24. Andrea

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Quando aprii gli occhi trovai Grace vicinissima a me, aveva la gamba poggiata sul mio bacino, la mano sul mio petto e in una posizione girata verso la mia direzione ma allo stesso tempo quasi a pancia in giù.
Ogni giorno che passavo con lei pensavo che fosse il migliore della mia vita, ma alla fine del giorno, ogni volta era ancora più bello del precedente. Ero come stregato dalla sua presenza, prima senza di lei. era come se non avessi mai vissuto a pieno come stavo facendo ora.
La guardavo e sorridevo, era più forte di me, aveva un viso davvero tanto delicato, le guance erano morbide e le labbra erano di un colore acceso nonostante non fossero truccate, Grace era bella, indipendentemente dalla situazione, era in grado di apparire sempre bella.
I suoi capelli rossi e ricci le ricadevano un po' sulla spalla e un po' sul viso, la frangetta era un po' disordinata ma ciò non portava via il suo fascino.
Vedere i raggi del sole passare dalla serranda della finestra per illuminare il suo dolce viso mi dava un po' l'impressione che lei fosse un angelo, così la sua bellezza esagerata sarebbe stata spiegata.
Solo in quel momento mi resi conto che Grace aveva addosso solo la mia felpa e non i miei pantaloncini.. mi domandai come mai non ci avessi fatto caso prima, o soprattutto durante il bacio più bello
che avessi mai dato.
Mi sembrava tutto così surreale, mi aveva chiamato "amore" e seppur non pensato, aveva mandato in tilt il mio cervello e aveva fatto battere all' impazzata il mio cuore.
Grace aveva il potere di riportarmi ai tempi della spensieratezza di un bambino solo con un suo dolce sorriso.
Iniziai ad accarezzarle il fianco, involontariamente scesi e mi accorsi che non aveva nient altro se non una ridotta biancheria intima sotto la mia felpa.
Deglutii lentamente, e decisi che dovevo assolutamente alzarmi per non elaborare pensieri che mi avrebbero reso ancor più difficile il risveglio, e soprattutto in quel momento Grace dormiva, se avessi aspettato e si fosse svegliata mi sarei sentito invaso dal senso di imbarazzo .

Mi alzai dal letto cercando di fare il meno rumor possibile e ci riuscii, guardai Grace un'ultima volta prima di andare nell'altra stanza e in quell'ultimo sguardo non feci altro che pensare a quanto fosse bella.
Mi avviai in cucina dove trovai Duccio che stava bevendo un caffè assieme a Marco.
Erano da poco passate le 8 del mattino, non mi era mai capitato di svegliarmi così presto, fui addirittura sorpreso.
Duccio mi fece segno di sedermi con loro, ero ancora arrabbiato con Marco, soprattuto per averci provato con Grace mentre io ero in studio a cantare, l'idea di stare lì con lui non mi entusiasmava più di tanto, ma gli altri erano a letto e l'idea di passare la mattinata solo non mi andava, quindi mi sedetti a capotavola con Duccio alla mia destra e Marco alla mia sinistra.
Marco mi squadro' e mi chiese
Marco: Come mai non sei rimasto a letto con la rossa?
Lo guardai male e gli risposi con tono distaccato
Andrea: Grace, non la rossa..
Marco roteò gli occhi e capì che non gli avrei risposto.
Duccio incuriosito riprese il discorso.
Duccio: No ma seriamente, come mai non sei con Grace nella tua stanza?
La risposta la conoscevo benissimo, ero sicuro che non sarei resistito un secondo di più avendola accanto senza posizionare le mie labbra sulle sue morbide e calde labbra, ma non avrei mai potuto rispondere in quel modo quindi mi inventai qualche bugia bianca a cui ne il rosso e ne il biondo platino credettero.
Passammo l'intera ora a parlare della canzone e della serata, i commenti da parte di Marco sulla sua scoperta nella bella voce di Grace e del suo atteggiamento non mancarono di certo, ma da una parte ero contento, l'idea che anche gli altri vedessero Grace quasi nello stesso  modo in cui la vedevo io mi rendeva fiero.
Per quel poco tempo passato insieme a Marco sembrava come se non avessimo mai discusso e che ci fosse ancora il rapporto di prima.
Grace lo aveva perdonato, era una persona fin troppo buona e gentile, ma io non riuscivo ancora a farlo.
Dopodiché Duccio si allontanò dicendo che sarebbe andato a farsi una doccia, mentre Marco andò nello studio a registrare qualcosa con la sua chitarra.
Ero di nuovo solo nel silenzio della casa, capitava raramente, ed io amavo quelle situazioni, ma in quel momento avrei pagato oro per sentire la voce di Grace riempire la stanza.
Stava solo dormendo eppure mi mancava, nonostante fosse anche nella mia camera.
Dopo un po' decisi di dirigermi sul balcone che si affacciava sul giardino della nostra casa.
Mi sedetti su una poltroncina esterna e accesi una sigaretta, ultimamente avevo ridotto il fumo, non perché ero stato obbligato, ma semplicemente perché non avevo lo stimolo.
Grace non fumava e non le piaceva la puzza del fumo, quindi evitavo  di accendere una sigaretta ogni volta che le stavo accanto, mentre quando non era presente la mia testa era impegnata a pensarla e non aveva altro spazio per darmi l'input del fumo.
Sorrisi a quanto bene mi facesse Grace e quasi mi sentii in colpa ad avvicinare la sigaretta alle mie labbra.

Mi stavo rilassando ma non riuscivo a nascondere il mio non vedere l'ora che Grace si alzasse.
Sentii squillare il mio telefono, normalmente dormivo a quell'ora e chiunque fosse sapeva che non avrei risposto.
Era un numero sconosciuto, ma dato che non stavo facendo nulla di interessante decisi di rispondere.

Sconosciuto: Andrea? o Federico? Non so.. quale dei tanti sei?

Riconobbi subito la voce, era l'ex psicopatico di Grace, ero semplicemente stanco della sua esistenza, ma soprattutto doveva lasciarla stare, non aveva alcun diritto su di lei ed anche se li avesse avuti glieli avrei levati a pugni.
Ma non capivo come mai avesse il mio numero .

Andrea: Ancora tu! Buongiorno Daniel psicopatico, come va la giornata? Spero abbastanza male.
Il mio numero come l'hai avuto pazzoide?

Dissi restando calmo, ma la mia tranquillità lo mando' fuori di se'.

Daniel: So tutto, e saprò tutto. Lasciami la ragazza e non faro' del male a nessuno dei due. E dille di ritirare la denuncia, il suo avvicinamento con Federico non mi spaventa.

Corrugai le sopracciglia, chi era Federico?

Andrea: Chi?
Daniel: Non te lo ha detto? Strano pensavo dicesse tutto al suo "cuoricino".

Disse accennando una risata falsa e poi continuò.

Daniel: Mio caro Andrea, te l'ho già detto, quella è una cagna bugiarda, cambia più tipi che lenzuola. Lasciala perdere prima che ti spezzi il cuore come ha fatto con me. Le è sempre importato meno di 0 di me e del nostro rapporto, e lo stupido sono stato io che le sono sempre andato dietro. Non farti manipolare come ha fatto con me. Lasciala stare e dille di ritornare da me che la amo ancora, nonostante il suo essere una persona così cattiva.

Disse cercando di persuadermi.

Andrea: Il bue dice cornuto all'asino eh? mai sentito? Sei la rappresentazione di ciò.

E dopo avergli risposto mi chiuse il telefono.
Sospirai e finii la mia sigaretta.

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Spazio autrice
Ultimamente sto scrivendo robe abbastanza toste per me ma non vedo l'ora di farvi leggere il tutto, credo che ci saranno altri 10 capitoli massimo e la storia sarà conclusa... Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e lasciate stellina e commento.

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora