Capitolo 26: Un diverso tipo di esorcismo

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TW: pensieri di suicidio

1° Maggio

"Che cazzo è tutto questo?"

A Malfoy mancò il buonsenso di non alzare gli occhi al cielo. "Cosa ti sembra?"

Un plotone d'esecuzione, fu la prima cosa che venne in mente a Hermione guardando il tavolo pieno di armi davanti a lei. Una sentenza di morte in attesa di essere eseguita. Pistole, fucili; ce n'erano così tante, di ogni forma e calibro che le venisse in mente, tutte disposte in file ordinate sul tavolo da pranzo dove la Maschera Demone l'aveva guidata.

Le dita di Hermione si distesero verso le armi, desiderose di afferrarne una e di puntarla tra gli occhi di Malfoy. Resistette, per poco. Si costrinse a fare un passo indietro. Il suo istinto le urlava che si trattava di una trappola. Qualcosa che la distraesse mentre lui la pugnalava alle spalle.

Incontrò il suo sguardo e cercò di capire con quale Malfoy stesse giocando oggi. I suoi occhi erano per lo più grigi, il blu quasi inesistente.

"Avanti, prendine una." Mr. Hyde annuì verso le armi. "Non mordono."

Lo sguardo di Hermione tornò sulle pistole. Il suo stomaco si contorse nervosamente per l'eccitazione quando notò un'elegante pistola con la camera d'aria dorata.

All'inizio della guerra aveva odiato le armi. Pensava che fossero cose vili e ripugnanti, che non causavano altro che sofferenza, lacrime e dolore per chi si trovava dalla parte sbagliata. Troppo pericolose, eppure così facili da ottenere.

Il più delle volte, Hermione usava la magia sul campo di battaglia. Sceglieva di porre fine alle vite dei suprematisti del sangue con incantesimi taglienti e potenti maledizioni, mostrando loro quanto letale, quanto fottutamente potente potesse essere una mezzosangue.

Ma c'era qualcosa nel puntare una pistola contro un Mangiamorte che la faceva sorridere. Hermione sapeva di cosa si trattasse; lo sapeva da anni.

Voldemort aveva paura delle pistole. Per lui, le pistole rappresentavano la forza dei babbani. Le armi hanno dimostrato quanto potenti potessero diventare i "parassiti". Non importava che non avessero magia, incantesimi o scope, avevano la tecnologia. Avevano fatto progressi, forgiato armi e bombe abbastanza potenti da demolire edifici e recidere arterie senza sforzo, e le pistole erano l'inizio di quella rivoluzione. Avevano dimostrato che anche il mago più forte poteva essere impotente contro una persona non magica, bastava un pezzo di metallo e un movimento del dito.

Medusa le aveva parlato della paura di Voldemort durante il loro primo incontro. Aveva pensato che fosse un'offerta di pace, una prova per dimostrare che il suo tradimento era reale, e l'Ordine aveva seguito quell'informazione. Era stata una delle cose che avevano creato il legame tra l'Ordine e gli eserciti babbani, unendo le loro visioni e rafforzando il loro legame.

Da quel momento Hermione portò sempre multiple armi da fuoco con lei, fissate in fondine sulle cosce, facilmente accessibili, ed era stata fin troppo felice di puntare la canna contro maschere dorate e nere. E persino a quelle con le corna da demone, se ne avesse avuto l'opportunità.

Erano mesi che non ne toccava una. Ce n'erano così tante qui. Così vicine, ma così fuori portata.

Malfoy doveva averle incantate. Doveva averlo fatto. Probabilmente le aveva incantate tutte per farle esplodere al minimo tocco della sua mano. O l'avrebbe fulminata nel momento in cui fossero entrate in contatto con la sua pelle. Non c'era modo che lui la lasciasse avvicinare ad armi così pericolose, altrimenti. Hermione sapeva che Malfoy stava tramando qualcosa, ma non riusciva a trattenersi. La sua mente era già in fermento per mille scenari diversi.

Secrets and Masks | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora