Prefazione:
La protagonista si chiamava Maria Corriga, aveva 19 anni, viveva in un paesino di nome Terralba, in Sardegna, con suo fratello sedicenne, Valentino, e due amici, Daniele e Letizia, avevano formato una band: i "Nakama".
Volevano buttarsi nel mondo della musica immaginando che la vita fosse come una favola ma si sbagliavano.Viaggiando per di qua e per di là alla ricerca del loro posto nel mondo, incontrano una famiglia pronta ad amarli.
Inizio della storia:
Insieme agli altri tre, della band, avevo deciso di partire per il mondo,
andammo a vivere a Milano, poi a Parigi e infine a Londra.
Durante il volo del aereo pensavo e ripensavo ai miei genitori.Mio padre era un maniaco, mentre mia mamma era una una donna particolare, diciamo volubile e di facile costumi.
Dopo il divorzio con mio padre, decise di risposarsi ma il sangue dei suoi figli rimaneva simile a quello di quel uomo.
Mio fratello maggiore, ne avevo due, si sposò ed ebbe una figlia.Cercava di farsi una vita lontana dalla sua famiglia biologica e rinnegava essere il fratello maggiore di due rock star.
La mia non era una vita semplice, ma neanche troppo complicata.
Ero una ragazza particolare o almeno era il mio punto di vista.Dopo qualche ora di viaggio, arrivammo alla bellissima Londra, un taxi pagato da Steve, il nostro manager, ci portò all'albergo dove passammo la notte, il giorno dopo insieme a lui partimmo per Los Angeles, poiché abitasse là in un'enorme villa.
Steve era tedesco mentre sua moglie era italiana: Serena, nostra zia e sorella di nostra madre.Arrivati alla meravigliosa "città degli angeli", ci accolse una limousine che ci portò in una enorme villa bianca, una villa bellissima, il giardino era di un verde splendente interrotto dai cespugli di rose sparsi qua e là.
La vita da ricconi non era per me, tanto meno per gli altri tre però amavamo vedere queste cose.
Steve e Serena avevano fatto dipingere le nostre stanze come quelle italiane per farci ambientare meglio.
Avevo la mia favolosa stanza a Los Angeles.Presi le cuffie e misi in riproduzione casuale, uscì "Feel it all" dei Tokio Hotel.
Ero coricata sul letto ad ammirare la mia stanza.
La voce di Bill Kaulitz suonava dentro le mie orecchie, lo amavo.
Le loro melodie, le loro canzoni, le loro voci, le loro sciocchezze... loro quattro erano tutto per me.
Li amavo e non ero l'unica!
Vale, era loro fan da tanto eppure, né io e né lui, non eravamo mai riusciti ad incontrarli o vederli dal vivo.
Lavoravamo tanto, come loro, e non c'era mai stata l'occasione di poterci incontrare, tantomeno di assistere ad un loro concerto.
Come ogni fan, avevo il desiderio di poterli incontrare.Presi la felpa ed andai a farmi un giro, volevo respirare aria di Los Angeles.
Volevo conoscere la città americana ed esplorare la zona.
Camminai per ore e ore fino ad arrivare ad un parco, mi sedetti ed ascoltai un po' di musica.
Attorno a me c'erano tantissime persone con i loro amici a quattro zampe che passeggiavano e, inutile confermarlo, a me veniva in mente solo Bill Kaulitz.
Sarebbe stato fantastico poterlo incontrare e ringraziarlo.
Ringraziarlo per ogni canzone, per ogni parola, per ogni nota!
Mi aveva salvata e doveva saperlo.Provai a tornare indietro ma le case mi erano nuove e non le riconoscevo.
Probabilmente avevo sbagliato strada e, da grande intelligente, mi persi.
Ero l'unica al mondo che poteva perdersi ripercorrendo la strada appena percorsa, ero un genio!Mi fermai di fronte ad una grande casa, era una casa chiara, grande da dove usciva della musica familiare.
Mi avvicinai di poco ma appena iniziai a capire che canzone fosse, uscì un ragazzo.
Portava una felpa grigia con il cappuccio sul viso, non si vedevano né gli occhi né le guance, solo le labbra dove portava due piercing laterali. circondate da una barbetta leggera e bionda.
Mi girai e feci finta di nulla per evitare figuracce, così continuai a camminare fino a quando vidi l'ombra del ragazzo venirmi dietro.
Mi girai un po' impaurita, dopotutto la mia storia era piena di macchie.
Macchie fatte da maniaci e perseguitatori.
Vidi però che con lui ci fosse un piccolo cagnolino così mi rassicurai subito.
Non poteva assolutamente essere cattivo.
Poi guardai meglio il suo animaletto dolce e notai una cosa: era Pumba.~Mary.
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Tokio hotel~Nakama
FanfictionMaria e i suoi amici seguono il loro sogno girando per il mondo cantando e suonando. Per puro caso, in America trovano una bella città dove stabilirsi ed iniziare una nuova vita facendo i conti con la vecchia. Maria riuscirà ad affrontare e lasciare...