10. Andrea

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Grace: La mia ex terapeuta e ora anche tu ne sei a conoscenza.
Disse un po' in imbarazzo.
Io non avevo parole.
Come può aver affrontato tutto questo alla tenera età di 14 anni? E soprattutto come fa ad essere così perfetta dopo tutto questo?
Solo in quel momento mi resi conto di quanto forte fosse Grace, avrei voluto trovarmi Daniel davanti e prenderlo a pugni.
Andrea: Grace p-posso abbracciarti?
Grace mi guardo' un po' delusa, forse perché aveva paura che io cambiassi il modo di vederla, ma accetto'.
La strinsi forte a me, quasi da farle mancare il respiro, non volevo lasciarla, era così piccola e così carina che avrei voluto proteggerla per sempre.
Andrea: Sappi che dopo aver ascoltato ciò l'unica cosa che è cambiata è che ora ho la conferma che sei una ragazza dal carattere davvero forte, anche se l'avevo percepito dal primo sguardo che ci scambiammo stellina.
Le dissi, le mie labbra si muovevano ma il mio cervello non aveva dato nessun input, era il mio cuore a farmi parlare e farmi dire tutte quelle cose.
Lei dopo ciò si strinse ancora più forte a me.
Sentivo il suo profumo, volevo baciarla, cavolo se volevo, ma non era il momento giusto, non dopo che mi aveva parlato di tutte quelle cattiverie che aveva subito.
Ad un certo punto alzo' la testa e mi guardo' fisso negli occhi, eravamo vicinissimi, le punte dei nostri nasi si sfioravano, la guardai negli occhi, e poi posai lo sguardo sulle sue labbra, poi tornai a fissarla negli occhi, era come se mi fossi tuffato in quel bellissimo e profondo mare color nocciola.
Le presi le mani e gliele strinsi, lei appoggiò la sua fronte sulla mia, assomigliavamo proprio a quei cigni che avevamo davanti poco prima.
Squillo' un telefono e maledii l'evoluzione tecnologica, Grace si spostò e controllò se fosse a lei la chiamata ma non lo era.
Era il mio telefono ad aver rovinato quel momento perfetto.
Era Marco.
Avrei voluto non rispondergli ma ormai mi aveva rovinato il momento.
Andrea: Oh marco che c'è
gli dissi con tono scocciato.
Marco: Ciao anche a te mio caro amico, io sto molto bene grazie per avermelo chiesto
rispose ironicamente ma questo suo atteggiamento non fece altro che irritarmi.
Marco: Andre ma dove cavolo stai?
Ero sbalordito, mi aveva chiamato per chiedermi dove fossi?
Gli risposi ma come sarei tornato a casa l'avrei riempito di botte.
Marco: vabbè come torni Dario deve parlati, ciao
e riattacco'.
Mi misi la mano sul volto e cercai di non bestemmiare il mio amico, non altro che compagno di stanza.
Passai la giornata ad osservare Grace studiare e a sentirla esporre le lezioni.
Il tempo volò e arrivarono le 15, ovvero l'orario in cui sarebbe dovuta tornare a casa, l'accompagnai a scuola dove trovammo Dario e Jasmine abbracciati ad aspettarci.
Salutai a malincuore Grace e la ringraziai per la bellissima mattinata, ci demmo appuntamento per il giorno seguente e ci salutammo, le diedi un bacio sulla guancia e lei ricambiò. Sapevo già che mi sarebbe mancata tantissimo.
Salii in macchina e trovai Dario al posto del guidatore, avrei preferito guidare io, lui non ne era minimamente capace, ma dopo 10 minuti di discussione lo lasciai guidare.
Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che mi aveva confidato Grace.
Guardai Dario e gli dissi
Andre: Da' dobbiamo trovare un modo per convincere i genitori che con noi sono al sicuro.
Dario freno' bruscamente e inizio'
Dario: Fammi capire tu vuoi andare a casa di Grace e Jasmine mentre loro non ci sono e parlare con i loro genitori? Ah e non scordiamoci che noi siamo dei perfetti sconosciuti per la loro madre!
Disse ironicamente, io ci pensai ed era effettivamente un'ottima idea.
Dopodomani lo faremo! gli dissi entusiasta.
Dario mi guardò e si mise la mano sulla faccia in segno di disperazione .

Come sabbia e neve // Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora