10 Marzo
Hermione aveva letto tempo fa, in un'altra vita, che il corpo a volte fa delle cose strane e inspiegabili quando una persona va in shock.
Lo shock era probabilmente il motivo per cui si sentiva come se stesse fluttuando, e del perché non riuscisse a sentire nulla di quello che accadeva intorno a lei. Sapeva che qualcuno stava parlando, conosceva le loro voci, ma erano distorte e ovattate. Come se si trovasse sott'acqua, origliando una conversazione in superficie.
Quello che lo shock fece alla sua mente, tuttavia, fu ancora più sorprendente.
Hermione ricordò di aver letto che, quando una persona assisteva a qualcosa di troppo orribile da comprendere per il cervello, la mente si distaccava da sé stessa. Una sorta di...spegnimento, iniziando a blaterare sciocchezze per distrarre la persona dall'incubo a cui aveva assistito e per dare al corpo il tempo di rimettersi in sesto. Riportava alla mente cose banali, come il colore del cielo, mentre il cuore in preda al panico rallentava in un battito più normale e salutare, e tirava fuori oscuri passaggi di libri che un tempo aveva sfogliato, mentre il corpo si sforzava di abbassare la temperatura.
E lo shock era il motivo per cui, mentre Hermione fissava il cumulo di sangue e carne e ossa rotte che una volta erano Seamus Finnigan, il suo amico, il suo primo pensiero che le balzò in testa fu, 'Ho abbastanza shampoo per lavare i suoi intestini dai miei capelli?'
Aveva appena ucciso—no, aveva giustiziato uno dei suoi amici più vecchi, e la prima cosa che le passò per la mente fu lo shampoo.
Shampoo? SHAMPOO?! Porca troia, davvero?!
Probabilmente, però, non ne aveva abbastanza. Probabilmente avrebbe dovuto chiedere a Malfoy...
No! No, non avrebbe chiesto nulla a Malfoy. Astoria le avrebbe trovato un'altra bottiglia. Le avrebbe portato ceste piene dei prodotti più costosi se solo Hermione glielo avesse chiesto. Probabilmente si sarebbe offerta di lavare il sangue dai capelli di Hermione, dolce ragazza.
Passò un minuto. E poi un altro. Ogni ticchettio dell'orologio metteva a fuoco qualcos'altro.
Quello era...qualcuno stava urlando?
Si...così sembrava. Era una ragazza. Una donna. Sembrava molto turbata.
Sembrava anche familiare, ma Hermione non riusciva bene a ricordare dove avesse già sentito quelle urla.
Delle mani fredde le toccarono ancora il viso. Dei pollici le accarezzavano le guance.
E occhi grigio-blu la fissavano.
«Mi dispiace» sussurrò un uomo debolmente, freneticamente, con la voce tremante. «Mi dispiace così tanto».
Gli dispiaceva? Perché dovrebbe dispiacergli? Non aveva ucciso lui Seamus, ma Hermione.
Non aveva macellato lui il suo amico, uno che era solito rubare libri da delle librerie distrutte e portarli alla base dell'Ordine, solo perché credeva potessero piacerle, Hermione lo aveva fatto.
Lui non aveva assassinato uno dei suoi più vecchi amici, qualcuno che lo aveva fatto ubriacare alla cieca con il più amaro e potente whisky irlandese quando aveva subito una rottura— ma lei sì.
L'uomo era molto vicino a lei. Poteva sentirne la fronte fredda schiacciata contro la sua, poteva sentire il suo respiro sul suo volto.
«Mi dispiace così tanto, cazzo». Le sue dita iniziarono a tremare mentre la sorreggeva. «Non ho avuto scelta. Ho dovuto farlo. Tu hai dovuto farlo».
La ragazza stava ancora urlando. Perché nessuno l'aveva fatta calmare ancora? Perché nessuno la stava aiutando?
«Ti prego, ti prego, leoncino. Granger, devi calmarti».
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Secrets and Masks | Traduzione in ITALIANO
Fanfiction9 anni dopo la battaglia di Hogwarts, la guerra infuria ancora e tutti sono cambiati molto dai loro giorni a Hogwarts. Hermione è il soldato più letale dell'Ordine, trascorre le sue giornate in missioni di recupero per liberare gli schiavi Babbani e...