Calum
La musica assordante riproduceva l'atmosfera da discoteca, solo il posto era poco adatto. Jack, il suo migliore amico, aveva organizzato una piccola festicciola nella vecchia casa della zia, però oltre ogni altra previsione si era trasformata in una grandissima festa.
Calum guardava la festa come da spettatore, rimaneva poggiato alla ringhiera della scala del piano superiore nei suoi abiti neri a bere del liquido rosso. I suoi occhi arrossati scrutavano attenti ogni persona in quella stanza, quasi ne volesse ricordare ogni singolo dettaglio. Lasciò il bicchiere vuoto accanto a sé e si aggiustò meglio il giubbotto nero. Avrebbe tanto voluto lasciarsi andare e farsi cullare dell'aspro alcol che aveva ingerito e che oramai scorreva nelle sue vene. Ma non poteva, perché qualcos'altro gli logorava le viscere più dell'alcol. Era il desiderio. Quel suo pazzo, insano, malsano desiderio.
Stringeva la mascella e i pugni. Quella sera avrebbe ottenuto ciò che voleva.
Da aquila osservava le sue prede dall'alto. Le scrutava attentamente, alla ricerca della preda prediletta.
I suoi occhi scorrevano veloci e silenziosi. Poi si soffermarono un attimo in più su una figura.
Si impose di non soffermarsi troppo a guardarla. Guardò oltre, ma i suoi occhi si girarono di nuovo verso la figura.
Si lasciò cullare dai suoi movimenti dolci e sciolti.
Distolse nuovamente lo sguardo, ma puntualmente le sue iridi color cioccolato si ritrovarono a fissare la ragazza.
Forse per l'alcol che iniziava a fargli effetto o per quel desiderio si ritrovò a spingere corpi umidi e ubriachi dalla strada che lo avrebbe portato dalla sua preda. Si sentiva come una gazza ladra abbagliata dal luccichio del gioiello più prezioso. A pochi metri dalla ragazza si bloccò sul posto. I suoi cappelli rossicci le ricadevano sulle spalle umide e scoperte dal vestito a fiori che indossava. Le mani si muovevano nell'aria e il corpo ondeggiava a ritmo di quella musica che ormai per Calum era troppo bassa rispetto ai battiti del suo cuore. Sorrise nel vederla da sola. Riprese a camminare lentamente verso la ragazza. Provava però una sensazione particolare. Aveva sì in pugno la sua preda, ma gli occhi verdi di lei lo avevano reso una loro preda. Le poggiò mani sui fianchi e poté sentire il calore della sua pelle. Avvicinò il suo viso a quello della ragazza e ne sfiorò una guancia. Aspirò il suo profumo di giglio bianco e le accarezzò i capelli. Quei morbidi e bellissimi capelli. Si permise anche il privilegio di guardarla ancora negli occhi. E da privilegio divenne un abuso. Non riusciva a staccare lo sguardo, a batter ciglio. L'avrebbe guardata dentro fino a non poterne più. Le accarezzò i fianchi e l'attirò a sé. La ragazza gli sorrise e ballò per lui tutta la sera. Le piaceva il suo tocco leggero sul suo corpo. Le piacevano le sue labbra. E si permise il privilegio di provarle. Calum si staccò da lei solo per poterle prendere la mano e portarla via da lì. Non si erano nemmeno rivolti la parola quella notte. Non avevano bisogno delle parole. Calum la portò a casa e lei continuò a baciarlo perché quelle labbra ormai erano solo per lei, lo possedeva. Lui le tolse i vestiti e l'amò quella notte, perché ormai era sua, la sua preda, la possedeva.
Si chiamava Lucy ed era bellissima. Calum la amava e ogni giorno che passava glielo dimostrava anche con piccoli gesti.
Amava tutto di lei ed era sicuro che avrebbe amato anche la sua voce se l'avesse avuta. Si chiamava Lucy, era bellissima e gli diceva di amarlo con gli occhi perché non servono parole se non gli sguardi a dirsi 'ti amo'.
Passavano ore a guardarsi in silenzio. Lui ne era sempre più innamorato e non riusciva stare più di qualche ora senza poterla accarezzare. Adorava accarezzarle i capelli, ci giocava, li stringeva tra le sue dita. Ne era quasi ossessionato. Era passato quasi un anno, quando una notte si alzò dal letto dormendo. Non ricorda molto di quella notte e forse non vuole nemmeno ricordarlo. Sa solo che il mattino dopo si svegliò accanto a lei con in mano un paio di forbici insanguinate e circondato da ciocche rossa ovunque. Si alzò dal letto e a terra la vide. Le sanguinava una gamba e le mancavano quasi tutti i capelli. Ma ciò che lo fece stare male più di tutto furono i suoi occhi pieni di paura e di terrore. Lasciò cadere le forbici e corse via. Corse il più lontano possibile. Corse fino a quando quegli occhi non lo tormentassero più. Non sapeva se si fosse salvata. Non sapeva se fosse morta. Non voleva saperlo. Si sentiva un mostro e come un mostro iniziò a vivere nell'ombra. E come un mostro si cibava del dolore degli altri. Iniziò a rapire ragazze che le ricordavano Lucy, le uccideva e le tagliava tutti i capelli. Non riusciva a controllarsi, era attirato da capelli di quelle ragazze.
Aveva alimentato il mostro che viveva in lui e non riusciva più a vivere nell'ombra. Un giorno, sarà stata primavera, passeggiando per il parco vicino casa sua vide una chioma rossa correre mano nella mano con un ragazzo. Gli ricordavano talmente tanto lui e Lucy che una lacrima gli rigò il volto. La ragazza si voltò nella sua direzione e rimase senza respiro quando vide due occhi verdi guardarlo. E come quella sera, si mosse verso di lei, ma questa volta non perché ubriaco di alcol, ma di amore e rancore. Prese la ragazza per le braccia e iniziò a strattonarla.
- Lucy, perdonami! Perdonami, ti prego!-
La ragazza iniziò ad urlare.
- Lasciami! Non so cosa tu stia dicendo! Charles aiutami!-
Il mondo gli crollò addosso quando vide che lei non era la sua Lucy.
Il ragazzo gli si buttò addosso facendolo cadere. Si rialzò e si avvicinò di nuovo alla ragazza spaventata e in lacrime. La prese per i capelli e le puntò un cortellino alla gola. Il ragazzo non fece in tempo ad avvicinarsi che Calum spinse il cortellino nella gola della ragazza e con l'altra mano iniziò a tirarle i capelli. Qualcuno aveva chiamato la polizia e quando arrivò venne portato alla centrale mentre tra le mani tremanti e sporche di sangue stringeva ancora alcune ciocche di capelli.
EIEIEI
Sì sono viva, okay. E no, non ho sbagliato a scrivere il titolo perché in effetti è davvero uno special special chapter dove ho raccontato la prima e la penultima vittima di Calum. Ovviamente se volete farò anche questi special special chapter per gli altri e magari mi fate sapere su chi lo volete il prossimo, vale per qualsiasi personaggio della storia.
Ci sono tante cose che vorrei dire, ma ora le ho dimenticate, quindi ciao xx.Ps. Grazie M perché senza di te non sarei più riuscita a scrivere qualcosa sull'amore.