Capitolo 51: Quattro. Quattro. Quattro. Quattro.

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11 marzo

Anche se Voltemort stava giustiziando i suoi generali più in fretta di quanto potesse rimpiazzarli, anche se il suo esercito era in difficoltà, spogliato e al massimo della sua vulnerabilità, ogni volta che si presentava l'opportunità di versare sangue - il sangue dell'Ordine - lui rispondeva alla chiamata.

Non era una tattica intelligente. I suoi attacchi non sembravano più calcolati come lo erano quelli vecchi, non erano più coordinati o premeditati, il loro unico scopo era di uccidere. Uccidere e uccidere e uccidere e versare più sangue possibile. Hermione pensò che fosse una mossa di potere. Un modo per aggrapparsi al controllo che stava irrimediabilmente perdendo, per sentirsi come se stesse danneggiando i ranghi dell'Ordine tanto quanto loro stavano facendo con i suoi.

No, non era affatto una tattica intelligente. Era una tattica disperata.

A Voldemort erano rimaste a malapena qualche Maschera d'Oro, e anche le Maschere Nere erano diventate in qualche modo preziose per lui, valendo finalmente per la prima volta il peso delle loro maschere di ferro.

Man mano che le settimane si trascinavano, diventava implacabile il suo bisogno di schiacciare rapidamente l'Ordine. Dolorosamente. Ogni volta che sentiva sussurrare di un nuovo rifugio dell'Ordine o di voci su un porto abbandonato usato per contrabbandare nuove armi, si vendicava con tutte le sue forze. Usò ogni arma magica. Richiamava ogni creatura oscura e depravata che gli fosse ancora fedele e attaccava.

Ma fu una battaglia persa. Tanto valeva che si coprisse gli occhi con le mani, inciampando alla cieca e brandendo la spada nell'oscurità nella speranza di ferire il nemico in un modo o nell'altro, senza sapere che Malfoy - una delle uniche persone di cui si fidava - era quello che gli copriva gli occhi.

Ogni volta che Voldemort pianificava un nuovo attacco, Malfoy allertava l'Ordine. Dava loro il tempo di evacuare i feriti e di portare via i rifornimenti molto prima che Voldemort potesse lanciare il suo assalto, ma non si fermò lì. Le carte in tavola avevano iniziato a cambiare. Ora, sotto la guida di Malfoy e Hermione, l'Ordine stava iniziando a recuperare terreno. Ogni volta che Voldemort mandava le truppe nelle basi, l'Ordine lasciava delle trappole, alcune magiche, altre no, ma i risultati erano sempre gli stessi. Esplosivi posizionati in modo intelligente o pavimenti che scomparivano sotto i loro piedi per farli cadere in una fossa di spuntoni o serpenti velenosi che li facevano a pezzi.

Secondo Malfoy, Voldemort non ascoltava nemmeno più i suoi consiglieri. Non ascoltò Crouch Jr quando suggerì che il raid in una base dell'Ordine nel Kent sembrava sospetto e che avrebbe potuto essere una trappola - che si rivelò tale, una che Malfoy e Blaise avevano aiutato ad escogitare - e aveva giustiziato una nuova Maschera Nera sul posto quando disse che un altro attacco che Voldemort aveva ordinato era 'senza senso'.

L'inquietante calma e l'agghiacciante superiorità che avvolgevano Voldemort erano state eliminate e ora il pazzo che era sempre stato presente era sotto gli occhi di tutti. Spesso andava su tutte le furie quando i suoi generali dicevano qualcosa che non gli piaceva, e non essere d'accordo con lui era diventata una condanna a morte, perché il suo fragile stato mentale gli faceva credere che chiunque non condividesse la sua opinione dovesse essere un traditore.

Sì, le carte in tavola si erano davvero ribaltate e, sebbene Hermione fosse felicissima che il futuro dell'Ordine sembrasse luminoso, ciò non significava che Hermione fosse meno preoccupata per il proprio futuro.

Perché per ogni battaglia che l'Ordine aveva vinto, si era avverata un'altra previsione della visione di Blaise.

Mentre era in missione a Luton, alla fine di gennaio, Hermione vide una maledizione verde colpire Angelina Johnson al petto, proprio come nella visione di Blaise.

Secrets and Masks | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora