Girl Got a Gun.

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Mary.
Passò un mese.
Mi svegliai con Lety che urlava fuori dalla mia porta.
Odiavo essere svegliata così!
-Che cazzo hai da urlare, eh!?- gridai aprendo la porta e trovai un registratore.
Spuntarono i miei fratellini ridendo.
-Non fa ridere!- gridai offesa.
-Ma dai, cucciolina!- disse Dany buttandosi sopra di me.
Caddi a culo in terra e mi misi ad urlare.
-DAI, CAZZO. LEVATI, DANY! DAI, CHE PESI! LEVATI-
-Shh- ripeteva saltando sopra di me.
-PIANTALA!-
Era seduto sopra di me e saltellava facendomi sbattere la schiena ad ogni saltello.
-Bastardo... LEVATI!- gridai e lui si tolse ridendo.
Mi alzai ed andai in cucina, odiavo quando facessero così.
-Ciao, Mary- mi salutarono i miei zii in coro.
-Ciao zio, ciao zia, e ciao piccola-
La presi in braccio.
Lei si affezionò subito a me, era molto dolce e timida ma tenera, aveva preso confidenza ormai con tutti; con Vale, Lety, Dany e persino con i gemelli Kaulitz.
-Ciao, Mai- mi salutò la piccola sorridendo.

Bussarono alla porta ed andai ad aprire, come immaginavo davanti a me apparve il ragazzo biondo che amavo, il cucciolone coccoloso ed un altro tipo.
-Ciao, amore... lui è Jack, un amico. Jack, lei è Mary, la mia ragazza. Grazie, ti chiamo quando devo rientrare- salutò il ragazzl e mi baciò.
Salutai il ragazzo e lui mi sorrise.
-Ciao, è stato un piacere- disse lui andando via, ricambiai il saluto e guardai Bill.

-Ciao, amore... ciao, Pumba- li baciai entrambi.
-Ciao, Bill- salutò Steve.
-Salve Steve, salve Serena. Ciao piccola! Me lo dai un bacio?- chiese lui abbassandosi all'altezza dalla bimba.
-Sì- disse lei poi stampò un bacino tenero nella guancia di Bill.
Lui sorrise e le diede un bacio nella fronte.
-Sei sempre più bella, siete sempre più belle- si corresse guardando me.
Le altre persone se ne andarono.
-Mi cambio e usciamo, aspettami- dissi dandogli un bacio.
-Nein nein nein... signorina, non può scappare così!- disse tirandomi verso di lui con il braccio.
Risi, mi girai, gli diedi un bacio dolce e lo guardai come per dire "ora va bene?", lui annuì e mi lasciò andare.
Andai in camera, mi misi una felpa, dei pantaloncini e scesi di sotto da lui.

Bill mi guardò male.
-Ma c'è caldo....- disse.
Risi, ero strana e ciò mi piaceva.
-Sto comoda così- gli feci la linguaccia e lo abbracciai.
-Noi andiamo, torniamo stasera. Ciao, a dopo!- urlai e gli altri risposero in coro.
Uscimmo, Bill chiamò Jack, il suo amico, e gli disse di non venirci a prendere quella sera poiché saremo tornati a piedi.
Bill mi spiegò che Jack gli avesse preso la macchina per fare dei controlli che aveva qualche problemino nell'accensione così non feci altre domande e lasciai scorrere.

Ci prendemmo per la mano ed uscimmo, a distanza di qualche quartiere c'era festa, c'erano bancarelle ed altre cose sulle strade, quella notte ci sarebbe stata la notte colorata quindi tutti i negozi sarebbero rimasti aperti fino alla mattina dopo.
Passavamo velocemente tra le bancarelle, non ci importavano molto, noi miravamo alle giostre.
-Vieni a fare un giro lì?- gli chiesi indicando un gioco per ragazzi, in Italia veniva chiamata "Rana pazza".
-Che cosa è?- chiese lui.
-Guarda- dissi indicando il gioco che iniziò a muoversi, i ragazzi e le ragazze urlavano appena i sedili scendevano e si alzavano al ritmo della musica, dopo cinque minuti si fermò.
Avevo comprato già i due biglietti ed avevo costretto il mio ragazzo a salirci, lui non era molto convinto ma salì con me.
Amavo quella giostra.

Essendo magra, la cintura non mi reggeva perfettamente perciò le mie gambe si staccavano dal sedile e lui aveva paura che cadessi ma io ridevo, era divertentissimo.
Dopo un po', ci prese gusto ed iniziò a cantare la canzone 'Limbo' con me.

Scendemmo appena finì il giro e camminammo un po', non voleva ammetterlo ma si era divertito.
-Amore, hai fame?- chiese Bill.
-Un po'... tu?- dissi.
-Vuoi un panino o un gelato?- chiese.
-Un panino- dissi sorridendo e facendo la linguaccia.
-Io mi mangio un bel gelato- disse leccandosi le labbra.
Così andammo in un bar ed ordinammo.

Io presi un panino e Bill prese il gelato e un bel bicchierone di birra, come previsto.
-E tu riesci a berlo tutto senza ubriaccarti?- chiesi scherzando.
-Sì, non cedo facilmente- rise.
Dopo una decina di minuti uscimmo dal bar e ci mettemmo a passeggiare.
Molte persone ci sorridevano e ci scattavano foto, altre fermavano Bill per foto e autografi.

Lui accettava tutti i ragazzi con un sorriso e gentilezza, dopotutto faceva questa vita da tantissimi anni.

Non riusciva a dire di no, finiva sempre col accettare tutte le richieste di questo genere.
Amavo quel suo lato tenero.

Ad un certo punto molte persone se ne andarono e le strade apparvero per un attimo deserte ma si riempirono subito di bambini, uno di essi, che correva, mi venne addosso facendo cadere sia me che sé stesso.
Mi scusai subito e lo aiutai ad alzarsi, il bambino si scusò ma io gli sorrisi dicendogli che non fosse successo niente, andava tutto bene.
-Ti sei fatto male?- chiese Bill prendendo il bimbo per pulirgli i pantaloni lunghi.
-No... sto bene- disse lui.
Io presi la piccola pistola e la spada che fossero cadute al bimbo e gliele tesi ma lui non le prese.
Subito arrivò la mamma che prese il bimbo sgridandolo, incominciò a fargli mille domande e a scusarsi con noi, ma dopotutto non c'era bisogno, non l'aveva fatto mica di proposito, povero bambino.
-Non è successo niente, signora. Non lo sgridi, è colpa mia dopotutto- sorrisi.
-Questo per te- mi disse dandomi la pistola e tenendosi la spada.
-Per me? Grazie- sorrisi.
Il bambino e la sua mamma se ne andarono ed io guardai la pistola, era quella della visione.
-Bill... è la pistola che ho visto- dissi spaventata guardandolo negli occhi, lui mi strinse al petto.
-Tranquilla, piccola. Mmh... quindi la ragazza ha una pistola, eh?- chiese lui.
-Ragazzi, meglio correre!- disse correndo via, stava giocando.
-Dai, Bill, non correre! Torna qui...- urlai ridendo, misi la pistola nella felpa ed iniziai a cercare Bill.
-Oh mio Dio... Maria! Tu sei Maria dei Nakama!?- mi urlò una ragazza.
-Sì, emh scusami... sono di fretta- dissi cercando Bill con lo sguardo.
-Ti prego, solo un autografo e una foto- chiese e, dopo la seconda supplica, la accontentai con un grande sorriso.
Continuai a cercare Bill ma non lo vidi.
Bill, dove cazzo sei?

Iniziavo a preoccuparmi.
Lo chiamai al telefono, niente.
Lo chiamai a voce, niente.
Continuai a girare e rigirare la zona ma di Bill nessuna traccia, mi fermai per prendere fiato quando sentii quancosa toccarmi nei fianchi e mi girai.

Che cazzo?

Iniziai ad urlare come una pazza.

~Mary.

Tokio hotel~NakamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora