Capitolo 1: Non farti prendere

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9 anni dopo la battaglia di Hogwarts

18 Novembre,



Silenzio.

Niente.

Non un cazzo di suono.

Hermione prese un respiro profondo. Chiuse gli occhi e si schiacciò contro il muro di pietra dietro di lei.
Adattò le sue orecchie al silenzio, aspettando i passi che sapeva stavano avanzando verso di lei.

Aveva bisogno solo di un secondo. Solo un momento per prendere alla sprovvista i Mangiamorte e rubare l'artefatto che trasportavano. Sapeva, senza ombra di dubbio, che l'avrebbero spostato oggi.
Sapeva che questa era una possibilità per cambiare le sorti della guerra, per ricominciare da zero e dare all'Ordine una seconda vita; un'opportunità per lottare – Merlino, se sapeva che ne avevano bisogno!

«Ho un brutto presentimento su questa cosa,» sussurrò Neville accanto a lei, la sua voce gracchiava nervosamente.

«Sei sicura che lo sposteranno stanotte?»

«Si.»

«Come?»

«Lo so e basta!» Scattò Hermione, l'irritazione le formicolava nel petto. Desiderava soltanto che Neville si zittisse, non era il momento per una conversazione.

Sapeva che il manufatto sarebbe stato spostato stanotte, ed era certa ci sarebbero stati solo cinque Mangiamorte di guardia.

Voldemort stava provando qualcosa di nuovo. Probabilmente pensava che avere poche persone avrebbe attirato meno attenzioni, diminuendo il rischio di interferenze indesiderate.

Sarebbe stato spostato attraverso una serie di tunnel sotterranei appena fuori Derbyshire. Un labirinto segreto con tante diramazioni, che portavano a Chatsworth House, miniere di carbone in disuso o addirittura più lontano fino a Sheffield. Un modo perfetto per evitare di essere visti, ma anche un'opportunità per l'Ordine di sabotarli. Intrappolarli in un labirinto come ratti e rubare il manufatto. Era un'occasione troppo buona per perderla.

Hermione sapeva che l'avrebbero spostato stanotte, perché Medusa gliel'aveva detto.

Medusa, sbuffò internamente. Che nome in codice ridicolo per una spia.

Medusa, la bellezza che fu sedotta da Poseidone nel tempio di Athena. Medusa, che fece infuriare la Dea così tanto, che la punì nell'unico modo che ritenne opportuno– trasformandola in un mostro. Trasformando i suoi capelli in serpenti, e dandole occhi così mortali che trasformavano gli uomini in pietra appena la guardavano.

Si chiese se la talpa cercasse di essere poetica, metaforicamente. Se stesse cercando di dimostrare che anche lui era stato sedotto da Voldemort, dal suo potere e dalle sue promesse di inimmaginabile forza. Prostituendosi per lui. Aveva venduto la sua anima al diavolo in cambio di ricchezze e patrimonio oltre ogni immaginazione, e trasformato sé stesso in un mostro nel processo.

Per quanto fosse risentita di questa ridicola facciata, Hermione non poteva negare che le soffiate di Medusa fossero essenziali. Aveva dimostrato più e più volte di essere incredibilmente utile all'Ordine. 'Un bene prezioso', 'insostituibile' aveva detto Shacklebolt. 'Di inestimabile utilità'.

Suppose che il suo nome in codice, Lilith, non fosse così ambiguo.
L'aveva scelto con cura, e di proposito. Lilith, la prima donna, creata per Adamo nel giardino dell'Eden. La donna che credeva di essere uguale ad Adamo, e che quindi non aveva bisogno di sottomettersi. Non lo fece, infatti. Non si piegava per sottomettersi. Era forte, irremovibile nel suo credo.

C'erano qualità che Hermione cercava sempre per sé stessa. Il suo coraggio da Grifondoro e la sua testardaggine l'avevano sempre messa in situazioni scomode; irremovibile nell'idea che l'Ordine dovesse vincere, che il bene dovesse sconfiggere il male, e la guerra dovesse finire.
Con qualsiasi mezzo necessario.

Secrets and Masks | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora