Capitolo 11

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Ventisette giorni. Sono passati ventisette giorni da quando sono lì.

I giorni passano e le giornate si ripetono copiose una dopo l'altra. La mattina mi alzo, scendo al piano terra a fare colazione come gli altri e poi passo la giornata sul prato. I medici non mi fanno fare sedute di gruppo perché avevo quasi ucciso un ragazzo con una penna. Sto in compagnia di Calum che mi insegna giochi e posti particolari di quel l'immenso giardino. Anche Luke, Ashton e Michael passano le giornate con noi. Non siamo riusciti a vederci di notte perché hanno aumentato le guardie. Infatti siamo sorvegliati anche quando passeggiamo nel giardino. Oggi posso partecipare ad una terapia di gruppo. Mi terranno legata ovviamente. Credo di essere peggiorata in questi giorni passata chiusa in quella cella. Le voci divorano ogni mio pensiero rendendomi impossibile la vita. Vari graffi sono presenti sul mio corpo. Me li sono fatta da sola. Me lo hanno detto le voci. Luke dice che riesco ad ignorarle se mi concentro, ma non ci riesco. Ashton immagina la sua ragazza morta in ogni parte. La vede accanto a noi, la vede ridere con noi, la vede accanto a lui quando dorme, sente le sue mani sul suo corpo, sente le sue labbra fredde sulle sue. Luke cerca di aiutarmi e di aiutare anche gli altri. Michael invece, dopo quel bacio, mi guarda con indifferenza, i suoi sguardi sono freddi. Lo sorprendo a fissarmi, ma distoglie lo sguardo.

Dopo pranzo ci dirigiamo nell'aula dove ci sarà la seduta di gruppo. Ci sono 10 sedie messe in semicerchio e una di fronte. Su quella sedia è seduta una donna dai lunghi capelli biondi. Indossa un camice e gli occhiali le ricadono sul naso, mentre legge alcune cartelle. Vedo arrivare due ragazze e tre ragazzi. Una ragazza ha dei capelli rossi naturali, due enormi occhi verdi e delle lentiggini adornano il suo volto. Sento Calum agitarsi vicino a me. Avvicina la sua bocca al mio orecchio e dice.

- Dopo devo dirti una cosa, ma non lo devi dire a nessuno,nessuno,nessuno, va bene?-

Sentivo l'imbarazzo nella voce.

- Va bene Cal.-

L'altra ragazza, invece, si nota che ha origini italiane per via dei suoi lineamenti. Ha dei lunghi capelli biondi che tendono al chiaro e anche allo scuro, sono mossi. Cerca di nascondere il suo viso ovale con i capelli, ma riesco ad intravedere i suoi grandi occhi color nocciola. Non è molto alta e nasconde il suo corpo in grandi maglie. Le due ragazze di siedono alla fine della fila delle sedie. Prima la ragazza dai capelli rossi, poi la ragazza bionda. Il ragazzo che si è seduto sulla prima sedia ha i capelli neri, dei grandi color caramello e delle piccole lentiggini occupano li spazio sotto i suoi occhi e sul naso. Ha le braccia incrociate al petto e lo sguardo per nel vuoto. Il ragazzo che si è seduto dopo di lui si muove continuamente. Ha dei capelli blu tinti e i suoi occhi azzurri si muovono alla ricerca di qualcosa mentre parla con qualcuno di invisibile che chiama Jerry. Il terzo ragazzo ha i capelli color cenere e gli occhi grigi. Mi siedo accanto a lui, poi dopo di me Calum, Luke, Ashton e Michael. Due uomini si avvicinano a me e mi bloccano le mani con delle stringhe bianche, così come i piedi. Non riesco a muovermi e mi fanno male i polsi.

La donna inizia a parlare.

- Bene, ci siamo tutti. Prima di tutto vorrei chiedervi: come state?-

Il ragazzo dai capelli neri inizia a parlare.

- Come cazzo credi che possa stare uno in un manicomio? -

- Louis, rispondi bene. Altrimenti dovrò prendere seri provvedimenti. -

Dice la donna togliendosi gli occhiali e guardando con rabbia Louis il quale sbuffa.

- Io e Jerry stiamo bene. Solo che vorrei cambiare colore ai miei capelli. Sa, Jerry dice che il fucsia mi starebbe meglio.-

- Kristian non puoi cambiare colore ogni giorno. Sono sicura che a Jerry piacciono così, anche se non te lo vuole dire.-

Kristian scrolla le spalle e sorride, per poi continuare a parlare con Jerry.

Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora