Gli uomini mentono ma gli occhi raccontano ||FEDEZ fanfiction||

Grazie

Mi isolo dal resto mondo.
Io, la sua calda voce, nessun suono e nessun altro rumore intorno a me.

Riascolto la registrazione ancora ed ancora. Imparo a memoria ogni singola parola del discorso, sorridendo ogni volta che ripete ti amo con dolcezza.

"Perché ridi?" chiede curioso Michele portandosi la mano alla bocca per coprire lo sbadiglio.
"Lo faresti anche tu se solo potessi vedere la tua faccia" rispondo prontamente nascondendogli il vero motivo.
Michele mi fa una linguaccia ed io mi volto a guardare fuori dal finestrino fingendomi interessata al paesaggio.

Il cielo improvvisamente diventa grigio, all'orizzonte i fulmini ci avvisano dell'arrivo di un temporale.
Una canzone mi ritorna in mente ed inizio a canticchiarla a voce bassa.

Infondo è vero, l'umore è come il cielo.
Non può essere sempre sereno.

Piove.
Guardo le gocce d'acqua rincorrersi lungo il vetro e sbircio con la coda dell'occhio Michele intento a navigare su internet con il suo iPad.

Perché ti piace? Analizza i pro ed i contro! mi convinco non riuscendo a trovare una soluzione alternativa.

Inizio a pensare.

Beh... mi piace perché mi fa sentire speciale, perché con lui mi sento a mio agio e protetta. È un bravo ragazzo ed ottimo padre, e poi sta facendo carriera da solo senza la spinta di nessuno alle spalle (...)

Continuo a creare silenziosamente la mia lunga lista della spesa fermandomi solo quando, esausta, non riesco a trovare altri validi motivi.

Ottimo! Ora analizza i contro.
Cosa non ti piace di Michele? mi domando.

Abbasso lo sguardo. Il piccolo ciondolo a forma di àncora brilla stretto al polso, ed un'unica risposta mi salta alla mente.
Non è Federico.

Sospiro. Ma che diavolo sto facendo?

In un solo istante mi è tutto chiaro.

Io amo Federico e per quando cerchi di negarlo, i sentimenti che provo non potranno mai essere sostituiti da nessun altro uomo.

Da quanto tempo l'avevi capito? domando al mio cuore portandomi la mano al petto per ascoltarne il battito regolare. È tornato leggero.

Il tuono mi fa sobbalzare e mi riporta alla realtà. Michele sorride mentre riprende a toccare qua e là lo schermo del tablet.

Sto davvero lasciando amici, amore e famiglia per qualcosa e qualcuno che in realtà non amo?

Mi alzo di scatto dal sedile, "non posso"
"Che succede?"

Prendo fiato e coraggio.

"Non posso venire con te. Io non voglio"
"Cosa stai dicendo?" domanda preoccupato, "Amore stai delirando! Sei spaventata ed è normale" dice cercando di farmi ritornare con il sedere sul sedile.
"Non chiamarmi amore" rispondo decisa rimanendo in piedi.

Michele con aria preoccupata mi osserva, "che ti prende?" domanda sotto lo sguardo curioso dei passeggeri.
"Io credevo di amarti" sussurro imbarazzata, "ma non è così"

I suoi occhi mi fissano, "cosa significa credevo di amarti?"
Ricambio lo sguardo dispiaciuto e facendo spallucce riesco a bisbigliare un vago mi dispiace.
"Cosa è per te l'amore? Un gioco forse?" domanda alzando il tono di voce e sprofondando pesantemente nel sedile con il cuore a pezzi.

"Io non sono giusta per te" dico accarezzandogli dolcemente la guancia, "arriverà il giorno in cui svegliandoti ti accorgerai che non sono io quella che vuoi avere al tuo fianco"
Michele distoglie lo sguardo.

Ho centrato il punto.

"Guarda meglio nel tuo cuore, scava infondo e forse capirai che c'è ancora una donna nella tua vita. Una donna importante è che ti ama davvero"
Michele porta la mano nella tasca dei jeans, apre il portafoglio ed afferra la fotografia piegata di sua figlia Nicole. Sorride.
"Non è a lei che mi riferisco" dico aprendo l'immagine così da mostrare il volto nascosto di Marta, "lo sai anche tu che tra voi non è finita"

L'indice di Michele accarezza dolcemente il viso della sua ex moglie, "grazie" sussurra poi timidamente alzando lo sguardo.

Il treno rallenta.
Lo guardo per l'ultima volta, lo stringo in un abbraccio e senza voltarmi indietro raggiungo la stazione aspettando con ansia il treno che mi avrebbe riportato a Milano.