I'm with you.

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Quel maledetto rumore avvertiva che quella maledetta pistola aveva sparato un dannatissimo proiettile.
Aprii gli occhi, l'unica cosa che vidi, fu il sorriso di Tom.

Tom? Sì, Tom.
Lui, era sulla porta, a guardare tutto, i bambini piangevano dallo spavento sopra lo zio Geo e la zia Sarah.
La polizia che prendeva Luis e lo portava fuori, le sirene, la gente che urlava, tutto formava un gran casino confuso.
Luis urlava che non sarebbe finita mai e rideva con quella merda di risata da isterico.

Bill era coricato a terra.
Svenuto in una bozza di liquido rosso che sporcava il pavimento.
Le mie gambe cedettero, caddi in ginocchio, la vista diventò opaca e scura.

Mio marito.
Bill, la visione si è avverata.
Mio marito è morto.
Bill, amore mio.
Bill.
La visione.

-Bill. Amore mio- sussurrai.
Cercai di gattonare da lui mentre le mie mani e le mie ginocchia si macchiavano di sangue ma almeno mi avvicinavo al suo corpo.

Sentivo il calore di quel sangue.
Girai il suo corpo.
Guardai il suo viso, i suoi occhi erano chiusi e la sua bocca sigillata.
Gli baciai la fronte per poi urlare il suo nome, iniziai a piangere e piangere.
-Luis la pagherà cara sta volta. Te lo prometto- sussurrai.
Tom venne ad abbracciarmi mentre dei medici entrarono in quella stanza.
Lui continuava a sorridere.
-Mary. Bill non è morto, non ancora. Lo dobbiamo portare subito in ospedale...- disse serio.
-Spiegati meglio, Tom. È sotto shock, non ti capisce- suggerì Georg alle prese di far smettere a Jaz di piangere.
-Ecco, ha preso una sostanza apposta per non sentire dolore... era il nostro piano, il suo piano. Lo dobbiamo portare in ospedale...- disse prendendo la mia mano.
Urlai ancora una volta il suo nome, mentre suo fratello lo portava via con quegli altri uomini, via da quella casa, via dai suoi bambini, via da me.

Un poliziotto mi strinse e mi sorrise.
-Ti prometto che starà bene, Mary- disse.
Conoscevo quella voce, lo abbracciai d'istinto.
Aveva il casco e non lo riconobbi, ma la sua voce era sempre la stessa.
Iniziai a piangere sopra la sua spalla.
Sempre più forte.
-Vieni, in ospedale c'è Alessio che lo curerà, l'ho chiamato io... lui è un dottore, è nostro fratello e lo aiuterà senz'altro- disse abbracciandomi.
-Vale, grazie...- gli sorrisi.
-Mary, Thiago... non so, si è addormentato di colpo...- disse Sarah.
Presi il mio bambino.
Gli baciai il nasino e lui aprì un occhio.
-Thiago... tranquillo- dissi.

Amore, resisti.
Mio fratello ti aiuterà, resisti.

-Papà?- chiese lui coprendosi gli occhi con le manine.
-No amore. Non... papà, non può morire. Non morirà, lui è forte... io lo amo e lui ama noi, resisterà per stare con noi tre. Abbi fede, amore- dissi piangendo.
Le lacrime si facevano più forti, i ragazzi cercavano di sorridere, ma le mie lacrime facevano rattristare anche loro.
Mi accompagnarono a casa ma io scappai con la mia macchina per vedere Bill.
Piangevo sempre più forte e quasi feci un incidente.
Entrai in ospedale, parcheggiando la macchina in mezzo alla strada.
Chiesi di Kaulitz, loro mi risposero che fosse al terzo piano.
Presi l'ascensore e mi guardai allo specchio fino a che non si aprirono le porte, avevo la maglietta tutta sporca di sangue, bagnata di lacrime e piena di sporcizia.
Iniziai a camminare in mezzo al via vai di gente.
Le persone che urlavano, i poliziotti che facevano avanti e indietro, c'era una​ grande confusione visiva.

Feci qualche altro passo per poi vedere Tom girarsi di schiena verso la porta e cadere seduto per terra, con le mani agli occhi, le lacrime e la sua voce rauca.
No.
No.
No.
Non scherziamo.

Iniziai a piangere e a correre verso mio cognato.
Sentivo le macchine dentro la stanza suonare, i medici che entravano ed uscivano di corsa.
Mi affacciai alla finestra, prima che Tom mi notasse, vidi Bill coricato su un lettino, attaccato alle macchine, che aveva le convulsioni.
-Amore... non mi lasciare- sussurrai.

Tracciai una linea sul vetro della finestra con le dita per poi lasciarmi cadere.
Sentii il mio corpo fare un rumore sonoro.
Le voci e le urla scomparvero.
Il senso di vuoto.
La visione si era avverata ed io non avevo fatto niente per salvarlo.

Tom.
-Mi dispiace... per ora non possiamo dire nulla, è sotto anestesia per l'estrazione del proiettore...- disse un dottore prima di andarsene, altri entravano ed uscivano, subito Bill ebbe le convulsioni e tutti si misero a urlare e ad agitarsi.
Appena realizzai ciò che mi avesse detto il dottore, le mie gambe cedettero, mi sedetti a terra piangendo mentre le mani mi coprivano gli occhi.

Sarebbe riuscito a cavarsela, me lo sentivo.

Sentii dei passi a vuoto venire verso di me, ma non ci feci caso fino a quando sentii la sua voce.
-Amore... non lasciarmi-
Era un sussurro.
Aprii gli occhi si scatto e girai il viso verso di lei, la vidi cadere a terra come in sacco vuoto.
Le sue lacrime volarono sul pavimento lasciando il suo corpo immobile, la presi poco prima che toccasse terra.
Provai a chiamarla ma ormai era tardi.

Era sotto shock.
Chiamai dei medici che cercarono di svegliarla ma era impossibile.
-Mary, non abbandonarci-
Portarono via anche lei.

Georg mi affiancava sulle sedie in sala d'attesa.

Dopo otto ore di attesa mi dissero che sia Bill che Mary erano vivi grazie alle macchine.
Cioè che il loro corpo da solo non funzionava, ovvero che fossero entrambi dei vegetali.
Avrebbero aspettato solo due giorni, solo due prima di staccare la spina, vennero tutti a salutarli e a vederli, prima di vederli in una cazzo di tomba.
Mi ricordavo ancora quando Bill mi prendesse in giro nel Tokio hotel TV, in aereo nel 2005 mi sembra.
"Haha sí, Tom ha paura della morte, ha paura di ogni cosa che la riguarda..."
Sí, Bill e sai perché? Perché morendo, non ho più te.

~Mary.

Tokio hotel~NakamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora