Prefazione

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Nell'estate del 2019 i miei figli ricevettero la lista dei libri per le vacanze estive. Tra questi c'era anche Il giornalino di Gian Burrasca che io stesso ebbi modo di leggere con piacere tempo addietro quand'ero ragazzo. Vendendolo sul comodino decisi di riprenderlo in mano tanto che lo divorai in un paio di giorni.

Ho iniziato a scrivere Il blog di Armando nell'ottobre 2019, rifacendomi proprio a Il giornalino di Gian Burrasca. Doveva essere un semplice esperimento della durata di un anno, un esercizio giornaliero di scrittura che prendeva spunto da fatti di cronaca e curiosità stravaganti trovate in rete.

Ma poi, come spesso accade in questi casi, Armando ha iniziato a pretendere spazio. I post sono diventati più lunghi, le sue avventure più strutturate, l'impegno di pochi minuti alla sera ore nella notte, finché nel febbraio 2020 è arrivato il Covid-19 che mi ha spiazzato completamente.

Scrivere giornalmente tenendo conto dell'evolversi del Coronavirus, senza peraltro sapere quello che avverrà il giorno successivo e come muterà la situazione, è stato incredibilmente impegnativo. All'inizio, quando i media avevano assoggettato il Covid-19 a poco più di un'influenza, il virus mi ha dato anche qualche spunto narrativo, ma poi, in poco tempo, tutto è cambiato.

Il lockdown, la paura e l'incertezza di non capire e non sapere, la situazione nel bergamasco, provincia in cui vivo e dove le avventure di Armando sono ambientate, con le sirene delle ambulanze che riempivano il silenzio lasciato dalla normale vita quotidiana, mi ha portato a sospendere questo progetto. Mi sembrava di mancare di rispetto ai morti per Covid-19.

L'ho ripreso in mano qualche tempo dopo, quando la situazione ha iniziato a migliorare.

L'ho ripreso in mano per la voglia di dare compimento alle avventure di Armando e adempiere all'impegno preso quando gli diedi voce, ma anche e soprattutto per la rabbia nel vedere l'atteggiamento incauto di molte persone e il loro totale disinteresse verso le restrizioni imposte per contenere la pandemia. L'ho ripreso in mano un po' anche per scacciare i pensieri angoscianti di quei mesi cupi e per avere qualcosa da rileggere fra qualche anno in modo da non dimenticare quel periodo infausto nella speranza che non torni mai più.

A tutti voi, buona lettura.

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