Il mio dono.

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Dany.
Come sempre, Mary, aveva azzeccato il tempo della visione e dopo quel conto alla rovescia, fuori si scatenò un forte temporale.
Sentii uno strano rumore, come se un corpo senza vita fosse caduto a terra.
Mi girai immediatamente e Bill mi seguì.
La mia "sorellina adottiva" era distesa a terra con le mani tremanti.
Bill gli andò addosso urlando, mi avvicinai anche io chiamandola.
La visione prevedeva solo la pioggia, perciò si era completata.
Andai a prendere acqua, la portai dove c'erano loro e diedi il bicchiere a lui in modo che restasse calmo.
Presi Mary a mo' di sposa e la posizionai sul divano.

-Bill, ti devo chiedere una cosa... sei geloso?- chiesi.
Lui mi guardò male.
-Ma come fai a chiedermi queste cose in un momento così? Chiamo un'ambulanza?- chiese molto nervoso.
-Devo fare una cosa. Rispondimi: ti ingelosisci facilmente? Non serve l'ambulanza- chiesi di nuovo.
Lui annuì con la testa.
-Mi dispiace, Bill. Devo farlo per lei... perdonami- dissi togliendomi la maglietta, ero accaldato, ma quel calore serviva a lei e non a me, gli tolsi e vestiti, con l'aiuto di Bill, lasciandola in costume.
Presi la mia maglietta e gliela misi sul petto coprendola, le tolsi il costume lasciandole lo slip.
Bill sgranò gli occhi ma lo rassicurai che non avrei tolto più niente.

Appoggiai la sua nuca sul mio addome e l'abbracciai calorosamente, poco dopo lei sorrise, aveva ancora gli occhi aperti a vuoto.
Non rispondeva ai suoni, alla luce, a niente.
Andava tutto perfettamente normale.
Poi scese Lety.

-Mary? Dov'è Maria?- urlò entrando in soggiorno, sicuramente ci aveva sentito.
La guardò triste e poi si mise seduta affianco a Bill, per terra di fronte a me.
-Come mai le accade questo?- chiese lui accarezzando la mano della ragazza.
-Lei è speciale, quando qualcuno ha un dono, gli si viene scelta una vita difficile in modo che tutto sia equilibrato. In realtà è una leggenda... lei ha un dono e una vita di merda, ha lottato per 19 anni, e sta ancora lottando...- spiegai.
-Per fortuna non ci ha lasciato due anni fa...- disse la ragazza che amavo, lei era dolce e si preoccupa sempre per Mary, come quest'ultima lo faceva per noi.
-Perchè due anni fa?- chiese deglutendo.
-Quelli come lei vivono solo 17 anni- risposi io.
-Perciò, lei ha il dono del terzo occhio?- chiese Bill
Lety annuì chiedendo se conoscesse la leggenda che casualmente conosceva, era solo una leggenda.
Ma questa leggenda le causava problemi alla vista, come la fuori uscita di sangue o il fatto di non poter vedere più.

-Se parli a lei mentre è in questo stato, è come se parlassi con lei quando è normale. Spesso ci ascoltava, priva a parlare ma sentiva- suggerii al ragazzo biondo.
-Lei può ascoltarmi e rispondere?- chiese lui.
-Risponde con gli occhi e con le labbra, senza parlare... guarda: Mary, mi vedi? Chiudi l'occhio destro per il sì e il sinistro per il no...- dissi alla bella ragazza che tenevo su di me.
Lei chiuse molto lentamente l'occhio sinistro e lo riaprì.
-Brava, hai sentito tutto da quando sei così?- chiesi ancora.
Lei chiuse lo stesso occhio.
-Amore, sono io, sono qui, resterò con te sempre, ti aiuterò ogni volta che avrai una cosa del genere, te lo prometto- disse il biondo lasciandosi scappare una lacrima.
Lei sorrise e poi le scese una lacrima, alzò la schiena a metà per poi coricarsi di nuovo, le tramava la mano come se stesse scrivendo nell'aria.
-Che succede?- chiese Bill.
-Lety! Un foglio!- chiesi.
Lei si alzò, iniziò a cercare, prese un foglio e una penna e lo diede a Mary.
La nostra sorellina cercò di scrivere qualcosa.
Lo guardai e cercai di leggere.
{Dov'è Vale?}
Era in italiano.
{Tom?}
Scrisse ancora i nomi degli altri, sempre con il punto interrogativo.
-Dove sono i ragazzi?- lessi a voce alta.
-Staranno arrivando credo... non preoccuparti- disse Lety.
Lei disegnò un tipo stilizzato sotto la pioggia con i classici disegni da bambino.
-Sono sotto la pioggia?- chiesi e lei chiuse l'occhio sinistro.

No.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta, andammo tutti e tre a vedere, erano Vale, Denise, Tom e Ria.
-Okay, Mary aveva ragione...- disse Tom salutando.
-E mia sorella, dov'è?- chiese Vale, io abbassai lo sguardo, ma poi si sentì la sua voce melodiosa dietro di noi.
-Eccomi!- tuonò allegra.
Ci girammo tutti e tre a guardarla increduli, non si era mai ripresa così velocemente.
Stava là sorridendo, come se nulla fosse ed aveva i suoi abiti indossati perfettamente.

Mary.
Ero debole ma potevo farcela.
Salutai gli altri, restammo a parlare e a cenare assieme poi però gli altri se ne andarono.
La sera, io mi feci al doccia con Lety che mi parlava seduta su una seggiolina.
Lety era particolarmente agitata e in ansia per il giorno dopo.

Ci rinchiudemmo in camera mia per parlare.
Dopo ore e ore di chiacchierate ci addormentamo.
La mattica ci svegliammo spresto per andare a fare delle "commissioni": comprare i test, roba da mangiare e a fare shopping, anche se odiassi fare shopping.

Tornammo a casa verso mezzogiorno.
Mangiammo e poi con una scusa cacciammo i ragazzi da casa per restare solo noi donne, facemmo i due test e tutti e due risultarono positivi.

-Lety, è... positivo- dissi leggendo io visto che lei avesse paura ed troppa ansiosa.
-Davvero!? Aspetto un bambino?- chiese, io annuii e scoppiammo entrambe ad urlare dalla felicità.

Mi chiamò Bill chiedendomi se fossi voluta andare da loro, solo io, per una cena a otto, i ragazzi dei Tokio hotel e le loro rispettive ragazze, io accettai.
Così mi preparai con l'aiuto di Lety.
Ero felice.
Misi un vestito corto e nero, lungo dietro, a fascia sul petto.
Aveva il corpetto brillantinato così indossati delle scarpe nere con il tacco e mi lasciai truccare da lei.
-Sei bellissima!- disse Lety, facendomi fare un giro su me stessa.
-Grazie mille, amica- dissi sorridendo, ero in ansia.
Andai fuori aspettando Bill che arrivò subito dopo la mia chiamata.
-Hey, bellezza, vuoi un passaggio?- disse il biondo con gli occhiali da sole nonostante fosse sera.
-Perchè gli occhiali?- chiesi ridendo mentre entravo in macchina.
-La luce dei flash è accecante- scherzò facendo riferimento alla sua notorietà.
-Bill, quanto sei scemo!- mi misi la cintura e risi.

Ci baciammo e partimmo, era meraviglioso stare con lui in macchina, mi teneva per mano tutto il tempo e mi sorrideva senza dire nulla.
Mi portò in un bellissimo ristorante riempendomi di complementi, gli altri erano già seduti.
Durante l'attesa per i pasti, i ragazzi si facevano foto e video per ridere, avevamo voglia di allegria.
Bill fece una foto con gli altri tre e la pubblicò in tutti i profili che aveva, era meravoglioso stare nel backstage delle sue foto.
Io e Bill ce ne facemmo un paio, ormai era quotidiano farci foto.
-Se la pubblichi, ti ammazzo- minacciò Tom a Georg che ridendo gli rispose.
-Tanto la metto, puttanello mio!-
I due si fulminarono con lo sguardo mentre tutti noi ridevamo.
La gente ci guardava e si lamentava ma a noi non fotte a niente, volevamo solo essere felici.

Erano dei dementi, sciocchi, stupidi, deficienti, infantili e stronzi ma in fondo, io ero peggio di loro.
Mi sentivo così bene con loro che scordavo di essere chi fossi, o meglio, chi dovressi essere.

~Mary.

Tokio hotel~NakamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora