Non inventarti scuse ed usciamo a divertirci

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Dopo essermi lasciata con Jacopo avevo deciso di accettare il posto di lavoro in un'azienda grafica di Milano.

Devo ammettere che l'idea di lasciare la mia amata città mi eccitava parecchio ma, per tranquillizzare e rendere felici i miei genitori, avevo deciso che sarei tornata a Brescia ogni weekend.

Una vecchia amica di lunga data aveva da poco preso un appartamento in centro e non appena aveva scoperto della mia assunzione si era subito offerta di dividerlo con me.
Si chiama Giorgia ed è una ragazza fantastica. La conosco dall'età di tre anni. Le nostre mamme erano compagne di classe e ricordo che, mentre loro si perdevano in futili chiacchiere, noi giocavamo con le bambole fingendoci donne in carriera felicemente sposate.

**

Il treno rallenta.
Sono arrivata in stazione centrale, ora devo solo trovare Gio.

La vedo.
Mi attende con un enorme cartello di benvenuto. Non è cambiata per niente.

Bassa, forse poco più di 1 metro e 50, occhi castani, enormi occhiali e lunghi capelli neri raccolti in una coda. Bellissima.
Le vado incontro e la stringo in un abbraccio.

"Pensavo arrivassi due ore fa' "
"Vuoi dirmi che è dalle nove che mi aspetti?"
Annuisce. "Non importa, ho fatto un giro qui attorno e ho tenuto compagnia ad una vecchia signora arrabbiata per le tre ore di ritardo del treno" spiega aiutandomi con le valigie.
"Sono contenta che tu sia qui" conclude poi dandomi un altro forte abbraccio.

La guardo ed automaticamente la invidio.
I diciotto anni dedicati alla ginnastica artistica le avevano fatto solo bene.
A differenza mia è tonica, senza un filo di pancetta e le sue cosce non sanno che cosa sia la parola cellulite.

"Andiamo? Non vedo l'ora di mostrarti casa!" esclama riportandomi alla realtà.
Ci incamminiamo verso la sua piccola Smart bianca ed una volta salite, Giorgia guida fino all'appartamento che sarebbe diventato ben presto casa nostra.

**

Un salotto, una cucina, un piccolo bagno e due camere da letto. Non è enorme ma andava decisamente bene per due persone.

"Che ne dici?" chiede mostrandomi la stanza vuota che sarebbe diventata la mia camera da letto.
"È perfetta!" rispondo sinceramente entusiasta immaginandola già arredata.
Giorgia sorride, "sono sollevata di sentirtelo dire! Ora svuota i bagagli e fatti una doccia. Ho intenzione di mostrarti la città"
"Non devi lavorare?"
"Ho preso giornata libera" risponde ammiccando e passandomi un accappatoio pulito.

Giorgia è una personal trainer, ha diversi corsi e clienti da seguire e questo comporta a non avere un orario fisso in palestra.
Inizialmente aveva frequentato economia all'università di Parigi ma dopo la morte del padre, era tornata a casa per dare un aiuto, anche economico, alla madre disoccupata.
Si era iscritta in palestra e col tempo si era resa conto della sua passione per lo sport e per l'insegnamento. Decise di seguire dei corsi, prese il diploma ed ora era finalmente felice del suo lavoro.

Dopo aver fatto una lunga doccia ed aver cercato di sistemare la camera nel migliore dei modi, Giorgia come promesso, mi aveva portato a visitare i posti essenziali per la mia sopravvivenza in città.
Nessuna gita turistica, mi aveva mostrato il mio futuro posto di lavoro, la sua palestra ed i migliori bar della zona dove poter far baldoria la sera.

"Secondo te mi sono dimenticata?" chiede all'improvviso sulla strada di ritorno.
"Che cosa?"
"Tra due giorni è il tuo 24esimo compleanno!" esclama eccitata, "e stavo pensando che potremmo uscire per festeggiare in anticipo, tanto lo so che poi torni a Brescia dai tuoi" propone emozionata e speranzosa.

Resto in silenzio di fronte a quella sua proposta improvvisa.
Non mi andava di uscire. L'unica ragione per cui ero trasferita a Milano in anticipo era per portarmi avanti con il trasloco.

"Fammi il favore di non inventarti scuse ed usciamo a divertirci" continua lei decisa a non mollare. Sorrido al suo entusiasmo.
"E va bene, mi hai convinto!"

Gli uomini mentono ma gli occhi raccontano ||FEDEZ fanfiction||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora