto negli occhi.
Con la luce del sole erano molto più chiari e addirittura più belli.
Grace: Sappi che mi sei mancato oggi.
Disse nascondendo il viso sul mio petto dall'imbarazzo.
Non mi sembrava vero, le ero mancato. Io, Andrea ero mancato alla creatura più meravigliosa del pianeta, ero sollevato che si fosse nascosta perché in quel momento ero diventato tutto rosso.
La strinsi forte a me e lei fece lo stesso.
I nostri corpi erano uno attaccato all'altro, i nostri bacini erano vicinissimi, e nonostante il mio cuore battesse all' impazzata riuscivo a sentire il suo di cuore.
Dopo un po' si distacco', non volevo che lo facesse ma mi disse di seguirla perché doveva mostrarmi qualcosa.
Ero abbastanza confuso, non capivo cosa volesse mostrarmi ma la seguii comunque.
Mi porto' nella sua camera da letto e mi disse che potevo mettermi dove volevo; era una camera molto luminosa, c'era una scrivania spaziosa e accanto una libreria enorme riempita di vari romanzi, di classici e di gialli. Aveva un armadio abbastanza grande e sulla parete c'erano molti vinili. Sorrisi ricordandomi che la sua passione per la musica in vinile era una delle prime cose che mi aveva raccontato di lei. Sul letto c'era un peluche di Groot dei guardiani della galassia così mi sedetti lì ammirando il peluche.
Si notava che la stanza doveva essere ancora arredata, ma continuavo a non capire.
Lei apri' l'armadio e si mise a cercare qualcosa, quasi subito me la ritrovai con la mia giacca in mano.
Era la giacca che le avevo dato la prima volta che ci eravamo incontrati.
Grace: Perdonami se non te l'ho data prima ma mi ero dimenticata e...
ma si fermò, era in imbarazzo ma non riuscii a smettere di guardarla sorridendo.
Mi alzai e le afferrai il viso fra le mani, e con il pollice l'accarezzavo, volevo così dannatamente baciarla.
Lei si avvicinò a me e mi sentii morire, non smetteva di guardarmi dritto negli occhi, io quasi mi dimenticai come si respirasse, mise una sua mano sul mio viso e l'altra sul collo.
Deglutii lentamente, lei iniziò a giocare un po' con i miei capelli, si morse le labbra e si avvicinò ancora di più a me.
Andrea: A cosa devo tutto ciò?
Dissi cercando di stuzzicarla un po' per provare a prendere in mano io la situazione, perché al momento Grace era la padrona di qualsiasi cosa, se avesse voluto, lo sarebbe stata addirittura di me e del mio corpo.
Lei mi sorrise ma misi male la gamba e cademmo insieme sul suo letto.
Scoppiammo a ridere, anche se eravamo distesi sul suo letto e lei era sopra di me.
Grace: Sai che credo di adorare i tuoi capelli?
Disse continuando a giocarci, non me li lasciavo toccare da nessuno ma con lei necessitavo almeno  un minimo contatto fisico, e sinceramente ogni volta che la sua mano toccava la mia pelle io mi sentivo in paradiso.
Andrea: Tu sei proprio bella con i capelli legati invece.
Le dissi senza neanche pensarci, l'avevo pensato dal momento che l'avevo vista entrare in casa.
Lei mi sorrise e mi diede un bacio sulla punta del naso, era un bacio pieno di dolcezza .
Se solo non avessi avuto paura di un rifiuto o di essere considerato come un donnaiolo, l'avrei baciata.
Le misi la mano sotto la maglietta e incominciai ad accarezzarle  i fianchi e sentii la sua pelle rabbrividire, non smettevamo di guardarci negli occhi e ogni tanto lo sguardo cadeva sulle labbra.
Ad un certo punto mi alzai e la misi a cavalcioni su di me , lei mise le sue braccia intorno al mio collo e con una mano continuava ad accarezzarmi la testa, mentre io le accarezzavo i fianchi.
Eravamo davvero vicinissimi, lei si avvicinò e io feci lo stesso, le nostre bocche erano a millimetri di distanza, socchiudemmo gli occhi e ....
Genevieve : Ragazzi e' pronto!
Grace si distacco' e si alzò facendomi l'occhiolino, ero così frustrato.
"Andiamo?" mi disse e ancor prima di poter rispondere mi prese per mano.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora