Tutto come prima.

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-Grazie- rispose lui sorridendo e lanciando il cuscino a Gustav che ridesse.
Ci alzammo e facemmo colazione.

Suonarono il campanello ed io andai ad aprire.
-Salve, lei è la signora Maria Corriga?- chiese un ragazzo con uno scatolone.
-Signorina. Sì, sì, sono io. Dove devo firmare?- chiesi prendendo la penna che il ragazzo teneva in mano.
Lui mi indicò le "x" ed io firmai.
Presi il pacco, ma dato che fosse troppo pesante mi lasciai aiutare.
-Aspetti... faccio io. Lei mi può guidare, se vuole...- disse il ragazzo alzando il pesante scatolone.
-Certo, mi segua- dissi aprendo la porta, indicai la scala.
-Ecco, va bene anche qui, grazie- dissi, lui lo appoggiò.
Presi dieci dollari dalla borsa e glieli diedi.
-Grazie per averlo portato...- dissi sorridendo.
-Signora... non doveva...- lo interruppi chiudendogli la mano in modo che lo dovesse accettare per forza.
-Signorina, sì, dovevo- sorrisi.
-Ha un bel sorriso- mi disse per ringraziare ed andare via.
-Beh, grazie...- sussurrai chiudendo la porta.
I ragazzi stavano ancora facendo colazione quando entrai in cucina.

-Vale, è arrivato il mio regalo per te- dissi battendo le mani, saltellando.
-Che cazzo mi hai regalato? Ma non dovevi farmi un regalo, il regalo più bello sei tu come sorella- disse abbracciandomi.
-Awe... grazie, piccolo!- dissi ricambiando l'abbraccio.
-Ma il regalo te lo tieni, ti piacerà!- gli feci l'occhiolino facendolo sorridere.
Lo presi per mano e lo portai in salotto.
-È quello là- dissi indicando lo scatolone che era stato poggiato a terra restando in equilibrio grazie al tavolo.
Lui mi sorrise ed iniziò ad aprirlo con calma.

So che è ciò che desideravi di più al mondo.
Buon compleanno, fratellino.

-Oh mio Dio... Mary, cazzo, non dovevi!- disse iniziando a gioire.
Prese la chitarra elettrica, che c'era dentro allo scatolone ed il suo kit.
Si mise la cinghia della chitarra addosso ed iniziò à pizzicare con delicatezza le corde.
Sfiorò la scritta dorata che mostrava il suo nome e mi guardò sorridendo.
-Oh mio Dio ...è una fender personalizzata?- chiese Tom facendo il suo ingresso nella stanza, aveva gli occhi a cuore pure lui.
Io annuii.
-Sì, Tom... cazzo, Mary, sei la migliore! Quanto l'hai pagata?- chiese abbracciandomi.
-Un bel po'...ma ne è valsa la pena- ridacchiai.
-...hai pagato tanto solo per un regalo? Ma sei cretina?- disse.
-Forse, ma non è tutto- dissi sussurrando l'ultima parte.
-Come non è tutto? Mary, che stai dicendo?- mi gridò lui probabilmente mentre appoggiava la chitarra per seguirmi.


Andai in cucina, aprii il frigo e presi la torta.
Tornai da loro e sulla porta me lo trovai davanti.
-C'è anche questa!- dissi.
Gli diedi il permesso di aprirla e gliela feci vedere.
Sgranò gli occhi per poi allungare il dito per assaggiare la panna.
-No, fermo! Sedetevi sul tavolo sennò niente torta!- ordinai.
Gli altri corsero a tavola sedendosi composti, appoggiai la torta a la feci aprire al festeggiato.
-Ti amo, sorellona- disse sorridendo come un pazzo.
Ero felice di aver regalato un sorriso a Vale, ogni tanto andava bene fare qualcosa di diverso, no?

Tagliai la torta e se la mangiarono, io avendo la nausea non toccai niente, anzi scappai a vomitare almeno volte una decina di volte.
-Deve essere la visione che si sta avverando... cazzo!- dissi a bassa voce guardandomi allo specchio.
Bill bussò alla porta del bagno.
-Tutto okay, amore?- chiese,
-Sì, arrivo...- mi lavai la faccia e i denti.
Mi riguardai un attimo allo specchio e pensai.

Non mi sono arrivate calma, è solo un ritardo di tre giorni.

Calmati, non farti illusioni.

Sospirai ed uscii di lì.
Bill mi abbracciò.
Io gli baciai la guancia e come sempre lui mi sorrise.
La mia vera famiglia riunita di nuovo a festeggiare.
Lety si stancò facilmente, perciò Dany la riaccompagnò a casa e restò con lei.
Piano piano anche i ragazzi, stanchi dal giorno prima, andarono a casa lasciando soli me e Bill.

Bill andò a farsi la doccia mentre io mi misi al computer a navigare un po' nei social.
Squillò il telefono di Bill.
"Cucciola"
-Chi cazzo è?- sussurrai prima di rispondere.
-Hey?- risposi.
-Hey... ciao Mary, sono Sonya. Come va?-

E siamo a due figure di merda con la stessa persona!

-Ciao Sonya, tutto okay. Bill è sotto la doccia, appena finisce te lo passo...-
-Tranquilla, volevo parlare proprio con te: fra due giorni vengo lì, non dirlo ai miei cuginetti. Voglio farle una sorpresa, ok?-
-Okay, certo... Bill è andato a vestirsi. Tra poco te lo passo. Come sta il tuo piccolo Bill?-
-Bene, ha fatto 10 mesi da poco... Tra poco lo conoscerete...-
-AMORE, HAI VISTO I MIEI PANTALONI VERDI?- urlò Bill da su.
-Aspetta in attimo Sonya. SONO NELLA CABINA ARMADIO... IN QUELLA NERA... SOTTO I PANTALONI BLU- urlai per farmi sentire.
-AH, BILL... C'È UNA PERSONA AL TELEFONO CHE TI CERCA-
-Eccomi... grazie piccola...- disse scendendo le scale velocemente con i pantaloni in mano.
Mise in vivavoce per mettersi i pantaloni.
-Sì?- disse lui.
-Ciao, Billy-
-Oh ciao, Sony... come va?-
-Tutto bene... tu?-
-Un po' stanco dal tour... ma due giorni e dobbiamo ripartire-
Chiaccherarono ancora un po', mentre io andai in doccia.

-Usciamo in giro... come prima?- chiese il biondo abbracciandomi.
-SÌ, sarà tutto come prima- sussurrai baciandolo.
La sera facemmo l'amore.
Tom ci aveva avvertito che la partenza fosse stata posticipata di qualche giorno così noi ne approfittammo.

~Mary.

Tokio hotel~NakamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora