Giochiamo?

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Tom, Dany e Lety continuavano a ridere.
Roteai gli occhi ignorandoli e guardai Bill, mi sentivo sempre più vicina a lui, era come se ci stessimo per baciare, una forte calamita ci attirava l'un l'altra.
Sentivo già le sue labbra sulle mie ma era tutta fantasia.
Infatti qualcuno mi diede un colpo alla spalla per farmi staccare.
-Era Steve? Che voleva?- domandò mio fratello.
-Eh? ahia... mi hai fatto male... ah sì, era Steve... emh... che voleva?  Ah già, voleva sapere se stessimo bene e se fossimo con qualcuno o soli...- risposi imbarazzata massaggiandomi la spalla con la mano.
Gli altri continuarono a ridere.
-Che avete da ridere?- chiesi fingendomi offesa.
Tom scrisse qualcosa sul telefono ed alzò lo sguardo puntandolo sul biondo, che guardò il proprio telefono vibravare, anche lui scoppiò a ridere.

-Mi spiegate perché stiate ridendo?- mi stavo arrabbiando.
Tutti sapevano il motivo ed io no.
Mi misi a braccia conserte e feci il muso come una bambina.
-Ecco vedi, emh... tu eri... se Valentino non ti avesse fermato con quel colpo, tu e Bill vi sareste baciati... sai che interessi a Bill?- disse ridendo, ma fu interrotto dal fratello che si alzò e sbatté le mani sul tavolo.
-Tom, devi stare zitto E TAPPARTI QUELLA BOCCA. SMETTILA DI ROVINARE LE COSE MIE- Bill stava alzando la voce e mi faceva paura, iniziai subito a tremare.

Non alzare la voce, ti prego.

Iniziarono a gridarsi cose in tedesco, tutti ci guardavo e Dany cercava di farli calmare.
Non capivo cosa si stessero dicendo ma di una cosa ero certa, volevo sparire.
Era colpa mia.

Non urlate, vi prego...

Non continuai più ad ascoltare, volevo sparire e mi faceva male il petto.
Qualsiasi discussione mi faceva male, mi portava alla mente troppe cose.
Mi faceva soffrire, ricordare il passato, mi uccideva lentamente.
Non riuscivo a trattenermi così lasciai che il mio corpo dimostrasse la mia sofferenza con i respiri brevi e lo sguardo che puntava il vuoto.
Davanti a me vedevo solo mio padre e il mio ex ragazzo, vedevo solo loro due che mi gridavano.

Senza accorgermene iniziai a lacrimare.
-FATE SILENZIO!- li zittì mio fratello alzandosi ed abbracciandomi, i due si girarono verso di me.
-Tranquilla, va tutto bene... hai la bomboletta?- chiese.
-Non c'è ne bisogno... non è niente, tranquillo-
Gli diedi un bacio nella guancia e mi alzai stringendo la mano sul mio petto, nello stesso momento i due fratelli si sedettero.

-Dove vai?- chiese Lety.
-Vado fuori a prendere una boccata d'aria- dissi prendendo la giacca.
-Ti accompagno...- propose lei ricevendo un annuire da parte mia.
E così lasciammo i quattro ragazzi dentro ed uscimmo a prendere aria.
Mi accesi una sigaretta ed incominciammo a fumare, a parlare come quando eravamo piccole.
Amavo parlare con Letizia, lei mi capiva a pieno.

Dopo aver finito la sigaretta, ero rimasta a parlare fuori con lei, stavamo sedute sul marciapiede quando ad un tratto arrivò Bill.
Mi fece alzare e mi abbracciò forte chiedendomi scusa.

~Bill.
Mary uscì fuori con Lety.
-Che è successo?- chiesi.
-Ecco, Mary ha subito varie violenze, fisiche e verbali... così quando sente qualcuno urlare, lei si sente subito male. È un trauma che ha fin da piccola- spiegò Vale sospirando.

Come potevo non accorgermi delle persone attorno a me?

Iniziai a torturarmi mentalmente.
Era colpa mia.
Stava male per colpa mia.
Avevo fatto star male l'unica ragazza che mi dava pace.
-È colpa mia...- dissi iniziando a prendere coscienza del fatto di aver ferito una persona e iniziai a tremare sembrando un bambino.
Era il mio punto debole: vedere le persone star male a causa mia, mi faceva morire.

-Ti prendi sempre delle responsabilità non tue. Vai da lei e smettila di dire cazzate- mi disse mio fratello
Andai fuori.
Stavano parlando, Mary aveva un bellissimo sorriso e lo sfoggiava parlando con la sua amica.
Sentivo un forte odore di tabacco bruciato ma ciò non mi dispiaceva.
Lei, ormai anche l'odore me lo diceva, era Maria, la mia Mary e dovevo proteggerla.

-Perdonami, non lo farò più- dissi tra i suoi capelli assaporando il suo dolce profumo.
-Bill, tranquillo, va tutto bene. Sono cose che succedono- disse dolcemente.

Se solo lei potesse guardarmi dentro e sentire come batte il mio cuore, saprebbe che sia la persona più importante al momento per me. Saprebbe che avrei rinunciato a tutto pur di estrarle quei ricordi orribili dalla testa e dal cuore.

-É colpa mia. Sono molto debole per queste cose- si scusò.
Non so perché ma, il mio riflesso dentro quei occhi scuri non era triste e solo, era felice.
Possibile che lei fosse quel qualcuno che io stessi cercando disperatamente?
Annuii non sapendo cosa dire, mi staccai e lei mi sorrise.
-Bene, tutto okay? Mary, perdonami. Non volevo nemmeno io... beh, andiamo da qualche parte?- chiese Tom uscendo dal bar seguito dagli altri due.
-Andiamo a casa di Steve... ci sta aspettando- disse Mary tenendo il telefono stretto nella sua mano.
Mi strinse con un braccio sorridendomi, probabilmente per rassicurarmi.

-Okay, Vale, sali davanti, voi dietro...- disse Tom facendomi l'occhiolino.
Qualcosa non mi tornava.
In macchina non avevamo sei posti in più un posto di dietro era occupato dalle buste della spesa.
Pensandoci bene approvai, facendo il gioco di mio fratello, avrei preso in braccio quella ragazza.
Ci avviammo verso la macchina e salimmo.

A Tom non importavano molto le regole, tantomeno in momenti come questi.

~Mary.
Tom fece l'occhiolino a Bill.
All'inizio non capivo quel gesto né gli davo molto peso, ma arrivati in macchina, capii.
C'erano tre posti, tra cui uno era occupato da delle borse e delle buste.
Dany prese in braccio la sua ragazza mentre Bill fece lo stesso con me.

Io, non potendo nascondermi, arrossii ed iniziai ad avere caldo.

Forse ero talmente rossa che stessi per esplodere.
Odiavo essere toccata ma il tocco di Bill mi rilassava parecchio, forse per amore tra fan e idolo ma il fatto stava che ero troppo vicina a lui.

Nascosi la mia faccia nell'incavo del suo collo e respirai il suo profumo per calmarmi, in effetti quello era l'intento ma non riuscivo a portare a termine il mio obiettivo nonostante gli sforzi.


Pur essendo una situazione abbastanza imbarante, io mi sentivo bene.
Forse era destino o la trama di qualche libro strano, ma mi sembrava pazzesco poter sentire il suo profumo su di me.
Arrivammo da Steve, bussai e mi aprì lui, mi abbracciò e salutò gli altri tre della band, poi posò lo sguardo sui due ragazzi.
-Tom? Bill? Che ci fate qui?- chiese.

È vero, Steve è tedesco, ma... conosce i Kaulitz e non me l'ha mai detto?

-Steve? Sei loro zio?- chiese Tom.
-Sì, come stanno Gordon e Simone?- chiese sorridendo.

Bene.
Conosce persino i loro genitori e a me non ha mai detto nulla, sapendo quanto io fossi innamorata di loro.

-Bene, grazie- rispose.
Guardai mio zio con delusione.
Mi aveva tenuto nascosto di conoscere le persone che cercavo di incontrare da anni.
Non potevo sopportarlo.
-Beh, entrate...- li fece entrate e ci avviamo nella sala giochi.
Mi mimò un piccolo 'scusa'.
Annuii mettendo una mano sulla sua spalla e seguii gli altri accomodandoci nelle sala, non potevo perdonarlo, o meglio non volevo.

-Giochiamo?- chiese mio fratello.
-A cosa giochiamo?- chiese Tom assumendo uno sguardo malizioso.
-Emh... obbligo o verità?- chiese Lety ridendo.
Tutti accettarono.
-Aspettate, chiamo degli amici...-
Tom si spostò e chiamò qualcuno.

Chi chiama?

~Mary.

Tokio hotel~NakamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora